PROFESSIONISTI | 24/04/2015 | 13:51 È solo una questione di rispetto, ma anche di opportunità. Non è il caso di farla troppo grossa, ma la questione non è piccola. Oggi a Milano si è riunita la Lega del ciclismo professionistico, alla quale hanno partecipato team-manager e organizzatori, mentre a Cles, in Trentino, si svolgeva l’atto finale di una corsa che forse non solo poteva essere sede di questa assemblea elettiva, ma perlomeno meritava di essere rispettata. Mi sembra superfluo dover ricordare a tutti che il ciclismo italiano versa in condizioni estremamente difficili. Le corse ormai sono pochissime e quelle poche devono fare i salti mortali per poter sopravvivere. Ho sempre sostenuto, e ancora oggi ne sono convinto, che il giorno in cui vanno in scena “corse monumento” o Grandi Giri, tutte le gare organizzate sotto l’egida della Federciclismo, dovrebbero essere necessariamente concluse in un orario che possano consentire ai giovani atleti e atlete, ai loro dirigenti e a tutti gli appassionati di tornare a casa per dare modo a tutti di vedere in tv il grande ciclismo. È una questione di attenzione, di rispetto e di cultura. Lo stesso mi aspettavo potesse essere fatto oggi per il Trentino-Melinda. Invece hanno messo nelle condizoni i team-manager delle squadre di abbandonare il Trentino per correre a Milano e agli organizzatori del Trentino di non poter rispondere alla convocazione dell'assise milanese. Non penso che la cosa sia premeditata, ma che la scelta non sia stata delle più felici è sotto gli occhi di tutti. p.a.s.
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