GIRO D'ITALIA | 23/05/2015 | 08:09 Ed eccoci all'ora della verità. Che per la verità sarà più lunga di un'ora. Già perché la cronometro - l'unica individuale del Giro d'Italia numero 98 - definita "del Prosecco" misura ben 59,5 chilometri. E sarà un indiscutibiel momento chiave della corsa rosa, una crono destinata a dare una nuova veste alla classifica, tanto per piazzamenti quanto per distacchi. A partire per ultimo e in maglia rosa sarà Fabio Aru, scampato all'ennesima ecatombe di massa della corsa, salito lassù in cima alla classifica, lui scalatore puro, nella tappaa più piatta del Giro. Ne abbiamo viste di tutti i colori in questa edzione, ne vderemo oggi e tante ancora la prossima settimana. Ma andiamo per gradi - citazione d'obbligo in queste lande - e cominciamo a scoprire la verità odierna. E’ certamente la tappa che, subito già dal momento della presentazione, ha dato la stura alla più ampia gamma di commenti e interpretazioni al riguardo di un preteso “cui prodest” per favorire o invogliare presenze di protagonisti di grande richiamo delle gare a tappe, versati nella specialità. E via a ipotesi, decrittazioni, congetture interpretative anche assai personali, e altro. Tutto per spaziare e interessare lo scibile – o presunto tale – ciclistico. Di tutto e di più, come è forse naturale che sia. E’ certamente, obbiettivamente, con il conforto e il supporto dei numeri, una cronometro individuale impegnativa – e già distanza basterebbe a giustificare l’uso dell’aggettivo – tracciata in un ambiente di peculiare suggestione paesaggistica. E’ una zona dove s’inserisce pure l’addendo di una straordinaria, indefettibile, passione a tutto tondo per le due ruote. Treviso è un nome che comporta e rimanda a specificità monumentali, architettoniche e di costume specifiche e proprie, caratterizzanti. Lo sport ciclistico si esprime e riassume, fra molti altri, attraverso i nomi della gloriosa, ultracentenaria U.C. Trevigiani, Pinarello, con il capostipite “Nane”, Giovanni Pinarello, scomparso da poco, che ha saputo trasformare una non eccelsa carriera ciclistica con l’obiettivo perseguito della maglia nera del Giro. Una caratteristica che gli ha garantito una certa notorietà, base con altre doti della costituzione di un’eccellente, affermata realtà produttiva nel settore delle due ruote a livello mondiale. Una realtà alla quale hanno contribuito, con passione e capacità, i figli Carla, Fausto e Andrea, purtroppo scomparso in giovane età. Il territorio è sempre fertile terra di coltura ciclistica, a tutti i livelli, con nomi di valore ed importanza, sempre presenti, sempre attivi. Il tracciato si prospetta diviso in due parti quasi uguali per distanza, un complessivo di 59,5 km. I primi trenta, da Treviso a Conegliano, sono adatti per quelli che una volta si definivano “veltri”, ossia i passisti di rapporto, anzi rapportone. Villorba, Spresiano, Ponte della Priula, luogo storico legato alla prima guerra mondiale, sono i centri che s’incontrano prima di raggiungere Conegliano, splendida città che ogni anno ricorda i protagonisti del ciclismo con il Gran Gala. Si è nel cuore della Marca Trevigiana. Da qui il paesaggio – e l’altimetria soprattutto – muta presentando frequenti rilievi nell’incantevole scenario della “strada del vino bianco Prosecco” e la sua sublimazione, si così si può dire, “il superiore di Cartizze”, originato dalle vigne di Valdobbiadene. Prima si affrontano lo strappo classico della Rua di Feletto, San Pietro di Feletto, discesa verso Pieve e Farra di Soligo, nomi assolutamente ciclistici così come Col San Martino. Finale sempre mosso con andamento variamente sinuoso e variabile per Guia, Santo Stefano e San Pietro di Barbozza prima di raggiungere il traguardo in una delle capitali delle bollicine. Qui era già stato posto un traguardo di tappa nel Giro d’Italia del 2009 con vittoria e maglia rosa per Alessandro Petacchi. E’ sicuramente e facilmente individuabile come una tappa decisiva della corsa rosa 2015, una frazione con terreno e caratteristiche per corridori con gambe, cuore e testa forti, molto forti.
Giuseppe Figini
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