
Mathieu VAN DER POEL. 10 e lode. Era l’uomo da battere, ma sarà per la prossima volta. Tappa e maglia, che resta in famiglia, che resta in casa, che rimane nelle stanze dell’Alpecin Deceuninck. Seconda vittoria di tappa al Tour, quinta in stagione con Sanremo, E3 Saxo, Roubaix: dal muro di Bretagna al muro di Boulogne Sur-Mer. Due tappe, due vittorie di tappa, con due giorni di maglia gialla. Potevano forse fare di meglio gli Alpecin? Che tappa, "quelle panache", per dirla con i cugini. Guardate l’ordine d’arrivo, è da capogiro: in fotografia Pogacar e Vingergaard. Per la serie: l’inizio del Tour è facile, i big li vedi solo nella terza settimana. Sì, come no.
Tadej POGACAR. 10. Accetta la sfida, non si nasconde, prova a vincere la tappa, che sarebbe per lui la vittoria numero 100. Perde per un niente da chi sa come lo si batte, ma lui si batte sempre, con generosa determinazione. Raccoglie qualche punticino per la maglia a pois che ora è sulle sue spalle.
Jonas VINGEGAARD. 10. Pedala leggero e facile come non mai. La sua postura è quella di un felino pronto ad andare all’attacco. Raccolto, contenuto e pronto a zomparti addosso. Non lesina pedalate, non molla per un secondo Taddeo: il danese non è quello del Delfinato.
Romain GREGOIRE. 9. Il 22enne transalpino scalpita come pochi, non ha timore ad inserirsi tra cotanto sapere, non esita a sgomitare con il campione del mondo: lo lascia passare, ma non perde le ruote.
Julian ALAPHILIPPE. 8. A 33 anni ha ancora voglia di lottare come ai bei tempi e oggi il tempo è bellissimo. Non sente il peso degli anni, sente solo che contro quei tre là c’è poco da fare, ma LouLou è lì.
Matteo TRENTIN. 8. Fa un lavoro oscuro e prezioso: è partito a razzo, mettendo al servizio della squadra testa gambe e cuore.
Oscar ONLEY. 8. Il 22enne britannico della Picnic PostNL resta con la nobiltà del pedale e per un ragazzo del suo talento è già tanta roba.
Aurélien PARET-PEINTRE. 7. Lotta il 29enne transalpino, prova a restare attaccato all’eccellenza e anche lui eccelle.
Kevin VAUQUELIN. 7. Deve mostrarsi al mondo, la sua squadra chiuderà i battenti, lui fa vedere che merita di restare in questo ciclismo.
Simone VELASCO. 7. Il ragazzo della XDS Astana conferma la sua regolarità: ormai è sempre lì, ci ha preso gusto, ci ha preso le misure. Quello è il suo territorio, la sua comfort-zone: al tavolo dei grandi ci può stare anche il bolognese.
Remco EVENEPOEL. 5. Non bene. È lì, alle spalle dei tre migliori, poi sulla rampa finale retrocede miseramente.
Primoz ROGLIC. 5. Un tempo questi traguardi li cercava, li annusava, li sentiva, adesso non li vede.
Jonathan MILAN. 6. Vince il traguardo intermedio e manda a quel paese Biniam Girmay, reo di averlo ostacolato a più riprese. Scatto e scatti: d’ira. Poi sulla côte de l’Haut Pichot il friulano cade con Geraint Thomas: inizio di Tour complesso, complicato e anche doloroso.
Benjamin THOMAS. 8. Vittima della caduta di ieri sul gpm del Mont Cassel, oggi fatica non poco. Stringe i denti, resiste con coraggio: calvario.
Lenny MARTINEZ. 5. Il ragazzo del Bahrain Victorious ancora in difficoltà: qualcosa chiaramente non va, non può essere il vero Martinez.
Yevgeniy FEDOROV. 6,5. Il ragazzo della XDS Astana dopo soli 3 km parte e va. Con lui Bruno Armirail (Decathlon Ag2r) Brent Van Moer (Lotto) Andreas Leknessund (Uno X). Il 25enne kazako poi finirà anche a terra con il norvegese della Uno X. Nessun danno, ma botte sì.