CIAO GIORGIO! IL MONDO DEL CICLISMO PIANGE ALBANI

LUTTO | 29/07/2015 | 07:55
Il 15 giugno scorso Giorgio Albani, uno dei più grandi direttori sportivi del nostro sport, ma in seguito anche grandissimo dirigente sportivo e soprattutto persona di squisito garbo e correttezza, aveva tagliato il traguardo delle 86 primavere. Quel giorno, per fare festa a Giorgio, avevamo proposto a tutti voi, alla grande comunità ciclistica di tuttobiciweb.it, un bel ricordo e una bella intervista a Eddy Merckx, che non aveva esitato a festeggiare e a tratteggiare la figura di uno dei suoi più grandi maestri di ciclismo e di vita. Questa mattina, poche ore fa (alle 3.15), Giorgio ha chiuso gli occh per sempre. Il ciclismo, sicuramente più povero, ne piange la sua morte e noi di tuttobiciweb.it lo vogliamo ricordare con quel servizio a firma Stefano Arosio, «quell'ultimo e struggente compleanno». Alla famiglia Albani, a quanti hanno voluto bene a Giorgio, le più sentite e sincere condoglianze da parte della redazione di tuttoBICI, tuttobiciweb.it e tuttobicitech.it.

I funerali si terranno domani alle 14 nella Chiesa della Regina Pacis di Monza, in via Buonarroti.

Gianni Bugno
, monzese di Brugg. Fiorenzo Magni, il toscano di Monza. Figli acquisiti dell’Arengario e della Villa Reale, eletti monzesi da una città che li ha sempre sentiti suoi. Ma Giorgio Albani, con la regina Teodolinda e la monaca Gertrude ha da spartire un pezzo di storia in più.
Perché lui, «il Giorgio», monzese lo è fino in fondo. Munsciasc, direbbero i puristi della Corona Ferrea. Come Mario Fossati, una vita fra macchine da scrivere e ciclismo.

Oggi gli anni all’anagrafe sono 86, lui che il 15 giugno del 1929 Giorgio Albani ha iniziato la sua rincorsa a quelle 51 edizioni del Giro d’Italia che lo hanno consegnato alla storia dello sport. Campione d’Italia nel 1956, 7 vittorie di tappa al Giro e l’onore di indossare anche la rosa, oltre che l’azzurro della Nazionale. Ma anche la Agostoni del ’50 e la Bernocchi tre anni dopo in volata, dopo aver schivato passaggi a livello abbassati con Toni Bevilacqua e Alfredo Martini. Nei 43 superstiti del Bondone del ’56 che arrivano a Lecco, davanti a tutti c’era lui.
Eppure dire Albani vuol dire innanzitutto Merckx. Il fulmine e dopo il tuono, la scintilla e l’incendio che ha infiammato mezzo secolo di sport.
Una memoria di ferro, quella di Albani, che non fa sconti. Come la sua modestia.
«Mi hanno sempre accostato a due mostri sacri del ciclismo, a Monza: Bugno e Magni. Ma il mio palmares impallidisce in confronto al loro. In monzesità, però, li batto io».
Sarà anche per quello che poco più di un anno fa, la sua festa di compleanno si è trasformata in una volata al contrario, indietro nel tempo. Ernesto Colnago, Felice Gimondi, Gianni Motta, Ercole Baldini. Tutti lì, per fargli gli auguri, con Michele Dancelli, Marino Vigna e un telefono che squilla. Dall’altra parte della cornetta c’è Eddy Merckx, che quando c’è da celebrare l’amico di una vita non si tira indietro. Albani si commuove, ringrazia, ripete «non so se mi merito tutto questo».

«Se lo meritava eccome - spiega oggi proprio Merckx, che apre il cuore e pedala nel suo vocabolario di italiano per cercare le parole migliori -. C’è un affetto non scontato, da cercare con cura tra i sentimenti e la capacità di esprimerli. È stato indubbiamente il mio miglior direttore sportivo. Certo, ricordo Marino Vigna, ma il numero uno è stato Giorgio».
Chiamarsi Merckx significa anche cambiare spesso il numero di cellulare, per mantenere un po’ di privacy. A patto di trasferire il numero di Albani da una scheda telefonica all’altra. «È stato un onore incontrare nella mia vita una persona come Giorgio, attraverso un altro grande come Fiorenzo Magni. In squadra, alla Molteni, c’erano tanti italiani. Albani è riuscito a svolgere un lavoro eccezionale, portando la Molteni a essere la prima squadra al mondo, anche prima e dopo di me. Ha sempre avuto grandi capacità diplomatiche. Lo devo ringraziare davvero per tutto questo. Nasce da lì la nostra grande amicizia».

Stefano Arosio



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COMMENTI
29 luglio 2015 10:37 vecchione
Un grande come corridore, come direttore sportivo, come direttore di corsa e, soprattutto, come uomo, legatissimo alla famiglia e agli amici di una vita Modesto negli atteggiamenti, grande nei sentimenti.
Ci mancherà Giorgio

grazie Giorgio.
29 luglio 2015 17:19 canepari
Dotato di grande signorilità e affabilità era amato da tutti noi per la sua disponibilità e per la facilità che aveva a raccontare episodi del bel ciclismo.

Onore al Maestro Giorgio Albani
30 luglio 2015 18:55 Bartoli64
Onore a questo grandissimo Maestro di ciclismo (ma anche di vita come i suoi stessi ex corridori hanno riconosciuto) che seppe condurre con mirabili capacità tecniche ed umane alcune delle più belle ed importanti squadre che lo sport del pedale ricordi, nonché essere per lungo tempo il D.S. del più forte corridore di tutti i tempi (Eddy Merckx).

Giorgio Albani fu capace di far arrivare le sue squadre ed i suoi corridori sempre ai massimi livelli in un epoca in cui, al di là delle pure fondamentali doti atletiche dei Campioni da lui diretti, non ti potevi avvalere di frequenzimetri, potenzi metri ed altri congegni del tipo ed in squadra, oltre a meccani e massaggiatori, avevi un solo medico che interveniva però quasi solo per gli incidenti di gara.

Quelli erano tempi in cui la differenza come tecnico la facevi grazie alla tua esperienza e alla tua intelligenza… in altre parole grazie ad un “occhio clinico” che i super-tecnici di oggi neppure sognano.

In questo Giorgio Albani è stato un’autentica Autorità, un riferimento assoluto, ed oggi il ciclismo si scopre davvero un po’ più povero.

Bartoli64

CIAO MAESTRO!
31 luglio 2015 17:22 glennpeter
Ciao Maestro Giorgio, Riposa in Pace! Sentite Condoglianze alla famiglia Albani.

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