CARO CLAUDIO, CI MANCHERAI

TUTTOBICI | 18/02/2015 | 06:50
A me quest’angoscia an­nuale delle piccole squadre in attesa di sa­pere se saranno ammesse o no al Giro d’Italia - o al Tour de France - mette una profonda mestizia. A dirla tutta, non fa­tico a immedesimarmi in questi sponsor, in questi tecnici, in questi atleti che tutte le sere vanno a letto con l’ansia di conoscere il proprio futuro, sapendo che un sì o un no di Vegni & C. può cambiare il loro destino. Detto tra parentesi, non credo siano molto se­reni e tranquilli neppure Vegni & C., perché certamente si rendono conto del loro potere di vita e di morte (in sen­so relativo, capiamoci), sa­pendo benissimo che qualunque scelta finirà per addolorare qualcuno. Ad ogni buon conto è su quelle piccole squadre, che già faticano dannatamente a mettere assieme un budget, a darsi un’organizzata, a stipendiare padri di fa­mi­glia, che comunque si ab­batte come un ciclone la mannaia degli inviti e delle esclusioni. Da quel sì e da quel no dipende l’intera stagione, co­me minimo. Come massimo, dipende l’esistenza stessa di un progetto.

Non mi addentrerò nemmeno di un millimetro nel terreno minato del­le recenti decisioni. Non perché sia particolarmente codardo e ruffiano: se c’è da scegliere, io scelgo. Ma siccome in questo caso tocca ad altri, par­to dal presupposto che avranno avuto mille ragioni e mille riflessioni per arrivare alla lo­ro decisione. Ciascuno invita chi vuole, a casa propria. E chi sono io per dire che questo meritava più di quest’altro? Sappiamo tutti chi non merita proprio nulla, ma quando due squadre hanno tanti pregi e tanti difetti più o meno equivalenti, è veramente dura stabilire chi meriti di più e chi di meno. Resta soltanto l’evidenza dei fatti: al Giro correrranno squadre che ne farebbero volentieri a meno, che partono perché proprio non ne possono fare a meno, che ga­reggiano con lo stesso entusiasmo che sentono recandosi dal dentista, mentre resteranno a casa squadre che venderebbero l’anima al demonio per poterci almeno provare.

È un criterio sgradevole e ambiguo, ma è l’unico criterio che ci resta do­po anni di riforme: gli squadroni, anche di malavoglia, hanno diritto a giocare sempre, le squadrette hanno diritto solo se garba all’organizzatore. Punto. L’idea di un’allegra e totale libertà non va considerata romanticamente come la migliore. Lo è solo in apparenza. Ma bisogna stare molto attenti. Prendiamo il Gi­ro: se non ci fossero al via gli squadroni per diritto ac­quisito - cioè per obbligo -, non so quanti squadroni di questi tempi verrebbero alla corsa rosa. Rischieremmo se­riamente di avere i Reverberi e i Savio come massimo prestigio del gruppo: il che non toglie nulla a questi valorosi team nostri, ma spiega bene il concetto.

