MARTINELLO. Ma una nuova politica antidoping è possibile?

DOPING | 28/12/2014 | 07:52
Silvio Martinello è un attento analista dei cose dello sport e del ciclismo. La sua ultima riflessione, che l'ex campione oggi opinionista ha postato sul suo blog, è davvero molto interessante e apre la porta ad un dibattito che può diventare costruttivo.

Una nuova politica antidoping è possibile? Tema
spinoso, me ne rendo conto, soprattutto se a trattarlo è un ex ciclista come il sottoscritto, tra l’altro attivo tra i prof dal 1986 al 2003, epoca dei “dannati”!

Lo spunto per scrivere quanto mi accingo a fare, mi è venuto dal “malessere” che puntualmente mi coglie quando vedo sportivi e ciclisti in particolare, gettati sulla graticola al minimo sospetto, con addetti di ogni livello e ruolo impegnati nel lancio della pietra più pesante possibile, giornalisti che cadono dalla sedia colti da shock, tutti intenti a scaricare lo sfigato di turno come fosse infetto da un virus letale.


In queste settimane la cronaca si è giustamente soffermata sulla sorprendente richiesta di pena che la Procura Antidoping del Coni ha fatto per Carolina Kostner, obiettivamente fuori misura anche se rigorosamente rispettosa dei regolamenti.  La posizione che il Presidente del Coni Malagò ha assunto mi piace, rischiosa ma non ha avuto timore di esprimere in modo esplicito il suo disappunto. Ciò che mi piace ancor di più è la posizione assunta dal Presidente della Federazione Italiana Sport del Ghiaccio, Andrea Gios. Non credevo alle mie orecchie! Mi sono detto: “Vuoi vedere che c’è in giro un soggetto politico sportivo, addirittura un Presidente Federale in questo caso, deciso a metterci la faccia?” Ho pensato che probabilmente ci sarà qualcosa che non riesco a cogliere, non conoscendo le carte della vicenda, ma non importa. Ciò che emerge è la forza ed il coraggio di un dirigente sportivo di primo piano che difende il proprio patrimonio, i propri atleti, la propria disciplina, fino a prova contraria! E che non si limita a dichiararlo, ma mette a disposizione della propria atleta risorse e professionisti per tutelarne l’onorabilità, e soprattutto per tutelare l’immagine del proprio sport. Non conosco personalmente il Presidente Gios, ma questa iniziativa valutata da addetto ai lavori del ciclismo, me lo rende particolarmente simpatico. Il rischio che si è assunto non è da poco, le immancabili “indiscrezioni” che con puntualità svizzera e come da malsana abitudine italiota escono dalla Procura incaricata dell’indagine sembrano decisamente compromettenti per Carolina. Quelli che la sanno lunga hanno già sentenziato, non se la caverà!  Nonostante ciò il Presidente ha preso questa iniziativa, assumendo una posizione netta, senza se e senza ma.


Faccio da solo i paragoni tra i due sport, tra il problema specifico e circoscritto che ha deciso di affrontare il presidente della FISG e quelli enormi che hanno investito e investono il ciclismo, che certamente qualche solerte lettore solleverà, a me interessa sottolineare il concetto, il comportamento, la volontà di tutelare il proprio patrimonio, i propri atleti, fino al momento del giudizio. Diciamocelo, nel ciclismo non siamo abituati al garantismo, anzi, proprio non sappiamo cosa sia, spesso si è guardati con sospetto solo perché lo si pratica. Negli ultimi 20 anni l’hobby preferito dei dirigenti sportivi italiani, del ciclismo e non, (e penso soprattutto ai vertici del CONI), è stato quello di svuotare il movimento di ogni minima forma di tutela. Anzi quando emergeva qualche problema in altre discipline, immancabilmente c’era chi si attivava per concentrare l’attenzione su qualche “caso” ciclistico, anche datato. Ma vallo a spiegare al “popolo” assetato di sangue che si tratta di cose vecchie! L’obiettivo era ed è quello di spostare l’attenzione sul ciclismo, tanto diranno: “Quelli sono abituati a convivere con tutto questo”. Addirittura qualche carriera dirigenziale è stata pianificata o rilanciata sulla “tolleranza zero” mascherandola con “garantismo zero”.

