L'ABC di COSTA. MARANGONI-MALAGUTI, BEGLI AMICI

GIRO D'ITALIA | 20/05/2015 | 18:38
di Angelo Costa     -

A come amici. Nel senso di persone legate da uno stretto legame affettivo. Nel ciclismo, come nella vita, le amicizie nascono, si spezzano, si cementano, durano per sempre. E’ uno dei tanti buoni aspetti di uno sport che spesso gode di una fama peggiore di ciò che merita. Non è un caso che in Romagna, dove vive la popolazione più accogliente verso chi viene a visitarla, sia andata in scena una vera e propria festa dell’amicizia. Primo esempio: Marangoni e Malaguti, ravennate il primo, forlivese il secondo. Compagni di allenamento, ma non di squadra, nella tappa sulle strade di casa sono andati ancora in fuga: l’avevano già fatto pochi giorni prima, ma era soltanto la prova generale. A Forlì hanno invece tentato di vincere: quando Marangoni ha allungato nel finale, a rincorrerlo è stato Malaguti, forse perché abituato a restargli accanto in allenamento o per non lasciarlo solo. Morale dell’episodio: dagli amici mi guardi Iddio che dai nemici mi guardo io. Secondo esempio: quando negli ultimi chilometri ha forato Porte, a passargli la ruota è stato Clarke, australiano come lui ma in forza all’Orica, squadra che già nei giorni precedenti aveva apertamente dichiarato una certa simpatia dei confronti del leader di Sky. Tutto questo sotto gli occhi di un compagno di Porte. Gesto di fair play costato al tasmaniano gli ormai noti due minuti di penalità. Morale dell’episodio: chi trova un amico in gruppo, trova un tesOrica.

O come omaggio. Nel senso di ricordo. Bellissimo quello di Murilo Fischer, stagionato velocista brasiliano: nella tappa che si è conclusa nell’autodromo di Imola, ha indossato un casco con gli stessi colori di quello che portava Ayrton Senna, mito della F1 e dello sport, che su questa pista ha perso la vita in un terribile schianto ventun anni fa. Di tutti i modi che Fischer aveva per farsi notare, il migliore.

 
P come Processo. Nel senso di trasmissione tv che va in onda dopo la tappa. E’ la geniale intuizione di Sergio Zavoli, che negli anni Sessanta la inventò per approfondire i temi di giornata: alcuni dibattiti scatenati a caldo fra i protagonisti di allora sono diventati pietre miliari del giornalismo sportivo televisivo. Lo hanno riesumato dopo alcuni anni, senza mai recuperarne lo spirito originario. Ieri Alessandra De Stefano, che lo conduce, lo ha introdotto così: ‘Si parlerà di tutto quanto è avvenuto ieri’. Anche in Rai i tempi della giustizia sono lenti.

S come segnaletica. Nel senso di Ppo, Punto di passaggio obbligatorio. Confidenzialmente, pi-pi-o: come spieghiamo da giorni, è la zona dalla quale bisogna tassativamente passare per raggiungere partenze e arrivi. A sentire gli organizzatori, trovarlo è facile: basta leggere le indicazioni sulla guida della corsa. Ma soprattutto avere la fortuna di incrociarlo.

 
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