CASO SONNIFERI. Salvato:«Guai sottovalutare, ma non esageriamo»

PROFESSIONISTI | 31/12/2015 | 00:07
«Non mi è mai piaciuto minimizzare le cose, soprattutto quando di mezzo ci sono situazioni delicate che riguardano i corridori: un conto è la vicenda di Luca Paolini, un caro amico, di cui conosco la storia di uomo e di atleta e anche la sua ultima difficile vicenda legata alla positività alla cocaina; un'altra cosa è dire che nel ciclismo esiste un problema di abuso di sonniferi è che è chiaro che siamo di fronte ad un'emergenza sonniferi nel ciclismo».

Cristian Salvato, presidente dell'Accpi, l'associazione di categoria, non si nasconde dietro un dito e alla chiamata di tuttobiciweb.it risponde con la consueta disponibilità e franchezza: «Ho letto sulla Gazzetta dello Sport la bella intervista raccolta da Luca Gialanella e rilasciata da Paolini. Luca si è tolto un peso e con grande senso di responsabilità ha raccoltato la sua vincenda, la parabola di una storia che non può essere sintetizzata e circoscritta solo ad un episodio, quello della cocaina. Ha parlato di dipendenza, ma da sonniferi. Di contro ho letto con interesse anche l'intervista raccolta da Ghisalberti al dottor Massimo Besnati, medico stimato e riconosciuto da tutti. Quel che si dice un galantuomo, però non posso accettare da una persona della sua levatura che si gridi al pericolo di abuso di farmaci - in questo caso sonniferi - da parte di gran parte del gruppo: una vera e propria emergenza ciclismo. Per arrivare a dire questo è necessario avere in mano degli studi, delle statistiche, dei numeri: se li ha li renda pubblici, altrimenti è bene che ci vada molto più cauto. Che dei corridori, soprattutto al termine di una corsa a tappe di tre settimane particolarmente faticosa e sfiancate, ricorranno a qualche tranquillante per dormire, non è una novità, ma da qui a dire che esiste un'emergenza di abuso di sonniferi mi sembra quantomeno azzardato. In ogni caso mi auguro che da oggi questa situazione venga tenuta monitorata da tutti le componenti del iclcismo. Deve essere studiata e approfondita: dalle squadre, dai team-manager, da noi come associazione ma soprattutto dai medici, che hanno il dovere in ogni caso di sensibilizzare e spiegare ai ragazzi quando prendere o meno un sonnifero (e ce ne sono di tanti tipi, e non tutti danno dipendenza). Occorre informare, ma non demonizzare. I ciclisti non sono un gruppo di pazzi scriteriati che fanno uso indiscriminato di farmaci, ma se qualcuno è in possesso di elementi e dati che dicono il contrario, è bene che questi studi vengano tirati fuori».
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COMMENTI
auhh!! salvato!!!
31 dicembre 2015 06:29 cino79
bella questa risposta.....politicizzata...scontata...bravo copri pure!!! Luca

Condivido
31 dicembre 2015 08:35 IngZanatta
Bene le parole di Salvato, le condivido appieno. Tornando al caso Paolini, tutti coloro che lo conoscono personalmente (io non sono tra questi) lo difendono a spada tratta; a questo punto dico che le parole del dott. Besnati hanno fatto involontariamente più male che bene a Paolini perché in molti (io tra questi) hanno avuto la netta sensazione di una commedia costruita ad arte per riqualificare il corridore. Staremo a vedere, col tempo capiremo. Saluti a tutti

Sonniferi
31 dicembre 2015 09:01 Massimoge
Credo importante nel ciclismo come nella vita mettere in guardia le persone sull'uso dei sonniferi. Personalmente per anni ho preso il Lorazepan (1 mg, quindi, in pratica, quasi nulla), da quando nel luglio scorso ho lasciato il lavoro ho deciso di sospenderlo. Ebbene, dopo sei mesi ne sento ancora le conseguenze.



io non so niente
31 dicembre 2015 14:53 borgo53
mentre guardavo una corsa di dilettanti un signore parlava dicendo che adesso tutto e' pulito che i direttori sportivi non hanno storie di doping....poi un ' altro signore gli ha risposto che i veri direttori sportivi sono tutti squalificati ma non risultano ufficialmente ma in realta' ci sono ancora....io da esperto non capisco cosa dicevano mahh che misteri

Giusto Presidente Salvato, Guai a sottovalutare!
31 dicembre 2015 16:20 Bartoli64
Non ho mai considerato il Presidente di ACCPI Salvato una particolare “cima”, in particolare dopo certe sue prese di posizione per alcuni fatti di doping verificatisi nell’ambiente (dove praticamente “menava” la solita lagna per la quale solo il ciclismo è così controllato mentre gli altri sport molto meno).

Devo però dire che il suo intervento di oggi è corretto ed equilibrato, e bene fa a chiedere informazioni e dati più dettagliati sull’eventuale abuso di sonniferi nel ciclismo, buttando un po’ di acqua sul fuoco delle dichiarazioni del Dott. Besnati come, tra l’altro, prima di lui avevano fatto i Dott. Corsetti e Guardascione.

Tuttavia, avrei personalmente qualche remora nel pensare che le dichiarazioni del medico di Katusha possano essere state un po’ troppo azzardate, questo perché il Dott. Besnati, oltre ad essere un medico di grande esperienza professionale, è persona abbastanza avvezza a relazionarsi con i media; ragion per la quale sa benissimo quale eco possano poi trovare certe sue parole.

Ha ragione il Presidente Salvato nel dire che non bisogna creare allarmismi, ma ne ha ancora di più nel dire “guai a sottovalutare”.

Che l’ACCPI, dopo questo sia pur doveroso intervento, faccia il suo dunque e senta materialmente i medici di AIMEC per valutare compitamente il problema.

Bartoli64

Sig. Salvato,
31 dicembre 2015 17:27 Fra74
auguri di Buon Anno a Lei ed alla Associazione che Lei rappresenta: a mio parere, sbagliato, sicuramente, ne ha bisogno, dato che dalle Sue dichiarazione è lei a "minimizzare" questo episodio, forse, a torto, non ricordando anche la figura sportiva del Suo Caro AMICO, LUCA PAOLINI, preso da esempio e caratura sportiva dal C.T. Davide Cassani e non solo. Ora, se ha sbagliato, punto, stop. Ma, per favore, Lei rappresenta, altresì, tanti GIOVANI NEO-PROFESSIONISTI per i quali parla e deve portare/rappresentare degli ESEMPI SPORTIVI POSITIVI. Ad oggi, a Lei dispiace sicuramente, ma LUCA PAOLINI, con la SUA VICENDA, NON RAPPRESENTA PIU' UN ESEMPIO SPORTIVO. Questo è il punto, anche se a Lei ne duole il Cuore, ma bisognerebbe scindere i rapporti personali/umani con quelli di RAPPRESENTANZA DI UNA ASSOCIAZIONE, di un MOVIMENTO.
Francesco Conti-Jesi (AN).

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