Chi ricorda Alessandro Ballan? L’ultimo Campione del Mondo Italiano? Bene, è ancora al palo in attesa di giudizio. Una carriera stroncata, una famiglia lasciata in balia della sola propria forza di volontà, in attesa di un giudizio che non arriva. Non potremmo tranquillamente paragonare Alessandro per valore sportivo ed immagine a ciò che rappresenta Carolina Kostner per la FISG?

“Se solo fossi stato trovato positivo a quest’ora sarei già tornato a correre”, mi raccontava qualche settimana fa Alessandro, “invece così non posso pianificare la mia vita, quel che resta della mia carriera sportiva ormai compromessa, il mio futuro e quello della mia famiglia”.

Ma sì caro Alessandro, cosa ti aspetti?  Sei un ciclista, devi essere preparato, non sei uno sportivo qualunque, quindi giù dritto all’inferno! Quello è il posto che ti meriti. Poi se per puro caso dovessi essere messo nelle condizioni di ritornare a correre, ti accorgerai che probabilmente ormai nessuno ti vuole, anche perché non sei più giovanissimo e ormai da diverse stagioni non gareggi. Tranquillo, ti esprimeremo il nostro dispiacere, ma per cortesia, se non ti fai vedere in giro ci fai un favore. Grazie per la gioia che ci hai regalato a Varese, quella stoccata vincente ce la ricordiamo bene, ma abbiamo già voltato pagina, siamo già in nuova epoca, ora grazie alla tolleranza zero, che ammettiamo qualche vittima innocente l’ha fatta, siamo tutti più belli e profumati.

Il dott. Gios, Presidente della FISG ci ha fatto capire che una diversa politica antidoping è possibile, anche nel ciclismo, naturalmente senza dimenticare che non siamo nella Federazione Sport del Ghiaccio, ma appunto nel ciclismo, il problema nel nostro straordinario mondo esiste eccome, e nessuno tra noi conosce ancora il costo finale che sarà comunque altissimo, ma capiamo anche che probabilmente il problema si poteva e si può affrontare provando a fare meno danni collaterali rispetto agli irrimediabili fatti finora.

Silvio Martinello, da www.smartinello.wordpress.com

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COMMENTI
in completo disaccordo
28 dicembre 2014 09:58 uybello79
Ogni volta che leggo di doping non posso fare a meno di rimandare alla lettura de "lo sport del doping" di Alessandro Donati. Io credo in quel libro e non in queste dichiarazioni o pseudo ragionamenti ad effetto che fan solo finta di voler risolvere i problemi.
Saluti, Martinello!

Venghino signori venghino
28 dicembre 2014 11:32 ruotone
A voi la ristampa di:
Lo sport del doping di Sandro Donati. 10 sesterzi!

Signori e signori abbiamo anche il libro scomparso:
Campioni senza valore, sempre del profeta Sandro Donati. 100 sesterzi!

Prendetelo prima che la mafia del doping nel ciclismo lo faccia ritirare di nuovo.
Il nostro profeta ha subito mille ingiurie ed ingiustizie per avere scritto queste verità. Nemmeno Gesù Cristo subì le stesse punizioni. Rendiamo onore al profeta di sventura.
Inshallah.

La pubblicità si deve pagare
28 dicembre 2014 11:35 ruotone
Che qualcuno voglia fare soldi con i libri scandalistici sul doping è un suo diritto, ma che almeno paghi la pubblicità a Tuttobiciweb.

Perché invece non parlare nel merito di quanto scritto con estrema saggezza e misura da Silvio Martinello?

Lasciamo fuori le cassandre del malaugurio e parliamo di concretezza.

Autoassoluzione
28 dicembre 2014 11:44 dany74
Un classico.

Giustizia autoreferenziale ed autoassolutoria.

Continuiamo così che va bene!

Daniele

Parole Parole Parole.......
28 dicembre 2014 12:50 gass53
La mia è: ma perchè questi Personaggi, Ex Ciclisti di Alto Livello, Come Lui,come Cassani, che fanno e hanno fatto i COMMENTATORI in Tv, quando cè qualche caso di doping, SVICOLANO SEMPRE DAL DISCORSO E NON SANNO MAI NIENTE????? Cominciate Voi, che ne sapete molto di più di noi, che non siamo così dentro a questo mondo del Ciclismo ????? Attenzione ho scritto che NE SAPETE e per SAPERE, non importa che uno abbia fatto il BIRBONE............

