GIRO. PERAUD COSTRETTO AL RITIRO. LIVE

PROFESSIONISTI | 08/05/2016 | 07:52
La grande volata vincente di Marcel Kittel è stata veramente spettacolare, da autentico “kaiser” delle ruote veloci. Si è rivelata una dimostrazione, quasi didascalica, di velocità, occhio, tempismo – naturalmente sorretti da una forza esplosiva – per un successo nettissimo, staccando di ruota i rivali Arnaud Demare, vincitore dell’ultima Sanremo e il nostro Sacha Modolo.

Tutto da copione si potrebbe dire per la prima tappa in linea con traguardo a Nimega. La coraggiosa fuga a lunga gittata inscenata in pratica al via con il nostro Berlato fra i tre attaccanti ha, a lungo, aperto la strada al gruppo nell’abituale tripudio di folla che l’Olanda, ancora una volta, riserva alla corsa rosa.

Un copione che potrebbe andare in scena anche oggi, magari con altri attori, anche se il finale, con prevedibile volata, fa propendere e confluire i pronostici per un “bis” consecutivo (che peraltro non sarebbe una novità per lui, visti i precedenti proprio in avvio del Giro 2014 in Irlanda) del possente velocista teutonico.

Avanti e indietro nel Gelderland. Questa potrebbe essere una definizione della terza frazione della corsa rosa che ripropone alla ribalta, a ruoli invertiti, ancora le due piacevoli città che sono state protagoniste ieri della partenza e dell’arrivo. Oggi però la partenza è da Nijmegen e l’arrivo ad Arnhem. Lo sviluppo del tracciato della tappa conclusiva della terza esperienza della partenza della nostra maggiore corsa a tappe dall’Olanda, tutte e tre contrassegnate dai segni distintivi del successo che origina dalla passione degli olandesi per le due ruote (ma non è una novità….), ripropone sempre i motivi che hanno caratterizzato la Arnhem-Nimega. E’ ancora, nuovamente, il paesaggio del Gelderland lo scenario che accompagna la tappa con caratteristiche tecniche assai simili a quelle della seconda tappa. Il percorso prevede lo sviluppo in zone della Gheldria in buona parte nuove rispetto a quelle percorse nella seconda frazione. Il profilo (non usiamo, volutamente, l’aggettivo altimetrico) è pianeggiante anche se, leggermente, solo leggermente, maggiormente increspato rispetto a quello del giorno avanti. C’è qualche su e giù, che appare comunque agevolmente digeribile e con disinvoltura da tutti i corridori, mentre le strade impegnate propongono gli abituali impedimenti che richiedono costanza d’attenzione da parte di tutti: rotatorie, restringimenti improvvisi e dossi.

Qui, in particolare, per quasi una trentina di chilometri, proprio all’avvio, dove il tracciato costeggia il corso del Reno, i documenti organizzativi di corsa riferiscono di “strada articolata e carreggiata ristretta”. Non resta che prestare attenzione specifica, a corridori e seguito, per meglio prevenire e affrontare il significato insito in “articolata”.

Ancora campagna curatissima, così come i boschi e i caratteristici abitati sono interessati dalla corsa in un’ambientazione di specifica suggestione. E’ offerta pure la vista di un’icona dell’Olanda: i mulini a vento. Il GPM di giornata, a 53 chilometri dalla conclusione, a Posbank, è a quota m. 88. Questo è quanto di meglio offre la zona in argomento “montagne” o simili. Le virgolette sono d’obbligo. La discesa è indicata come “breve e impegnativa”. Si è ancora nel parco nazionale Hoge Weluve prima di affrontare il circuito finale nell’abitato di Arnhem. Proprio come il giorno prima è un circuito, stavolta dello sviluppo di 14 km., con viali ampi, filanti inframmezzati da rotatorie. Gli ultimi chilometri prospettano un andamento tortuoso, senza vere curve e, riferisce sempre “il Garibaldi”, la guida tecnica della corsa, con retta finale di m. 500, larga m. 7,5.

A quanto precede c’è sempre da aggiungere e tenere presente la volubilità riferibile, connaturata e propria a Eolo, il dio dei venti, elemento ed eventualità assai frequenti da queste parti che potrebbe incidere notevolmente sull’andamento della corsa.

I velocisti che ieri hanno visto la schiena del potentissimo e velocissimo Marcel Kittel, avranno modo oggi di provare una, peraltro difficile, rivincita. Kittel, nella tappa odierna, ha nel mirino un altro obiettivo oltre al successo di tappa: la conquista della maglia rosa che è rimasta sulle spalle dell’idolo di casa Tom Dumoulin per un solo minuto secondo. E' sempre uno, sia in centesimi, sia in secondi, il numero del rosa dell’olandese.

Giuseppe Figini

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