Ci sono pro e contro. Nel ramo inviti, resta so­prattutto l’antipatica idea che poi alla fine non valgano oggettivi criteri di merito e di valore, ma altri fattori sommersi, come vecchi dispetti, eterne antipatie, per non dire altro. È il limite del sistema, nessuno può negarlo. E comunque, anche in caso di una scelta serena, ponderata, disinteressata, restano vittime sul terreno. È per questo che prima ancora di avventurarci nell’avventura del nuovo Gi­ro, mi sembra giusto e doveroso rivolgere un pensiero a chi resta fuori. Non ci sono molte parole, tanto meno pietosi pat-pat sulla spalla, che possano addolcire il suppostone. È una brutta tramvata, altro che storie. La speranza è che gli effetti si esauriscano in questo periodo, senza incidere sul futuro stesso delle squadre. Questo, davvero, è un augurio sentito e accorato.
Personalmente, ad esem­­pio, farò fatica a ve­dere un Giro senza Claudio Corti in Giro. Non è un santo e non è un eroe, è semplicemente un uomo con tanti pregi e con i suoi bravi difetti, però nella storia del no­stro ciclismo è qualcosa. Da dirigente, soprattutto, ha sempre messo assieme squadre di assoluta dignità, ben organizzate e registrate a puntino, senza mai cadere un solo giorno nella dimensione della sbracata armata brancaleone. Non so bene che cosa gli sia mancato questa volta per portare un po’ di Colombia sulle strade d’Italia: probabilmente, i colombiani migliori, ac­ca­sati altrove. Ma sul piano della serietà, in senso globale, non mi pare abbia deficit. Ep­pure non è bastato. È andata così. Siccome il ciclismo, per quanto cerchino di disumanizzarlo, resta essenzialmente uno stupendo circolo di umanità, voglio comunque dirgli in tutta amicizia che mi mancherà. E non credo solo a me. Dacci dentro Claudio, non è questo il momento di mollare: quando si chiude una porta, bisogna prima o poi riaprirsi un portone.

Cristiano Gatti, da tuttoBICI di febbraio
Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Filippo GANNA. 10 e lode. Parte forte, per concludere fortissimo. Gli ultimi quattro chilometri a oltre 63 chilometri orari (62, 970, per la precisione gli ultimi 4.200 metri), per una media finale che è di gran lunga superiore ai 56...


La città e il traguardo di Valladolid portano bene a Filippo Ganna. Esattamente come due anni fa, infatti, il campione italiano contro il tempo della Ineos-Grenadiers si è imposto nella cronometro con partenza e arrivo nella località castigliana...


Ci aveva detto che non era al massimo della condizione e che c'era il rischio saltasse il GP de Québec, ma a Michael Woods le cose sono andate ancora peggio. L'atleta canadese, infatti, a causa di un'ernia saltata fuori nelle...


L'Union Cycliste Internationale annuncia che il corridore italiano Giovanni Carboni è stato provvisoriamente sospeso in conformità con le regole antidoping dell'UCI, a causa di anomalie inspiegabili nel suo passaporto biologico dell'atleta nel 2024. L'UCI non commenterà ulteriormente mentre il procedimento...


Il Tour de l’Ardèche ha ripreso la sua marcia e, dopo l’annullamento della tappa di ieri deciso dal Prefetto, oggi ha proposto una frazione di 119 chilometri scattata da Avignone e terminata a Pernes-les-Fontaines con la vittoria di Mischa Bredewold....


Uno, due e tre. È un Isaac del Toro scatenato, quasi impossibile da domare. Il messicano cala il tris nel giro di quattro giorni stravincendo il Gp di Peccioli - Coppa Sabatini, un successo che si aggiungere al GP Industria...


Cesare Chesini brinda al successo nella seconda tappa del Turul Romaniei (Giro di Romania), la Pitești-Pasul Dichiu di 172 chilometri. Il veronese della MBHBank Ballan CSB Colpack si è imposto in volata sull'austriaco Hofbauer con il quale è stato autore...


Il magnifico scenario offerto da La Spensierata Cantina Vinicola in Franciacorta a Monterotondo di Passirano ha accolto ospiti, autorità, media e amici che hanno presenziato alla conferenza stampa di presentazione ufficiale di La Dario Acquaroli, la gara MTB internazionale che...


Con il Grand Prix Cycliste de Québec 2025 comincia il grande weekend di ciclismo in terra canadese. Corridori e squadre sono arrivati in città martedì sera e in questi giorni, oltre a smaltire il jet lag, ne hanno approfittato per...


Christian Scaroni (XDS Astana), sesto nell’appuntamento toscano, consolida la sua leadership in vetta alla classifica della Coppa Italia delle Regioni: grazie ai 18 punti conquistati sale a quota 118 nella graduatoria individuale, allungando ulteriormente su Giulio Ciccone (Lidl-Trek). Continua la crescita di Davide Piganzoli (Polti...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024