LE STORIE DEL FIGIO. Moser, l'incantatore

STORIA | 24/11/2015 | 07:30
Per usare un gergo teatrale c’è da dire che i campioni del ciclismo “chiamano” sempre. Una nuova, ulteriore, riprova delle sue peculiari capacità di presa e richiamo l’ha fornita Francesco Moser il pomeriggio di sabato 21 novembre. Infatti, nella bella e moderna biblioteca “la Fonte” di Vignate, un centro a est di Milano, a una quindicina di chilometri dal capoluogo, per un paio d’ore ha intrattenuto con la sua dialettica diretta, senza perifrasi, interessandoli in grado elevato e partecipe, i circa duecento intervenuti alla presentazione del suo libro “Ho osato vincere” realizzato con la  collaborazione del giornalista scrittore Davide Mosca per la serie “Strade Blu" edito da Mondadori.

E’ stata un’esposizione che puntava al nocciolo delle differenti situazioni, senza girare attorno agli argomenti in discussione. Calorosi e brevissimi sono stati i saluti di rito del sindaco Paolo Gobbi, dell’assessore alla cultura, la signora Daniela Filicori e di Alvaro Giardini, presidente del G.S. Pedale Vignatese, sodalizio presente in forze sfoggiando la divisa sociale. Poi il microfono è passato nelle mani di Francesco Moser e via, a braccio, senza interruzione per quasi due ore, a ricordare, raccontare, spiegare, sempre con piglio sicuro e deciso, nel suo stile che gli ha meritato, quand’era in gruppo, l’appellativo di “sceriffo”, interloquendo con le domande e le curiosità che gli erano proposte dall’uditorio, sempre attento, sempre interessato.

Non ha seguito un canovaccio preciso, non ha avuto bisogno di un moderatore, di un presentatore, di un mediatore, di una spalla o di un suggeritore, tanto per rimanere in parallelo teatrale. Un “one man show” riuscito e apprezzato, in grado elevato, da tutti i presenti che ha spaziato nelle varie fasi della carriera sportiva di quest’icona del ciclismo, un personaggio con una curiosità straordinaria, di una vitalità e d’ interessi che spaziano in differenti settori, sia nella vita, sia nello sport.

Al termine si è concesso, in modo disteso, colloquiale, amichevole ai suoi molteplici ammiratori firmando dediche del libro e autografi.
Con i numerosi soci del G.S. Pedale Vignatese c’erano, in prima fila due vignatesi DOC: Danilo Gioia, professionista dal 1988 al 1991 poi, fino al 1997, protagonista nella mountain bike e quindi fondatore e anima del programma televisivo dedicato al ciclismo “Bike Show” e Thomas Pezzoli, campione italiano élite nel 2000. Un corridore che ha vinto anche la Coppa d’Inverno e la Milano-Rapallo, ora titolare di un’avviata attività nel settore ciclo con la Thoro Bicycles, sulla via Rivoltana di Segrate, frequentato punto d’incontro di molti appassionati delle due ruote di varia estrazione e propensione. C’era pure Felice Salina della vicina Limito di Pioltello, classe 1946, corridore professionista nel 1969 e 1970, vincitore di una tappa alla Vuelta Espana nel 1969, Giuliano Giuliani, storico presidente del G.S. Pedale Vignatese e, sempre di Limito di Pioltello, Angelo Morlin, collaboratore di lunghissimo corso del Giro d’Italia e delle corse targate RCS Sport, amico e socio del G.S. Pedale Vignatese per il quale ha pure gareggiato, quale amatore, per qualche anno. Altro presente era l’appassionato e assiduo pedalatore e, ciclisticamente parlando, molto altro, l’avv. Benito Fornaro. Alla fine è arrivato anche Dino Zandegù, sempre molto legato ai Moser, così come Adriano Vavassori, amico, cicloamatore e pilota della vettura di Francesco Moser al Giro d’Italia.
L’incontro con questo straordinario protagonista ha pienamente colto gli obiettivi alla base dell’iniziativa e ha soddisfatto organizzatori e pubblico. Del resto Francesco Moser, in bici e anche giù dalla bici, è una garanzia, sinonimo di successo che rifugge dall’ovvio e dallo scontato, vero e schietto come è.

Giuseppe Figini - foto di Luigi Corazzo
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