FILM SU ARMSTRONG. «Per essere Lance, mi sono dopato come lui»

ARMSTRONG | 14/09/2015 | 18:06
Ben Foster interpreterà il ruolo di Lance Armstrong nella pellicola che racconterà la vita del ciclista texano. Per scaldare ancora di più gli animi (e aumentare le aspettative sul film, vecchi diavoli del marketing...) Ben ha affermato di aver seguito il programma di doping di Armstrong per “capire meglio il mio ruolo”. Soprattutto, si è sottoposto a trattamenti a base di steroidi.

Foster ha aggiunto: "Non voglio rivelare il nome delle sostanze che ho assunto. Sono farmaci che influenzano l’organismo in modo reale. Ho seguito questo metodo privatamente per calarmi nella parte e per la mia personale investigazione. Ha funzionato. Ma c’è stata una ricaduta, il doping attacca la mente. Ho appena recuperato a livello fisico, solo ora sto ritornando ai miei livelli normali”.

A gettare ancora più benzina sul fuoco ci ha pensato il collega Chris O’Dowd che nel film interpreta uno dei “nemici” di Armstrong ossia il giornalista David Walsh del The Sunday Times, che ha speso oltre un decennio per fare luce sul programma di doping sistematico del texano. O’Dowd ha infatti affermato: “Credo sia stata una decisione davvero intelligente ed è ragionevole. Non sto affermando che si dovrebbero prendere farmaci per affrontare un ruolo come questo, ma sono sicuro che probabilmente non hanno danneggiato la performance sullo schermo. Ti potrebbe far male a livello fisico, ma sarebbe stupido non riconoscere che sia un buon modo per conoscere ciò che devi interpretare. Insomma, non intendo dire che si dovrebbe o non si dovrebbe, ma si può comprendere la validità di questa idea”.

Parole abbastanza controverse che, seppur condite da un po’ di diplomazia, risultano quasi più agghiaccianti di quelle del diretto interessato. Dal canto proprio, Foster si è allenato per mesi proprio come un vero ciclista professionista, ha percorso le strade del Tour de France e, appunto, è stato seguito da un medico per “provare” il programma di doping di Armstrong. Lo ha fatto senza informare il regista né il resto del cast. Quasi come un vero ciclista dopato che assume sostanze di nascosto, fuori dal controllo della squadra. Si è scoperto tutto solamente alla premiere del film al Toronto Film Festival.

E come ha reagito il regista Frears a proposito di tutto ciò?
“Ben è ancora vivo ed è successo. Non c’è niente che posso fare ora, non posso far tornare indietro il tempo. La verità è che è stato davvero grandioso nel film e sono grato a lui per il lavoro che ha fatto. Non sono interessato al processo che gli attori scelgono per interpretare un ruolo. Li aspetto solo pronti e brillanti al primo giorno di riprese”.

C’è da sperare che si tratti di una trovata pubblicitaria, ma è difficile che sia così. Foster si è davvero “bombato” con gli steroidi, forse davvero si è calato troppo nella mente e nel pensiero di Armstrong. In fondo, era davvero così necessario? E se dovesse in futuro interpretare il ruolo di un assassino come si comporterà?

Diego Barbera
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COMMENTI
14 settembre 2015 18:58 geom54
in alternativa ci sarebbe anche un classico a sua sua volta inserito nella filmografia FANTOZZIANA che al confronto di tal sicura c.....a diventa più che divertente e godibilissimo con gli amici.

Non è diverso da Amstrong
14 settembre 2015 20:52 ciclistas
Personalmente non vedo nessuna differenza tra il comportamento di questo attore o quello di Amstrong o di qualsiasi atleta che si dopi. Andar più forte, saltare di più, recitare meglio, lavorere meglio e/o di più, studiare meglio e/o di più: spiegatemi voi dove sta la differenza. A proposito, come classifichiamo quel farmaco di cui hanno parlato tutti i telegiornali che aumenta la capacità di concentrazione aiutando a studiare megli e di più?

Saluti
Claudio Pagani

INUTILE
14 settembre 2015 23:27 memeo68
Non sentivo la necessità di un film su questo personaggio che ha preso in giro e distrutto la credibilità del ciclismo! Non lo guarderò

Grande geom...!
15 settembre 2015 00:04 lupin3
Ekk abbomba kella bbona....

Concordo con memeo68
15 settembre 2015 08:56 mdesanctis
Era pure il caso di farci un film? Così avremo altre persone che, dopo averlo visto, penseranno che il ciclismo è marcio, che sono tutti dopati. Etc. etc. Mentre invece l'atletica che non tira fuori l'elenco dei dopati conclamati è pulita. Così come il calcio, ovviamente. A dimenticavo, il rugby! Dove gli atleti sono passati in 20 anni da 100 kg di grasso a 100 kg di massa muscolare grazie a... OrzoBimbo???!!!
Solo noi del ciclismo brutti sporchi e cattivi. In parte ce lo meritiamo visti i dirigenti e i tecnici che lasciamo operare indisturbati nel ns mondo.
mdesanctis

15 settembre 2015 12:17 Tarango
Non sono d'accordo. Provare ad entrare nella testa di una persona per capire l'ossessione alla vittoria che lo ha spinto a barare (con complicità niente affatto trascurabili) al mondo intero credo possa essere interessante. Il regista Stephen Frears è esperto in biopic, un tempo era anche un grande regista. Resta da vedere dove finisce l'indagine sull'uomo e dove inizia invece la spettacolarizzazione del caso. Aspettiamo di vederlo.