28 dicembre 2014 14:00 siluro1946
Sempre e solo parlate di doping. Capisco chi ci ha costruito sopra una carriera e scrive libri, ma gli altri? Occupatevi di altri sport, dove squalificano il martedì ed assolvono il mercoledì, alle federazioni con il presidente squalificato ed il CT a sua volta condannato, per gli atleti che taroccano le misure, per chi viene trovato con l'ago nel braccio contenente "acqua", per il baciatore "fortunato"di soubrette infette, ma lasciate in pace chi si vuole occupare di ciclismo.

W Martinello
28 dicembre 2014 19:32 geo
Lasciamo a casa i moralisti: Silvio Martinello presidente della FCI!

I paragoni (talvolta scorretti) di Sivio Martinello
28 dicembre 2014 22:24 Bartoli64
Tralsciando le czte madornali scritte dalla solita “feccia da blog”, e mi riferisco a colui che in passato era uso avvalersi di due nickname - cosa scorrettissima - vale a dire il blogger RUOTONE, registrato anche con il nick di ROMARIO e che una volta spu*tanato ha fatto sparire dalle scene (anche se è significativo il fatto che proprio oggi - ormai in definitiva mancanza del suo “amico immaginario” - abbia postato due “scemità” l’una attaccata all’altra), val sicuramente la pena parlare un pò della figura di Martinello e di ciò che ha espresso oggi.

Che il buon Silvio sia un commentatore di primissimo livello per capacità di analizzare la corsa, commentare le azioni ed esporle con la massima chiarezza ai telespettatori è un dato di fatto inconfutabile, così come è inconfutabile la sua professionalità, sia da corridore, sia da commentatore televisivo.

Il fatto che sia stato Prof. negli anni più neri del doping lo ha certamente penalizzato, ma è anche significativo il fatto che i blogger più attenti e sensibili al problema del doping lo vadano a “beccare” per certe sue uscite, quando lui stesso dimostra poi una certa “reticenza” nel parlare del problema ai suoi tempi (ed è anche comprensibile).

Martinello dice parole sacrisante quando afferma che il sistema dell’antidoping andrebbe riformato, soprattutto nei suoi “tempi decisionali”, anche se è da rilevare che questi tempi, sovente, risentono di quelli ancor più lunghi della Giustizia Ordinaria.

Quanto al discorso Kostner c’è da dire che avrebbe anche li le sue ragioni, ma temo però che abbia perso anche in questo caso due buone occasioni per fare una corretta e completa informazione: la prima è il tentare un improbabile parallelo con il mondo del ciclismo che (ultimi fatti di positività ed inchieste giudiziarie che si stanno per chiudere docet) è ancora ben lontano dal dichiararsi una vittima del sistema (almeno non del tutto).

La seconda opportunità persa dal bravo Martinello è però ancor più grave, perchè NON una parola (una) ha speso sul fatto che la Kostner, ancor prima dei regolamenti, ancor prima dei sentimenti, è stata anch’essa una vittima “indiretta” del doping (uno dei “danni collaterali” di cui parla ma a cui non fa però preciso riferimento).

Eh già, perchè il doping non deve essere più inteso come una mera alterazione di risultati sportivi, bensì come un vero e proprio fenomeno (spesso connotato da risvolti criminali) che è in grado di produrre conseguenze ben più nefaste di un ordine d’arrivo falsato, e la stessa dolorosa vicenda Schwazer/Kostner ne una tragica riprova (un’atleta di assoluto livello mondiale che si trova ad essere probabilmente squalificata per un reato sportivo connesso al doping, pur SENZA MAI aver assunto sostanze dopanti).

Nella mia vita, un pò tardi putroppo, ho conosciuto ed apprezzato il c.d. “Teorema di Pareto” secondo il quale, ad un 20% di cause, corrispondono almeno un 80% di effetti (ovviamente non tutti controllabili e prevedibili nelle loro future conseguenze nonostante le buone intenzioni iniziali).

Ecco caro Silvio Martinello a cosa ha portato (e chissà cos’altro ci portera ancora) il doping!

Le tue capacità espositive sono chiare e lucide ma i tuoi orizzonti ancora troppo chiusi, troppo poco lungimiranti, chiaramente “corporativisti” e forse anche un pò omertosi, mentre nella tua posizione dovresti fare maggior attenzione perchè nel fare informazione (ma solo da una parte) rischi di nascondere un’informazione ancor più importante dall’altra.

