Fanini provoca: uno scandalo i mancati controlli dei kazaki

| 12/09/2006 | 00:00
"Nel ciclismo è difficile che le cose cambino, perché gli scandali si succedono e vengono subito cancellati, dimenticati, come se fosse acqua fresca. L’Uci fa poco e niente per risolvere il problema del doping. Con questi dirigenti il ciclismo è condannato a morte". Ivano Fanini, ribadisce per l’ennesima volta la sua indignazione dopo gli ultimi clamorosi fatti della Vuelta. "Ma come? - si accalora il patron della Amore e Vita McDonalds, da anni sul fronte della lotta al doping - due corridori, il secondo in classifica, non un gregario qualunque, il kazako Kashechkin, ed il suo connazionale nonché capitano e già vincitore di due tappe, Vinokourov, si sottraggono ad un controllo a sorpresa, prima della quindicesima tappa e nessuno prende una decisione? E non succede nulla? E loro possono tranquillamente gareggiare? Ma che senso ha allora parlare di regole?" Fanini non risparmia colpi: "Dov’è l’Uci? Al Tour ha fatto bene a picchiare duro decapitando la corsa dai favoriti Ullrich, Basso, Mancebo, Sevilla e altri. C’era il cosiddetto codice etico firmato da società sportive e corridori da far rispettare. Ma che etica c’è adesso a far correre una squadra che sembra ancora legata in qualche modo a Manolo Saiz, tant’è che un corridore gli ha perfino dedicato la vittoria? La squadra dell’imputato maggiore nello scandalo spagnolo delle sacche di sangue conservate per dopare gli atleti, la squadra che difende addirittura i propri corridori kazachi che svicolano ad un controllo ufficiale a sorpresa? Forse questo significa che tanto a sorpresa questi controlli non sono, e forse atleti di un certo calibro (come in questo caso Vinokourov & c.) sanno in precedenza e con certezza la data in cui saranno controllati. Va bene che in questa società tutto viene dimenticato di corsa, ma questo francamente è troppo. I dirigenti mondiali, distruggendo la credibilità di questo sport stanno distruggendo il ciclismo stesso; quando loro se ne andranno, dopo aver girato i miglior alberghi del mondo a spese della federazione internazionale, non resterà che un‚ammasso di macerie. Possibile che nessuno se ne renda conto? L’unico che nell’immediato potrebbe veramente far cambiare le cose (se lo volesse) è il presidente McQuaid che, toccato in prima persona avendo un figlio neo professionista, negli ultimi periodi è sembrato il solo intenzionato a far piazza pulit‚ senza guardare in faccia nessuno." Per Fanini le regole dell’Uci sono "una coperta stracciata qua e là a seconda delle circostanze. Ma che modo è questo di dirigere un movimento mondiale? È così che si cerca di ridare immagine dopo gli scandali a ripetizione? Ma vi rendete conto che stanno scappando gli sponsor più grossi e che così non c’è futuro? Questi dirigenti dovrebbero andarsene a casa. E chi vuole bene davvero al ciclismo dovrebbe lavorare per il ricambio. Un giorno uno di questi se ne esce con l’assurda ipotesi di liberalizzare il doping. Il giorno dopo gli stessi membri del consiglio che presiede lo smentiscono: nessun passo indietro nella lotta. Un giorno, il solo sospetto di essere coinvolti in un processo per doping vale l’allontanamento dalla corsa più importante del mondo; l’altro giorno due corridori ed una squadra intera si possono addirittura permettere di sbeffeggiare i commissari dei controlli del sangue e di rifiutare smaccatamente di tornare indietro per il test adducendo motivi banali. Ma si può andare avanti così? In questo ciclismo se sei piccolo e poco "robusto" di spalle, o ti "allinei" o ti spazzano via. Se sei grosso e danaroso puoi permetterti qualsiasi cosa. Sarà solo una combinazione che dietro questa società kazaka ci siano poteri forti e molto ricchi? Nell’Astana, ex Liberty Seguros, non è un segreto ci sono i massimi dirigenti statali del Kazakistan". Fanini è deluso anche per come i media riportano questi avvenimenti. "Una piccola notizia il giorno del rifiuto e poi nulla: tutto riprende come prima. Ma quando mai potranno cambiare le cose in questo modo? E infatti tutto continua come prima. Il doping e gli imbrogli. I controlli sono una burla è facilissimo aggirarli. Ma vi rendete conto che al Tour ci sono stati 13 positivi e 12 avevano il "certificato" per assumere prodotti vietati, per "uso terapeutico"; cioè l’11% dei 105 controllati? Non vuol dire invogliare al doping questo tipo di "concessione"? Fino a quando si andrà avanti così? Fino al prossimo morto?"
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