BIANCHI. Specialissima, la nuova era parte da qui

BICICLETTE | 21/01/2016 | 09:27
Specialissima, non un semplice nome o una sigla per identificare il modello di punta della collezione strada, ma un termine che riporta ai fasti di casa Bianchi. Molti si affidano a numeri o nomi fantasiosi, qui si gioca con i sentimenti e si punta tutto sulla passione che il marchio trasmette.

Oltre alla parte emozionale c’è di più, c’è tutto quello che serve per far in modo che Specialissima rientri a pieno merito tra le 5 migliori bici da corsa in dotazione alle squadre WorldTour senza se e senza ma. A Treviglio, base operativa di Bianchi, hanno investito molto e affinato il sistema Countervail (CV), già disponibile su Infinito e Aquila. La “Bianchi Countervail Technology”, basata sull’inserimento di una sostanza polimerica viscoelastica tra due strati di carbonio (utilizzata anche dalla Nasa nelle operazioni aerospaziali), consente di cancellare le vibrazioni derivanti dalla strada e permette di realizzare un telaio ultra-leggero e al tempo stesso estremamente reattivo e performante. L’evoluzione mette sempre più in mostra i limiti dei regolamenti UCI, inutili baluardi che limitano il progresso e l’innovazione tecnica. I tecnici hanno creato un telaio leggero senza depauperare la struttura e il risultato è un eccellente mostro da salita che nasconde sotto le sue forme aggraziate muscoli d’acciaio.

Partiamo da qui, il primo errore che si potrebbe fare è sostenere che per avere un telaio leggero bisogna rinunciare a qualcosa in termini di guidabilità e sicurezza. Specialissima, grazie al Countervail, riesce in soli 780 grammi (versione Black taglia 55) a condensare una geometria pro-level con una guidabilità priva di qualsiasi nervosismo ma dotata di una reattività incredibile.

Il telaio ha delle forme aerodinamiche che ben si distinguono nel tubo sterzo (predisposto per il passaggio dei cavi elettrici), nell’obliquo carenato e nei foderi della forcella. Lo sterzo è conico da 1.1/8" a 1.4” e la forcella arricchita con il Countervail pesa appena 340 grammi, mentre il carro posteriore è elegante e snello, così come la zona del movimento centrale con cuscinetti press fit da 86,5x41. I forcellini posteriori sono in carbonio e vengono ricoperti da due mascherine protettive con il solo scopo di preservarli da eventuali danni derivanti dal cambio ruote in corsa.

I colori di base sono due, una nuova tonalità chiamata celeste Bianchi Fluo #CK16 e un Black cattivissimo, mentre i più fantasiosi potranno affidarsi a Tavolozza (clicca qui), un esclusivo configuratore web con cui è possibile creare la Specialissima dei nostri sogni. Il processo di personalizzazione è fatto in Italia a mano e tutto con cura certosina, grafiche e loghi sono in leggero rilievo, no decals please!

I montaggi sono tutti di estrema classe, non manca nulla e siamo sempre al top. Il gruppo è rappresentato dal top di gamma Shimano o Campagnolo nelle versioni meccaniche ed elettromeccaniche mentre le ruote sono Campagnolo o Fulcrum per copertoncino o per tubolari. Manubrio, pipa e reggisella da 27.2 sono Fsa K-Force, il miglior compromesso tra rigidità e peso dal catalogo di Fsa. La sella è una San Marco Aspide Superleggera, una vera piuma che regala grande appoggio e comfort nonostante le apparenze. Complessivamente non si bada a spese, tutti gli accessori sono di fascia altissima ed il risultato è eccellente. Una chicca in più viene dalla presenza di alcuni dettagli Carbon-Ti in tinta, come le viti del porta borraccia, il collarino e l’expander del manubrio. Sette sono le taglie disponibili, un numero elevato per soddisfare tutti gli appassionati, dai più bassi di statura fino agli spilungoni.

La prova di questa bici è stata lunga, un bel periodo fatto di percorsi collinari e montani, come è giusto che sia. Mi sono anche divertito a metterla alla frusta con uscite in gruppo ad alte velocità ed il risultato è sempre stato lo stesso, una goduria! Provando Specialissima si avverte la stessa sensazione che si può notare passando da un’immagine in analogico ad una in Full HD. Ogni fase della pedalata è accompagnata da risposte equilibrate, anche sulle superfici nervose tutto è incredibilmente composto. Nei rilanci e negli scatti sembra scappare da sotto il sedere, come se si liberasse dalle catene. La leggerezza in questa fase è importante, ma è il Countervail l’artefice di queste prestazioni. Tra le curve corre agile che è un piacere e asseconda ogni stile di guida, anche se ritengo che con questo telaio sia inutile forzare. Si guida con semplicità, senza affanni e si ricava sempre il meglio, anche in termini di velocità di percorrenza. Affrontando le curve ad alta velocità in presa bassa si raggiungono inclinazioni da moto, merito anche dei Tubolari Vittoria, vere “gomme da tempo”! Le Campagnolo Bora Ultra sono un set di altissima scuola, leggere e scorrevoli come poche, hanno classe da vendere. I lunghi giri sono il pane quotidiano di Specialissima ed una volta a casa si avverte meno stanchezza fisica nella parte alta del busto, segno che il CV funziona sia per le gambe, ma anche per i muscoli non direttamente coinvolti nella pedalata. I tecnici assicurano un risparmio energetico, personalmente confermo più che altro un grande comfort.

Questo sistema innovativo è una sorta di ingrediente segreto, non c’è nulla di visibile fuori. Non ci sono forme strane, elastomeri o trovate simili, tutto è celato in questo materiale. La zona sterzo è molto solida, merito della componentistica K-Force ma anche di un angolo di 72.5° nella taglia M (55) che rende tutto molto stabile. La scelta di un reggisella da 27.2 aggiunge quel pizzico di comodità in più che non guasta mai, soprattutto se avete intenzione di montare ruote più rigide di quelle in dotazione. Il carro ha una lunghezza tipica dei telai dedicati alle competizioni e si comporta proprio così.

Rapida e fulminea, precisa al millimetro ed estremamente composta. Non si tratta di termini in antitesi ma di puro equilibrio, Specialissima ti dà confidenza al primo appuntamento e non gioca mai brutti scherzi. Non ho dubbi nel definire Specialissima un vero mostro alpino o se preferite una delle tre migliori bici su cui poter correre le massacranti tre settimane del Tour de France. Comprarla è un investimento, il prezzo è notevole sia nella configurazione del solo telaio che della bici completa. Si potrebbe spendere meno, ma a volte, per afferrare un sogno, bisogna essere pronti a sacrificarsi per portare a casa un mezzo esclusivo, capace di rendere unica ogni vostra pedalata.

Giorgio Perugini




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