GATTI & MISFATTI. FORMOLO DIVENTERA' CAMPIONE, MA CHE GODURIA
GIRO D'ITALIA | 12/05/2015 | 18:15 di Cristiano Gatti
Dicono già che sia nata una stella, io personalmente non saprei dire, mi sembra ancora un po’ prestino. Anche perché la stella è qualcosa di molto grande e di molto serio, mica si può dare della stella a qualcuno così per dire. Qui mi sembrano già tutti impazziti: gli chiedono di far saltare il banco, addirittura di arrivare sul podio. Ci s’intende alla svelta: volesse il cielo che davvero arrivasse sul podio, volesse il cielo che arrivasse anche sul gradino più alto. Però andiamoci piano. Piano con la frenesia di avere già il nuovo Nibali. C’è tutto il tempo. Non c’è proprio fretta.
Al netto di tutte le precauzioni, comunque, che bellezza questa tappa e che bellezza questo vincitore. I nostri ragazzini sono accusati di stare sempre nella bambagia, di avere mille tremori e mille scuse davanti alle difficoltà, di non avere la personalità per prendere in mano il loro destino e superare gli ostacoli della vita. Con la sua faccia bambina, Formolo manda a quel paese tutto il vecchiume dei nostri pregiudizi e dei nostri luoghi comuni, partendo subito in fuga, lavorando come un matto, e alla fine attaccando persino in solitudine, mentre i compagni di avventura tentennano senza crederci più.
Nessun calcolo, nessuna paura, nessun tremore. La verità è quella di sempre, alla faccia dei supertecnici che tengono i giovani sotto le campane di vetro, come polli d’allevamento, “perché devono crescere con calma, poco per volta, senza fretta”: la verità è che quando il talento c’è, non c’è teoria e non c’è strategia capaci di tenerlo nella cesta. Salta fuori. Esplode. Dilaga.
Grandissima rivelazione, questa tappa di Formolo. La rivelazione del coraggio giovane, ma anche della saggezza giovane. La giovinezza migliore che osa e che calcola, che bilancia istinto e ragionamento. Che pedala e che pensa. Basta questa tappa feroce, per capire la pasta di Formolo. Che certo non nasce qui e non nasce oggi, ma che certo qui e oggi rivela i connotati di una classe superiore, fuori dalla media. Certo questo non è un punto di arrivo, è solo un punto di partenza. Ma è un punto importante come un centro di gravità: su giornate come questa si possono costruire le cose più belle e più grandi. Con calma, senza inutili frenesie. E comunque, bene o male che vada questo suo Giro, lo voglio proprio dire con un incontenibile senso di liberazione: dannazione, finalmente abbiamo un ragazzo che dice apertamente, in questo santuario di gente seriosa, in questo laboratorio di scienziati incalliti, le parole più belle e più intramontabili della beata gioventù, le parole che ormai nessuno usa più, le parole che però funzionano da balsamo in tutti i mestieri e anche a tutte le età: “Mi sono proprio divertito”.
Bravo ragazzino, prima hai battuto tutti in bicicletta, poi hai insegnato qualcosa a chi abbia orecchie per ascoltare. E cervello per capire. Perché nella vita conta certo il sacrificio, la volontà di ferro, la dedizione metodica e l’intero armamentario della perfetta persona, ma per fortuna rendere tutto più bello e più lieve spetta a una cosa soltanto, a qualcosa di superiore e di inestimabile: allo spirito. Conta lo spirito, nel fare le cose. A tutti i livelli, in tutti i mestieri. Fa sempre la differenza. Divertiti ancora ragazzino. Divertiti sempre e comunque, anche quando capiterà di perdere. E’ l’unico modo per non perdere mai.
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