Aspetto una tua (altrettanto accorata) presa di posizione quando le inchieste che si stanno per chiudere finiranno per inchiodare alle proprie responsabilità persone che oggi, magari, qualifichi come “sfigati di turno”.

Bartoli64

P.S. il Presidente Gios ci “mette la faccia” perchè la sua atleta di punta (senza la quale la sua Federazione perderebbe almeno un 80% di visibilità) NON HA MAI fatto uso di sostanze dopanti e perchè la sua testimonianza era fortemente condizionata da un legame sentimentale (in sostanza si punta ad un forte sconto di pena).

Se gli mette a disposizione i migliori legali è per i (validi) motivi che ho sopra enunciato e se permetti, caro Silvio, sono motivi MOLTO DIVERSI da una positività accerata!

Ma tu ce lo vedi Di Rocco a spendersi faccia e soldi per le intere schiere di dopati (beccati e ri-beccati) nel ciclismo italiano? Poveraccio, a quest’ora non gli avrebbero fatto fare nemmeno il presidente di una squadretta di giovanissimi, mentre tu hai fatto un paragone scorretto (molto scorretto).


Vicino a Silvio
28 dicembre 2014 23:06 PadovanDoc
Mi sia permesso di esprimere la mia vicinanza al concittadino Silvio Martinello per le indegne allusioni che sono state scritte nel commento di questo Bartoli64.

Chi ha scritto quelle menzogne non conosce Silvio e non ha il diritto di dire cose così.
Dare dello scorretto a Silvio è da mascalzoni nascondendosi dietro ad uno pseudonimo.
Anche lo scorso anno Tuttobiciweb ebbe a dire per bocca di Gatti delle falsità su Silvio Martinello.
Vien spontaneo pensare che questo è uno di voi se gli date spago in questo modo.
Continuate così.

Martinello ha ragione
28 dicembre 2014 23:37 Mauro1974
Pochi sanno che ho avuto la fortuna di conoscere Silvio sia come atleta che uomo al di fuori dell'ambiente ciclistico. Quanto lui afferma e' verità per chi conosce veramente l'ambiente sportivo. Uomo di scienza e coscienza che spinse i suoi figli prima allo studio e più al mondo dello sport! (Esempio per me ora che ho figli che hanno la fortuna di praticarlo semiprofessionisti). Perché condannare il suo pensiero e la sua opinione? Forse chi non gravità nel mondo del ciclismo non è a conoscenza che in questo ambiente o meglio federazione la politica federale e' acqua alla sorgente rispetto alla politica di Montecitorio, dove il clientelismo e lo scambio di voti avviene quotidianamente. Si può riassumere in quanto pubblicato poche settimane fa' sulla Gazzetta dello Sport dove per doping vennero pubblicati nomi e cognomi di medici, direttori sportivi, atleti e procuratori legati tutti a un unico denominatore "business to business" senza pregiudizio alcuno! Perché la federciclismo ha abolito la figura del medico sociale iscritto alla FMSI? Dovrebbe essere il garantista dell'atleta o sbaglio? Caro Martinello se un giorno ti candiderai alla carica federale sappi che io è molti altri ti appoggeremo e mai ci deluderai!!!

fatemi capire...
29 dicembre 2015 09:22 geo
Non capisco perché l'Italia debba sempre darsi le martellate addosso: guardiamo le altre federazioni, le altre nazioni come si comportano? Solo in Italia c'é un accanimento contro le ombre; rendiamoci conto che in tutto il mondo ed in tutto lo sport agonistico esiste il doping, non c'è solo in Italia, ma solo in Italia si spara sul mucchio, non si fanno distinzioni, si condanna prima della prova. Mi spiegate perché Ulissi è ancora in attesa di una sentenza definitiva? Perché Rabottini ha dovuto aspettare 6 mesi per le controanalisi? Le questioni mi puzzano alquanto. Radiazione per chi bara, ma fino a prova assodata l'atleta deve potere correre. Fatemi capire perché qualcosa mi sfugge.

SUONATORE
29 dicembre 2015 12:18 tonifrigo
Leggo con stupore la reprimenda contro Silvio di un noto "suonatore di holter". Non concordo in tutto con Martinello, ma certe prediche a posteriori mi fanno solo tristezza.

Si calmi caro PadovanDoc che è meglio!
29 dicembre 2015 14:01 Bartoli64
Caro PadovanDoc ma perchè non si calma e cerca di comprendere (per bene) quello che ho scritto a riguardo di Martinello!?

