CI HA LASCIATO FARACA, LA MAGLIA BIANCA CHE AMAVA I COLORI

LUTTO | 04/05/2016 | 19:27
Oggi, poco prima delle 18, a Cosenza, è morto Pino Faraca. Era nato il 27 agosto 1959, aveva 56 anni. Professionista dal 1981 al 1986, ha corso per Hoonved, Dromedario e Ariostea. Nessuna vittoria (se non la cronosquadre nel Giro d’Italia 1981), ma l’onore della maglia bianca come il migliore tra i neoprofessionisti sempre al Giro 1981. Questo il ricordo del nostro Marco Pastonesi.

La casa era in cima a un cucuzzolo: così, per uscire, scendeva, e per rientrare, saliva. E dai e dai, è diventato uno scalatore. E dello scalatore Faraca aveva tutto: il nome breve, Pino, perché un bravo scalatore deve risparmiare su tutto, anche sul nome; la statura, bassa, e il fisico, minuto, avrebbe potuto fare il timoniere o il fantino o il peso mosca, ma lui amava le biciclette, e non poteva che diventare arrampicatore; e la fantasia, ché quella, a un uomo destinato alla solitudine, alla semplicità e alla fatica, non manca mai.

Pino Faraca aveva ereditato la passione dal papà Francesco, dilettante, che ricordava i suoi anni d’oro al nord, nella San Pellegrino, con Gastone Nencini. E così la bici era diventata non solo il simbolo della libertà e dell’avventura, ma anche un modo per guadagnarsi l’attenzione del papà, diviso fra sette figli, cinque maschi e due femmine. La prima bici, “normale”, specificava Pino, era stata una 14, color verde tipo Legnano: gli fu rubata proprio davanti alla porta di casa, e quella ferita non si è mai completamente rimarginata. La prima bici, “da corsa”, sottolineava Pino, era stata un’Atala: se l’era comprata papà Francesco, almeno così diceva, ma Pino sapeva che era destinata a lui, luminosa come una eredità, brillante come una missione, generosa come una staffetta. E da lì in poi, a Pino la bici avrebbe fatto viaggiare l’anima, cantare le gambe e pedalare le mani. Corridore e artista. Scalatore e pittore.

Pino raccontava che “alle elementari la maestra canticchiava ‘pittore, ti voglio parlare, mentre dipingi un altare’, la canzone ‘Angeli negri’ di Fausto Leali, mentre io ero chino sul foglio a disegnare”. Pino ricordava che “al liceo feci l’artistico, poi mollai gli studi e saltai sulla bici, per ciclismo emigrai dal bergamotto al bergamasco, ma il ciclismo dava più garanzie dell’arte”.

Pino giurava che “fin da quando ero piccolo, le cose che m’incantavano di più erano i paesaggi, i tramonti, i mari in tempesta, e quando scoprii Picasso fu una folgorazione, e quando studiai i cubisti trovai una strada”.

Il Pino corridore era un guerriero: scattava, attaccava, battagliava. Da dilettante, poi anche da professionista. Il meglio, forse, il primo anno: sesto al Giro dell’Etna, quinto al Giro della Puglia pur dovendo obbedire agli ordini della squadra, in cui Giovanni Mantovani era il capitano, poi undicesimo al Giro d’Italia e primo fra i giovani, e subito davanti a lui in classifica, decimo, addirittura G.B. Baronchelli. Pino sosteneva che Dino Zandegù, il suo direttore sportivo, lo chiamava Peppino, e teneva una bottiglietta di grappa in macchina, perché non si sa mai, e che quando uno dei suoi era in fuga, continuava ad andargli avanti e indietro, e a sospirare “benedetto, benedetto” e a implorare “magna, magna”, anche quando il corridore gli rispondeva “ma ho mangiato tutto quello che c’era da mangiare”. Poi, però, per Pino, ogni volta che sembrava aprirsi una possibilità o nascere un’opportunità, puntuale una serie di sventure e disavventure a frenarlo, rallentarlo, appiedarlo. Il suo più grande rimpianto, il Tour de France, nel 1982: “Poteva essere la mia corsa, ma non stavo bene, e fui costretto ad abbandonare”.


Ma Pino non abbandonò mai la pittura. Diceva che “quando si corre in bici, non si ha il tempo di guardarsi intorno, è già tanto che vedi la strada e le facce dei compagni e degli avversari, ed è vero che in salita si va piano e forse si potrebbe vedere di più, ma si va anche a tutta e la vista è come annebbiata”. Però Pino aggiungeva che “sensazioni, impressioni, emozioni rimangono dentro e poi fioriscono, soprattutto i colori, i colori sono tutto, sono vita, velocità, ciclismo”. E su quei colori Pino ha lavorato, pedalando con il pennello, pedalando anche con i sogni e i rimpianti, con i brividi e le nostalgie. Vicino all’espressione cubista e al dinamismo futurista. Oli su tela. Scene epiche, ma a volte anche ironiche. E non solo corridori, ma anche cacciatori e bagnanti. Aveva talento, Pino, anche giù dalla bici.

Attaccata la bici al chiodo, Pino è rimasto fra le bici. Aveva un negozio, vendeva bici firmate e bici firmate anche da lui: le Faraca. Finché, otto mesi fa, è stato aggredito da un tumore al cervello. Una prima operazione. Una seconda. La fine improvvisa. Poco fa.

