GIRO D'ITALIA | 31/05/2015 | 07:42 La tappa del Colle delle Finestre, con l’arrivo al Sestriere, è stato un autentico caleidoscopio d’emozioni, nel solco di continuità di questo bellissimo Giro 2015. Fabio Aru si è ripetuto, a distanza di ventiquattro ore, in un bis sicuramente significativo e prezioso, vincendo al Sestriere, una delle sue abituali sedi di preparazione e allenamento, e sempre in solitario. Un’azione che conferma le grandi e fondate prospettive collegabili al giovane talento sardo che porta con sé l’entusiasmo della sua isola e degli appassionati italiani, ma non solo. Sul Colle delle Finestre la corsa, come si suole dire, è esplosa soprattutto per merito di Mikel Landa. Si è subito visto che non era la giornata migliore per Alberto Contador che, da campione qual è, ha saputo gestire con intelligenza il passaggio a vuoto accusato sullo sterrato, gestendosi secondo necessità e sapendo di potere attingere e fidare sul congruo vantaggio di classifica. Era solo, senza alcun coéquipier Contador, mentre gli Astana avevano pedine da muovere sullo scacchiere della corsa. A due chilometri dal traguardo lo scatto di Aru con Hesjedal che, proprio come ieri, cerca di seguirlo ma giunge a 18”, un ritrovato Uran è a 24” con Landa e il sempre combattivo Kruijswisk a 34” con la maglia rosa Contador che cede 2’25” del suo, sempre e comunque, cospicuo vantaggio. Grande festa per il vincitore Aru con i suoi famigliari, i componenti la squadra e corregionali, sempre con atteggiamenti e dichiarazioni che testimoniano del suo spessore di giovane educato, posato, intelligente oltre che per le grandi prospettive ciclistiche che si collegano e qualificano sempre più la sua dimensione di corridore con il futuro dalla sua parte. La tappa conclusiva della corsa rosa 2015, quasi per una legge del contrappasso, vola bassa, molto bassa, almeno in termini altimetrici dopo che il giorno prima ha raggiunto la quota più alta di tutto il Giro allo splendido Colle delle Finestre. Si prospetta la direttissima da Torino a Milano, una lunga linea diritta e piatta, senza una minima ondulazione per quella che, nella terminologia ciclistica, è la passerella finale per i “combattenti e reduci” del Giro d’Italia 2015. Non c’è neppure una minima ondulazione a fungere almeno da pretesto per la collocazione di un GPM. Non ci sono più montagne, salite, discese, rimane solamente la prospettiva del prestigioso arrivo finale a Milano, un ritorno a casa per la corsa rosa, dopo qualche anno di peregrinazioni per la tappa dell’apoteosi. I velocisti rimasti in gara accarezzano tutti il sogno di vincere la tappa conclusiva. E’, con partenza e arrivo invertiti, il medesimo percorso della prima corsa del ciclismo italiano, disputata il 25 maggio 1876 e vinta dallo scienziato-entomologo milanese Paolo Magretti che impiegò 11h.15’ per coprire i km. 150, alla media di kmh. 13,3. Oggi i chilometri sono 178, perché il finale presenta un epilogo con un circuito nel cuore di Milano di km. 5,4 che è da ripetere sette volte. Tempo e media saranno ben diversi rispetto a quelli del lontanissimo 1876. Nel capoluogo del Piemonte, città di grande storia e attrattive sotto il suo monumento simbolo, la Mole Antonelliana, il ciclismo ha proposto nella sua storia nomi di protagonisti, luoghi e avvenimenti di grande interesse (una quarantina le tappe della corsa rosa che si sono qui concluse) interessando anche la gloriosa pista del Motovelodromo di Corso Casale. Fra meno di un mese, in un altro luogo simbolo di Torino, la Basilica di Superga, terminerà il campionato italiano professionisti dopo avere scalato due volte il colle omonimo per l’organizzazione dell’Associazione Ciclistica Arona. Abbassata la bandierina, si punta verso Settimo Torinese, Chivasso, Vercelli, Novara, sempre in costanza di paesaggio di sola pianura, fra risaie e campagna attraversando comunque città e luoghi ricchi di storia. Dopo