Lei trova forse da qualche parte che io avrei affermato che Martinello è uno scorretto?

Io ho soltanto scritto (ed a chiare lettere) che è scorretto il paragone che ha fatto a riguardo delle tutele legali degli atleti da parte delle rispettive Federazioni, perchè un conto è il tentare di difendere una propria atleta da una falsa testimonianza, peraltro influenzata da un rapporto sentimentale con l’accusato, tutto un’altro conto è però il tentare improbabili difese da positività accertate (e nel ciclismo – al contrario del pattinaggio sul ghiaccio – se ne contano a centinaia e centinaia).

Martinello ha dunque alzato il solito piagnisteo, trito e ritrito, me se la ACCPI (Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani) che è poi la propria rappresentanza di categoria con tanto di legali, per prima NON muove un dito per tutelare i suoi tanto cari “sfigati di turno” se ne domandi il perchè (e magari se lo domandi pure Lei)!!

Ma pensa te con chi devo (e per che cosa) discutere io...

Bartoli64

29 dicembre 2015 16:06 siluro1946
Tante disquisizioni, ma nessuna risposta a Martinello. Perché Ballan ed Ulissi sono fermi, se dopati vanno squalificati, se non dopati devono poter gareggiare. Chiarezza nei regolamenti, ai mondiali, a pari condizione, certi atleti italiani non hanno potuto partecipare altri, stranieri si, perché?.

Alla c.a. sig. Bartoli64
29 dicembre 2015 16:48 silviomartinello
Approfitto dello spazio che mi è stato concesso in questo sito, rispondendo sinteticamente ad alcuni commenti, soprattutto al sig. Bartoli64, ringraziando l’amico e direttore Pier Augusto Stagi per l’ospitalità.
Egr. signore, probabilmente ha letto poco attentamente ed in modo superficiale quanto ho scritto. Riporto per semplificare ……“Faccio da solo i paragoni tra i due sport, tra il problema specifico e circoscritto che ha deciso di affrontare il presidente della FISG e quelli enormi che hanno investito e investono il ciclismo, che certamente qualche solerte lettore solleverà, a me interessa sottolineare il concetto, il comportamento, la volontà di tutelare il proprio patrimonio, i propri atleti, fino al momento del giudizio. Diciamocelo, nel ciclismo non siamo abituati al garantismo, anzi, proprio non sappiamo cosa sia, spesso si è guardati con sospetto solo perché lo si pratica”…..Come anche lei potrà notare sono consapevole delle differenze. Orizzonti limitati, mi permetta, o semplicemente vista opaca, faccia lei, sta di fatto che il solerte lettore che citavo è arrivato, Bartoli64. Sul problema specifico, e non solo, ho sempre parlato e scritto chiaramente, esponendo la mia opinione e non quella che alla gente piace eventualmente sentire. Addirittura reticente lo ritengo fuori luogo, ma ad un “leone da tastiera” come lei è consentito. Mi suona un ragionamento povero di contenuti, diciamo più adatto ad un domatore di vongole che ad un attento osservatore quale lei si ritiene, ma rimane solo la mia opinione. Il paragone con Ballan lo ritiene scorretto? Semplicemente perché lei lo ha già condannato, prima di un tribunale sportivo o penale, in linea probabilmente con il suo fanatismo ideologico. Gli effetti collaterali nel ciclismo a cui faccio riferimento sono tanti, la vicenda Kostner si può legittimamente paragonare ad un effetto collaterale, condivido, anche senza scomodare il buon Vilfredo (Pareto) ed il suo teorema. A mio parere l’effetto collaterale più grave è la perdita di credibilità che il movimento tutto sta pagando di fronte alla piaga del doping. Uno sport che vive di sponsorizzazioni non può permetterselo, credo possa seguirmi nel ragionamento. Quindi la tolleranza zero la condivido, sono i corridori stessi a chiederla, con forza, ma nel frattempo mettiamo in atto delle serie ed efficaci contromisure? Che non siano solo di facciata e dannose come le troppe che ci siamo permessi finora? Che consentano di fare pulizia senza fare ulteriori danni? Faccio un solo esempio, emblematico. Lei o chiunque altro interessato al ciclismo aveva bisogno che arrivasse una “senile” commissione senatoriale del Parlamento Francese a dirci che i campioni di urina conservati dei Tour del 1998 e 1999 erano contaminati di Epo? Una dirigenza seria, consapevole delle proprie azioni non avrebbe consentito che quei campioni fossero usati allo scopo, così come fatto da dirigenti di altre Federazioni, evidentemente più “attenti” all’interesse generale che a quello personale. Secondo lei, attento osservatore, questa ed altre iniziative cosa hanno fatto capire? Potrei continuare con la lista ma mi limito ad anticiparla, considerata la sua solerzia, anche le tante e clamorose positività, soprattutto quelle, hanno minato la credibilità, ma sto cercando di far capire, con lei apparentemente con scarso successo, che la pulizia va fatta senza affossare un movimento intero con oltre 100 anni di storia e di successi, tutelando e difendendo il tantissimo di buono che c’è. Mi fermo qui, non per timore di affrontare alcuni altri spunti, semplicemente mi ripropongo di farlo nel mio blog prossimamente. Venga pure a trovarmi li, sarò felice di confrontarmi anche con lei. Ci leggeranno in tanti, più di quanti immagina, troverà certamente soddisfazione, non sarà tempo perso e potrà continuare a farsi apprezzare per i suoi imperdibili interventi, sperando che nel frattempo riesca a spogliarsi dei pregiudizi che mi sembra di capire ha nei confronti dei corridori, che mi creda, hanno colpe enormi, ma rappresentano l’anello debole della catena, nonostante il ruolo principale che occupano. Proverò a spiegarle anche questo, con la certezza di non riuscirci, ma non voglio vivere con il rimpianto di non averci provato!

