Franzoi e il futuro nel ciclocross: il dibattito è aperto

| 06/11/2006 | 00:00
La decisione di limitare gli impegni nel cross per puntare alla strada maturata e già messa in atto da Enrico Franzoi ha sorpreso e aperto il confronto tra gli addetti ai lavori e appassionati che, non appena hanno appreso la notizia anticipata lunedì scorso dal Gazzettino, hanno subissato di telefonate il campione trevigiano di Mogliano Veneto. «Non sta a me giudicare - commenta Vito Di Tano, il pugliese due volte iridato (Saccolongo ’79 e Lembeek ’86 tra i dilettanti) -. Queste sono scelte personali che maturano dopo profonde riflessioni. Evidentemente la Lampre preme per impegnarlo su strada perché così giovane ne ha intravisto le qualità, i numeri per emergere che ha. Certo è che oggi nel cross è l’unico italiano in grado di dare fastidio ai belgi». «Fa la cosa più giusta - dice convinto il friulano Daniele Pontoni che ha appena appeso la bici al chiodo dopo aver vinto davvero tutto nel cross ed essere stato un mito ed un riferimento per lo stesso Franzoi -. Guarda i suoi interessi. Agli appuntamenti più importanti del cross non mancherà di certo, quindi cambia poco o niente. Dal momento che la strutturazione del ciclismo è cambiata serve adeguarsi e lui lo ha fatto. Nulla di strano. Io all’epoca feci una scelta diversa perché il cross mi piaceva di più, nonostante su strada riuscivo a togliermi belle soddisfazioni». «Sono riuscito a correre su strada, anche a disputare corse a tappe, e fare pista, ottenendo anche buoni risultati, ma sempre in preparazione al cross - precisa il 5 volte iridato Renato Longo -. Non penso siano conciliabili entrambe ad altissimi livelli. Se lui punta a sfondare nella strada, difficilmente resterà competitivo nel cross. Presumo che la scelta sia stata dettata da esigenze di squadra, ma la Lampre non ha preso Enrico come stradista». «Non so se fa bene o male - dice Vittorio Adorni, attuale membro del Comitato Esecutivo dell’Uci -. Entrambe le cose le può fare, è giovane. La strada dà sicuramente più prospettive del cross che dura da novembre a febbraio. Ma su strada deve ancora dimostrare di valere, gli mancano certi risultati. E se un corridore non vince, allora è meglio che resti il numero uno del cross. È lui comunque che deve conoscere il suo motore e capire se può davvero farcela». «Enrico è un talento unico - dice Rudy Mosole che lo ha svezzato e portato ai più importanti trionfi (mondiale U23 nel 2003) con la maglia della Trevigiani prima del passaggio tra i professionisti avvenuto nel 2005 -. Quando ha corso con noi ha dimostrato di essere competitivo al top in entrambe le specialità. Il suo vero problema è che corre troppo e male. Deve riuscire a gestirsi meglio in corsa dove non può fare sempre il “tappa-buchi”. Nel limite del possibile può fare coesistere le due stagioni finché non s’imporrà con un grande risultato su strada. Allora sarà in grado di decidere con maggiore cognizione». Per Giancarlo Bonotto, l’appassionato presidente del Mogliano 85 che ha messo Enrico in bici a 8 anni, è stata una sorta di pugnalata al cuore. «Sta sbagliando. Almeno altri due anni, fino al mondiale 2008 la stagione del cross doveva farla piena. Arrivato a 27-28 anni può fare pure la scelta che ha preso. Adesso è presto. Comunque Enrico non lo mollerà mai totalmente il cross. Non so cosa gli abbia promesso e consigliato la Lampre, ma per dedicarsi alla strada ha ancora parecchio tempo. Nel cross è già il numero uno, di là è ancora il numero 100. Se tanti talenti iniziano a snobbare così il cross la Federazione si dovrà pur mettere una mano sulla coscienza. Senza di noi “piccoli”, finisce tutto. Da soli cosa possiamo ancora fare?». «Se come Pontoni vinceva ed a livello internazionale era ogni domenica da podio ha un senso ed una logica restare nel cross - così la pensa Paolo Guerciotti - ma così, con questi belgi, da eterno piazzato a livello internazionale è difficile pensare ad un futuro da grande nel cross. Fa bene a guardare di più alla strada, lo capisco. Avrà tutto lo spazio ed il tempo per emergere». Massimo Bolognini
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