Novara che, in tema di due ruote ricorda la nascita nel 1957 di un campione come Giuseppe Saronni che ha poi subito varcato il Ticino per crescere nella vicina Buscate, già in Lombardia, così come fa l’itinerario della corsa. Si è in provincia di Milano, nel parco del Ticino, e si passa per la storica Magenta, poi Rho, in una fitta conurbazione abitativa e industriale, si costeggia il sito di Expo 2015, un evento di risonanza mondiale aperto dal 1° maggio al 31 ottobre, nelle adiacenze del polo espositivo della nuova Fiera Milano dislocato fra i territorio di Rho e Pero. Dopo quest’ultima località si entra nel territorio comunale di Milano e, nel tratto di collegamento che immette al circuito finale, si sfiorano gli impianti sportivi della zona di San Siro con lo stadio Meazza, gli ippodromi, la Certosa di Garegnano, zone, dove abitavano Antonio Maspes e Stefano Allocchio (accostamento ciclisticamente un pochino “ardito”… così come la recente immagine di Allocchio con Greg LeMond, ma così è) e immettersi quindi nel carosello finale del circuito con traguardo in Corso Sempione. All’interno del perimetro del circuito sorgono il glorioso velodromo Vigorelli che aspetta di conoscere il destino che l’attende, così come il vecchio Palazzo dello Sport di piazza VI Febbraio, teatro dell’attività invernale su pista per vari decenni, al vecchio Quartiere Fiera, circondato ora dai moderni edifici del nuovo quartiere City Life, la sede Rai di Milano. Nei pressi si trovano anche il Castello Sforzesco, l’Arco della Pace, l’Arena Civica intitolata a Gianni Brera che evoca il nome di un altro grande del giornalismo, sempre vicino al ciclismo, Mario Fossati, che qui ha vissuto per lunghi anni. Corso Sempione ha ospitato già molteplici conclusioni della corsa rosa che, nella sua casa natale di Milano, saprà come sempre riservare applausi e affetto a tutti i protagonisti dello splendido Giro d’Italia 2015, in primis i corridori, sia per i campioni che saliranno sul podio, sia per quelli che sul podio delle varie classifiche non saliranno. Tutti comunque degni e meritevoli di un grande applauso per l’impegno profuso offrendo continuo spettacolo che già da domani mancherà agli appassionati. Dopo un sentito e doveroso bravo a corridori e organizzatori, diciamo che non ci mancherà la petulante, sovente vuota, accompagnata da personalissima sintassi e grammatica, ripetitiva, eccessiva loquacità di “miracolati”, e di vario genere, armati di microfono, un’arma che sovente si rivela spianata contro il ciclismo. Recitano in teatrini con triti copioni autoreferenziali e autopromozionali, sono opinionisti in servizio permanente effettivo e/o di complemento, pronti ad allinearsi e allearsi con tutte le – assai mutevoli - opinioni, secondo convenienza. “Fiumi di parole”, come la canzone degli Jalisse. Un plauso per corridori e gruppi sportivi, per gli organizzatori, ai vari livelli e per le immagini televisive che hanno proposto lo spettacolo della corsa e del Paese.
Giuseppe Figini
Potete seguire la diretta della tappa a partire dalle 13 scegliendo il tasto LIVE in alto allapagina o CLICCANDO QUI
Io sono di Milano e per quanto mi riguarda il giro poteva restare a Brescia o Trieste visto il trattamento riservato, il tour finisce in uno scenario strepitoso, la vuelta idem e il giro ???????? corso sempione, potevano addirittura venire a casa mia e facevano il giro cernusco vimodrone e ritorno, vergogna !!! il giro per milano e i milanesi è solo un impiccio.
e insistono!
31 maggio 2015 17:10lupin3
tristezza infinita il circuito di milano con poche migliaia di persone, sicuramente in maggioranza non milanesi. Basta!!! Il ciclismo e il Giro non meritano queste umiliazioni... aboliamo milano...e già che ci siamo anche la Sanremo facciamola partire da Pavia che sicuramente saprà riservare un'accoglienza diversa al gruppo.
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