L'ABC di COSTA. Per il buon Savio un secco 6-2: set e gioco

GIRO D'ITALIA | 12/05/2015 | 20:00
B come barba. Nel senso di estetica, non di noia. Folta e lunga, orna il viso di molti corridori: nel ciclismo è un fatto inusuale, ma il senso della moda fa parte dell’evoluzione della specie. Tra i barbuti, esistono rappresentanti storici: Luca Paolini la tendenza l’ha anticipata oltre un anno fa e oggi è uno dei più popolari nel settore. Ci sono squadre di sbarbati (in qualche caso anche sbarbatelli) e altre dove se ne vedono fin troppe: una è la Giant Alpecin. E’ il team che ha come sponsor lo shampoo al caffè dell’ormai celebre spot interpretato da Degenkolb e Kittel, i due leader della squadra che qui al Giro fanno solo i testimonial del prodotto. Del quale si dicono meraviglie: aiuterebbe infatti a infoltire la capigliatura. Resta da capire se la barba sia una scelta d’immagine o sia soltanto sceso lo shampoo.
 
L come Lelli. Nel senso di Max, voce dalla moto Rai. Adesso che l’hanno rintracciato e dotato di un microfono e una cuffia che funzionano, non riescono più a toglierselo di dosso. Hanno ragione: come la spiega lui la corsa, nessuno. E’ molto tecnico: ‘E’ saltato via Paulinho’ è il modo in cui descrive un corridore che perde contatto col gruppo. E’ ricco di buoni sentimenti: ‘Stanno andando veramente d’accordo’ è la forma che usa per descrivere i fuggitivi. E’ preciso al limite della meticolosità: ‘Qui le discese sono veramente brutte, sono piene di curve’, fa sapere a chi non ha mai frequentato una montagna. E ha sempre il termine appropriato: ‘Una volta, dopo tappe come questa, arrivavi nel finale finito o spento’, dice: da come parla, sembra che si riferisca al telespettatore e al suo televisore.
 
M come modulo. Nel senso di strategia di gara. Il primo a dichiararla è stato Gianni Savio, uno dei manager storici della bici: prima del via da Sanremo, ha annunciato che la sua Androni avrebbe corso con il 6-2-1. Spiegandolo così: sei faticatori per entrare nelle fughe, un paio di uomini veloci per provarci nei finali di tappa e un capitano, Pellizotti, per dare un occhio alla classifica e a una vittoria di tappa importante. Dopo quattro giorni, il buon Savio si ritrova senza la punta: nelle due tappe liguri più agitate, Pellizotti ha incassato una ventina di minuti di ritardo. ‘Colpa dei crampi’, spiega il manager, che giustamente confida nella ripresa della squadra, anche per poter tornare al modulo tattico originario. Al momento deve accontentarsi del 6-2: gioco, set.
 
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