
Una
lunga storia a tratti sofferta, in affanno, da parte dell’Associazione Amici
del Museo di ciclismo Gino Bartali presieduta da Andrea Bresci, ma ora cambia
tutto e si spera in un deciso rilancio da parte del Comune di Firenze di questa
struttura realizzata in onore di Gino Bartali. La cerimonia che ha suggellato
il passaggio delle chiavi del museo dall’Associazione, gestori dimissionari,
alla delegazione di Palazzo Vecchio guidata dall’assessore allo sport Andrea
Vannucci, si è tenuta nella sala ricevimenti del museo a Ponte a Ema. Si apre
dunque una fase nuova che tutti si augurano meno travagliata. La formula del passaggio
è quella del “comodato d’uso gratuito per tre anni” e chiude un capitolo del
quale occorre ricordare alcuni passaggi. Il museo fu edificato su un terreno
offerto dal Circolo Ricreativo L’Unione di via Chiantigiana che ha sede accanto
alla struttura, costo dell’opera 2 miliardi e mezzo di lire dei tre enti
pubblici proprietari, il Comune di Firenze che ha il 65 per cento delle azioni,
il Comune di Bagno a Ripoli e la Provincia di Firenze per il restante.
L’inaugurazione dell’opera avvenne il 1 aprile 2006 e quindi l’Associazione
Amici del museo è rimasta in “carica” per più di 9 anni, anche se dal 2011 la
stessa più che esserne gestore era custode del museo a seguito delle difficoltà
incontrate. Il suo presidente Andrea Bresci lo ha ricordato.
“Tutti
i soci volontari, non abbiamo ricevuto né collaborazione, né risorse da parte
dei titolari dell’impianto, le amarezze, le sofferenze sono state tante, ma
abbiamo voluto rimanere per Gino, per mantenere sempre vivo il suo ricordo”.
Il
museo di Ponte a Ema che sorge di fronte alla casa dove il 18 luglio 1914
nacque Gino Bartali contiene 124 biciclette di tutte le epoche, oltre 250
maglie di ex corridori, campioni e personaggi meno popolari del pedale, una
biblioteca con 900 volumi, centinaia e centinaia di pubblicazioni sportive e
fotografie, poster, video cassette, un archivio dati di tantissimi ciclisti del
passato ed in attività, oltre a cimeli di grande valore e significato unici nel
suo genere.
L’assessore
allo sport del Comune di Firenze, Andrea Vannucci si è detto felice e
soddisfatto di avere concluso questa vicenda. La gestione verrà affidata
all’assessorato alla cultura, che dovrà progettare un piano per il rilancio
della struttura, ed occorreranno anche risorse finanziarie per alcuni
interventi di manutenzione alla struttura. Non servono persone che assicurino
l’apertura e basta, servono iniziative, idee, progetti. Deve essere cancellata
l’idea che circola da un po’ di tempo, di portare via il museo da Ponte a Ema,
perché Gino Bartali è stato ed è un simbolo della storia di Firenze. Il Comune
ha manifestato interesse per la struttura costata fior di soldi, ora è il
momento di dimostrarlo, altrimenti questo cambio di gestione non è servito a
nulla.
Antonio Mannori