CONTADOR: «I grandi giri si vincono nei giorni no». AUDIO
GIRO D'ITALIA | 30/05/2015 | 17:17 Alberto Contador, nonostante una giornata no, è ufficialmente il vincitore del Giro d’Italia che si concluderà domani con la passerella da Torino a Milano. Queste le sue dichiarazioni nel corso del Processo alla Tappa: «Per me è stata una giornata dura, il Colle delle Finestre si è dimostrato ancora una volta davvero esigente, ma ho mantenuto il mio ritmo e sono rimasto tranquillo, gestendo il vantaggio che avevo dalla mia parte. Provo grande ammirazione per Fabio e, se posso permettermi di dargli un consiglio, i grandi giri si vincono salvando i giorni no. Questa maglia è davvero importante per me, qualcuno può pensare che sia facile, ma anche se tutti ti danno per favorito e sei già riuscito nell'impresa devi lavorare tanto per raggiungere il traguardo. Vincere il Giro per la terza volta, sì per me e la gente è il terzo, è un sogno. Ho vissuto tre settimane di affetto come se fossi nel mio paese quindi voglio dire grazie, grazie, grazie a tutta la gente. Mi sono posto un obiettivo difficile da realizzare in un solo anno, fare la doppietta Giro - Tour è un'impresa ma ci voglio provare. Sinceramente ho già la testa al Tour, darò il massimo per vincere anche la Grande Boucle. Cosa rappresenta per me questo Giro? Sogni, emozioni e ricordi che custodirò per sempre».
Le parole in conferenza stampa:
Tappa complicata oggi.
«Ho dovuto controllare, analizzare sempre la situazione in gara, sapevo di avere un buon vantaggio. Oggi conoscevo l’ultima parte, dovevo stare calmo, non dovevo andare nel panico. Non ho avuto una crisi di fame, fortunatamente ho mantenuto la maglia».
Cosa doveva fare Aru contro di te per batterti?
«Non lo dico perché è possibile che saremo insieme tra poco più di un mese in un’altra corsa (ride). No, mi congratulo con lui. Ha sofferto tantissimo in una giornata, poi ha fatto fine Giro incredibile. Parliamo tanto di futuro, ma lui è già parte del presente».
Oggi hai avuto paura di perdere il Giro?
«No, forse scatta un meccanismo di autocontrollo, perché se pensi che lo stai perdendo potresti provare a recuperare tutto in un km e vai in crisi, ci va tranquillità, ho spinto in discesa, ho messo un pignone più grande nel finale».
Una vittoria più dura del previsto?
«È stato un Giro davvero impegnativo, ma me l’aspettavo, gli arrivi sulla carta non avevano pendenze alte e ha creato impressione che fosse poco duro, ma la stanchezza accumulata era molta. Ogni tappa è stata sempre molto combattuta e ad alta velocità per recuperare dalle fughe. Avrei preferito ovviamente un Giro meno difficile, ma preparando l’accoppiata sapevo avrei faticato molto qui».
Sei più ottimista per il Tour?
«Ora devo recuperare il massimo possibile, sin da stanotte. Vediamo a che livello ci potremmo presentare, cercherò di presentarmi al top».
Hai vinto da solo contro un’Astana fortissima? Quali compagni vorresti portarti al Tour?
«Posso solo dire grazie per il lavoro che hanno fatto i miei compagni, sono stati bravissimi e hanno dato il 100%, sono stati sempre concentrati. L’Astana ha corso a un livello superiore a tutti gli altri, erano sempre in tanti nei momenti più importanti, se eravamo 10 loro erano 5, se eravamo in 8 loro erano in 4. Malgrado le apparenze, senza la mia squadra non sarei in rosa».
Che tipo di crisi hai avuto sul Finestre?
«Credo fosse disidratazione. Può sembrare assurdo visto che non era caldo, ma stamattina avevo un peso più basso a causa della tappa di ieri, molto dura, forse ho bevuto meno del necessario. Non è stato per fame».
Che ne pensi dell’affetto del pubblico nel momento di difficoltà?
«Mi hanno dato un sostegno incredibile, li ringrazio infinitamente per il calore e affetto. Posso dire che ho vinto questo Giro per loro, sono venuto per i tifosi più che il palmares».
Che voti daresti a te e Aru?
«Per me non mi espongo. Per lui non posso che dargli 10 perché ha sofferto in maniera incredibile, ma l’ha superato e ha terminato al secondo posto con due vittorie di tappa, alla sua età che altro chiedergli?».
Sei arrabbiato per come si è comportato Landa quando eri in difficoltà?
«Non ho nessuna rabbia per Landa, quando ha vinto il giorno dopo parlavamo prima della cronometro e quando l’ho superato non c’era astio. Sul fatto del Mortirolo, ognuno può trarre le proprie conclusioni. A Verbania la situazione era diversa, completamente, perché io ho forato e loro hanno attaccato, mentre a Verbania noi stavamo già tirando per attaccare la salita per prime. Credo che le mie tattiche siano state buone, mi hanno permesso di vincere, ho speso meno energie possibili. Sono felice, al contrario, per il ciclismo spagnolo, che sta tornando».
Ti vedi in Landa quando eri giovane?
«Mi vedo più in Aru».
Sul podio hai fatto tre.
«Per me è la terza vittoria al Giro e anche per la gente che mi ha seguito sulle strade e per la TV e per gli altri corridori».
Se correva con gli uomini dell'ASTANA oggi avrebbe dato in classifica generale 20 minuti al secondo che sia stato Landa o Aru.
Avanti Alberto, prossimo obiettivo il TOUR 2015
30 maggio 2015 19:15SCOTT
Grande ALBERTO, ti sei dimostrato un vero signore, te ne rende merito anche ARU che è un ragazzo intelligente. Veramente il giro è stato vinto soltanto da tè, senza nessun apporto della tua squadra, non oso immaginare se tu fossi stato un corridore ASTANA.........
immenso contador
30 maggio 2015 19:53delfino
le truppe con un solo "uomo" hanno vinto la guerra....l'esercito con 9 uomini hanno vinto le battaglie.
Cmq complimenti a tutti per il bel giro ma perché sia ancora più bello ci vogliono piu' corridori "vincenti" preparati per la vittoria finale!
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