Lunedì il Giro d’Italia riposerà a Catanzaro. Pino riposerà a Cosenza, idealmente fra le sue bici e i suoi quadri. Chissà che colore starà dipingendo.

Marco Pastonesi

Copyright © TBW
COMMENTI
Riposa in pace!
4 maggio 2016 20:58 geo
Faraca, una brava persona.

Che tristezza!
4 maggio 2016 22:26 warrior
Ciao Pino. Grazie Pastonesi.

Un abbraccio
4 maggio 2016 23:34 Pinuccio25
Giovane campione dei miei tempi, mi dispiace tanto che te ne sia andato così presto. Riposa in pace. Condoglianze alla famiglia.

CIAO PINO!
4 maggio 2016 23:59 glennpeter
Ciao Pino, Riposa in Pace. Sentite Condoglianze alla famiglia Faraca

Ciao Pino
5 maggio 2016 07:24 SERMONETAN
Ricordo ancora le tue trasferte nel Lazio da Juniores con la maglia della Fausto Coppi eri di un altro pianeta andavi il doppio di noi , poi da dilettante con la Passerini Gomme ed il passaggio ai prof. ma non ti hanno dato tempo di dimostrare il tuo valore.
Ciao Pino RIP

Ciao Pino ..... da Rossella Dileo e Antonio Bevilacqua
5 maggio 2016 08:11 buonsenso
Nel portare le nostre più sentite condoglianze alla famiglia vorremmo ricordare Pino ..... una persona piena di grinta , dolcezza e umiltà .

R.I.P. Pino Faraca
5 maggio 2016 11:19 magico47
Un bell'articolo,Pastonesi un vero Prof.della "penna",anima,cuore,Faraca uomo del SUD amava il ciclismo nostrano,quello di oggi è molto diverso,...un abbraccio sincero alla famiglia e sentite condoglianze....la gente del SUD ha dato tanto...ma noi non siamo riusciti a contraccambiare.

""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""
Loriano Gragnoli
----------------

Condoglianze
6 maggio 2016 15:14 buonsenso
Mario Beccia ricorda l amico Pino e il loro ultimo abbraccio alla Fiera di Padova ed è vicino a tutta la famiglia .

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Il Team Q36.5 Pro Cycling è orgoglioso di annunciare l’ingaggio di Sam Bennett, completando così la rosa di 30 corridori con cui il team si prepara a vivere un  nuovo ed entusiasmante capitolo della nostra storia. Nato in Belgio e...


Nel 2024 ha battuto Paul Seixas al campionato francese juniores E ora si prepara a sfidarlo anche sulle strade del ciclismo di massimo livello. Classe 2006,  Camille Charret farà il grande salto nella prossima stagione con la maglia della Cofidis:...


Arriva dagli Emirati l'immagine che da mesi speravamo di vedere: Filippo Baroncini nuovamente in bicicletta. Dopo quasi un mese di ricovero in ospedale, altre settimane di cure, riabilitazione e recupero il romagnolo della UAE Emirates XRG - vittima ad agosto...


Era lo scenario più logico e prevedibile, ma se a parlarne è l'Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma, Alessandro Onorato, allora la notizia la si può dare per ufficiale. Il Giro d'Italia 2026 si concluderà per...


Come sarà il Giro d’Italia 2026? Ce lo dirà il "patron" della Corsa Rosa in persona, Mauro Vegni. E cosa hanno provato Sara Casasola e Martina Alzini e vincere, rispettivamente, una gara del Superprestige di ciclocross e l’oro nell’inseguimento a...


Florian Lipowitz, Remco Evenepoel e Primoz Roglic sono i tre uomini di punta della Red-Bull Bora Hansgrohe: due giovani con la voglia di affermarsi e di un uomo esperto che sa calcolare e interpretare alla perfezione le corse. Il team...


Nel numero di novembre della rivista mensile tuttoBICI sarà presente pure un articolo su Christian Scaroni, al termine di una stagione che l'ha visto secondo solo a Ciccone a livello di risultati e classifiche tra i corridori italiani, centrando peraltro...


La stagione del ciclocross è iniziata e, anche se  per il momento non assisteremo agli entusiasmanti duelli tra Van Aert e Van der Poel, le grandi stelle del ciclismo su fango hanno promesso che torneranno: il primo, potrebbe essere proprio...


La gran signora della bici dice basta: il prossimo anno non vedremo più Maria Giulia Confalonieri nel gruppo con le protagoniste delle corse World Tour, e nemmeno nelle semplici internazionali. La brianzola di Seregno scende dalla bici all’età di 32...


La prima stagione da Professionista di Andrea Raccagni Noviero è stata lunga e ha portato il giovane ligure della Soudal Quick-Step a pedalare quasi 8500 chilometri in gare a ogni latitudine: il primo numero spillato sulla schiena a metà gennaio...


TBRADIO

-

00:00
00:00
SONDAGGIO
OSCAR TUTTOBICI 2025. SCEGLIETE IL MIGLIOR TECNICO ITALIANO DELL'ANNO
Dieci candidati, tocca a voi assegnare il Gran Premio Fondazione Iseni y Nervi





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024