PROFESSIONISTI | 19/12/2015 | 07:52 Mikel Landa indossa una nuova maglia, quella del Team Sky, e si presenta al via della stagione con nuove ambizioni. Lo abbiamo incontrato praticamente al termine del ritiro, lunedì ci sarà il “rompete le righe”, della formazione britannica per raccogliere i suoi pensieri.
RITIRO. «Sveglia alle 8, alle 9.45 piccola riunione per programmare l’allenamento e salire in bicicletta con le idee chiare. E poi via, divisi in due gruppi: i corridori da classiche da una parte e quelli per le corse a tappe dall’altra. A fine allenamento, massaggi, riposo e alle 19.30 cena. E per finire la giornata, collegamenti e telefonate con gli amici e la famiglia, non c’è stato tempo per fare altro...».
LA SKY. «Ho trovato una famiglia ad accogliermi, nella quale tutti hanno fatto del loro meglio per mettere noi nuovi arrivati a nostrio agio sin dal primo giorno. Lo stesso ha fatto Dave Brailsord, che è sempre stato con noi. E per ora posso dire che va tutto bene: dalla mia ho avuto la fortuna di aver stusdiato l’inglese a scuola, quindi mi è bastato rispolverarlo un po’. Non come l’anno scorso alla Astana, dove ho dovuto cominciare da zero con l’italiano».
CALENDARIO. «Correrò Volta a la Comunitat Valenciana, Tirreno-Adriatico, Vuelta al País Vasco, Giro del Trentino e Giro d’Italia, con un punto di domanda sulla Liegi. A gennaio vedremo di cominciare a raffinare la preparazione: saranno pooi le corse a darmi ritmo e intensità. Qui in Sky mi hanno spiegato che quest’anno per il team il Giro sarà importante tanto quanto il Tour e qesto mi ha dato grande determinazione». LEADER. «Correre e raggiungere grandi risultati quando tutti si aspettano tanto da te non è semplice. Ed il peso della responsabilità di guidare una squadra importante lo si avverte, ma la cosa non mi spaventa, anzi mi dà grande motivazione. Se avrò le gambe, tutto sarà facile... Dopo il Giro di quest’anno ho scoperto una fiducia in me che prima non avevo e la Vuelta ha confermato le mie sensazioni». ALTURA. «Abbiamo previsto di lavorare in quota tra Valencia e la Tirreno. Non ho molta esperienza in questo campo, quindi mi avvicino a questo impegno con grande rispetto: abbiamo deciso di farla molto prima del Giro per vedere come reagisco ed eventualmente per correggere il tiro. L’anno scorso non ho fatto questo lavoro prima della corsa rosa e forse nobn l’avrei pensato nemmeno per il 2016, ma questa è la mia esperienza, mentre in Sky tutto è pianificato al meglio, quindi è giusto accettare i consigli e provare». CRONO. «Durante il ritiro, la domenica ho sempre lavorato al velodromo. In Sky c’ molta gente che lavora per migliorare la performance e studiare ogni minimo particolare, mi hanno seguito al meglio per aiutarmi a crescere. D’altra parte, l’esperienza insegna che si può fare pù differenza in una crono di 40 chilometri che in una tappa di 200 con cinque salite. Per questo è necessario lavorare anche sotto questo aspetto e non lasciare nulla di intentato per raggiungere grandi risultati. Se riesco a fare la differenza in salita e a perdere poco tempo a cronometro, posso puntare ad un grande Giro...».
Nell'allegato potete ascoltare l'intervista a Mikel Landa
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