Anche io penso ........
15 settembre 2015 12:54 passion
..... che l'idea del film, come in altre occasioni, non faccia altro che peggiorare l'attuale critica situazione del nostro sport. Credo però che se gli altri sport chiudono sempre un occhio, noi ancora oggi purtroppo dovremmo chiuderli tutti e due..... con il conseguente pericolo di sbattere definitivamente. Trovo difficilissimo, come giustamente chiede mdesanctis cambiare dirigenti, tecnici ed io aggiungo atleti ma questa è l'unica strada percorribile, una strada forse lunga, tortuosa e piena di rischi, comunque a mio avviso l'unica percorribile.

La società dello spettacolo
15 settembre 2015 14:21 ruotone
Rimando sperando che l'eventuale censura fosse solo tecnica, automatica e la conseguenza dell'inserimento nel testo del nome di una odiosa sostanza stupefacente.
Se invece fosse la conseguenza di un conformismo etico, ne prenderei atto in modo differente, ma in tal caso sarebbe cosa triste per la completezza di una discussione e dei punti di vista.

Mi sento di fare mio il pensiero espresso benissimo da Ciclistas.
Viviamo in una società dello spettacolo (per quanto riguarda gli uomini pubblici) e della performance (per tutti gli altri) dove è importante vendere di più, produrre di più e consegnare più merce, sempre migliore, prima degli altri.
A nessuno interessa che un cantante o una intera band si droghi fin sopra i capelli prima di un concerto di due ore e chi paga il biglietto vuole lo spettacolo e basta.
E' triste da osservare e prenderne coscienza ma è assolutamente così.
La società dello spettacolo è questa e impone questo.
Certo Lance Armstrong era un professionista, un uomo dello spettacolo, ma soggetto ai vincoli dello sportivo.
Abbandonando per un attimo l'ossessiva etica, anche ipocrita, che pervade il ciclismo, perché Ben Foster è umanamente meglio di Lance Armstrong. Possiamo pensare il peggio possibile (e io lo penso) di Lance Armstrong, ma per quale motivo Lance Armstrong è oggi un dopato maledetto, un reietto, mentre Ben Foster è un modello di professionalità e di dedizione al proprio lavoro? Entrambi sono dei perfezionisti, entrambi facevano ogni cosa per performare meglio e per accontentare gli spettatori.
Perché Armstrong si deve sentire in colpa per le sostanze assunte, mentre invece Ben Foster ne parla con dovizia di particolari ed orgoglio per esprimere la sua professionalità nell'entrare nel personaggio?
A parte il doping, è normale che un attore metta su 20 Kg per interpretare una parte (De Niro in Toro Scatenato, Christian Bale in American Hustle)? Sì è "normale" ed il pubblico ne apprezza ulteriormente la grandezza artistica.
Perché Armstrong e Foster sono differenti? Solo perché lo sportivo, anzi il ciclista, è soggetto a delle regole?
Anche un attore, un cantante, un amministratore sono soggetti a delle regole sul consumo di stupefacenti, ma se gli stessi portano i risultati attesi la società li accetta. E lo stesso vale per altre categorie di sportivi, diversamente soggetti alle regole, come i tennisti, i cestisti NBA, i futbolisti della NFL, i baseballer della MLB, e i pattinatori della NHL.
Lo sport americano è tutto così, ma la puritana società americana ha sollevato problemi di coscienza solo a ciclismo ed atletica. Non importa nulla dei vitelli gonfiati che si fracassano i toraci nei placcaggi o degli altri alterati che offrono tanto spettacolo.
Questa è la società dello spettacolo.

Poi c'è la società della performance. Quella che pretende risultati dai promotori finanziari, che si tirano su chimicamente per reggere anche nei momenti in cui non si crede più a ciò che si fa, e bisogna continuare a spillare denaro dai clienti babbei. Perché gira tanta kokaina fra i promotori? Solo perché sono viziosi ed abituati al denaro facile?
E che dire dei camionisti si fanno di koka per stare svegli e guidare più chilometri?
Sono dei grandissimi lavoratori, a meno che vadano a sbattere provocando qualche morto. In quel caso, e solo in quel caso, saranno dei delinquenti tossici incoscienti che hanno tradito la buona fede del loro datore di lavoro, già, più o meno come Armstrong con la Us Postal e la Nike, vittime dei raggiri di doping del "criminale" texano.

Hai ragione MDeSanctis: "Solo noi del ciclismo brutti sporchi e cattivi. In parte ce lo meritiamo visti i dirigenti e i tecnici che lasciamo operare indisturbati nel ns mondo."
I nostri dirigenti (e non solo gli esiliati senza punizione Verbruggen e McQuaid) hanno capito che grazie al doping e con l'antidoping si può controllare politicamente questo sport, e quando esplode un problema come quello di Lance Armstrong si attribuisce la colpa al "criminale" che pedala.

L'antidoping, questo antidoping del ciclismo, è lo spettacolo nello spettacolo, uno spettacolo per pochi dirigenti e per chi ama lanciare la frutta marcia al condannato.

ruotone........
15 settembre 2015 15:31 passion
..... il tuo è un quadro inquietante ma, purtroppo, maledettamente vicino alla realtà. Aggiungere qualcosa al tuo commento è per me al quanto difficile se non condividere una profonda condanna a questo sistema e a questi personaggi che vengono supinamente accettati dai più.

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