Standing Ovation
29 dicembre 2015 19:40 faustino
Normalmente me ne sto ai margini a leggere ed a riflettere per conto mio, in questa occasione invece voglio esprimere il mio totale appoggio ad un grande. Il ciclismo ha bisogno di questi soggetti se vuole rialzarsi. Bravo Silvio.

OK Campriani e Silvio
29 dicembre 2015 19:53 emmemme53
Le argomentazioni di chi pratica, o ha praticato, sport attivo sono quanto di meglio si possa leggere. Poi ciascuno può trovare il "pelo nell'uovo" che vuole, a prescindere. Rimane certamente il fatto che il "ciclismo parlato" o lo sport in generale vivisezionato è solo un'appagamento della personale retorica, la quale può essere considerata a 180° o 360° gradi o anche 0°.

Caro Silvio, ti dirò
29 dicembre 2015 20:56 Bartoli64
Caro Silvio (permettimi di darti del tu come si usa tra sportivi),
ti ringrazio per aver controbattuto ai miei post, non ci speravo, però passare da “fanatico idelogico” o da “leone da tastiera”, oppure ancora da “domatore di vongole” ci può stare specialmente se - proprio su questo blog - c’è chi mi da del “talebano”, “bolscevico”, “giustizialista”, “giacobino”, “ghigliottinatore” e chi più ne ha più ne metta... pazienza, vorrà dire che fra i tanti aggettivi di cui mi frego (pardòn volevo dire mi fregio), metterò anche i tuoi.

Quando al Giro del 2013 scoppiò quella polemica con Gatti io fui uno dei primi a sottolineare i tuoi indubbi meriti professionali, anche se non avevo compreso la tua posizione. Forse non ricordi? Pare proprio di si.

Ma non è tutto, tra i vari blogger (e sono tanti per fortuna) che tu definisci “fanatici” c’è stato qualcuno che, su questo stesso articolo, ti ha mosso osservazioni molto più, diciamo “incisive”, rispetto alle perplessità del sottoscritto, però tu hai voluto tirare in ballo solo il mio nick (come fanno quasi tutti del resto) ed il perchè lo capisco bene da solo (“molti nemici molto onore” diceva qualcuno).
Evidentemente colgo nel segno di dove voglio cogliere...

Discorso Ballan: hai ragione nell’averlo ricordato ed il paradosso della vicenda è che, se fosse stato squalificato per doping, sarebbe già tornato a correre mentre ora è ancora nel limbo dei dannati (che io definirei quello degli inquisiti), ma non è questo il punto.

Il punto è che anche lui è una vittima di quegli stessi “effetti collaterali” a cui tu hai fatto soltanto un accenno senza però specificarli, per questo bene (molto bene) ho fatto a ricordare, e non certo scomodare, il grande Pareto con il suo teorema.

Per tutto il resto cosa vuoi che ti dica? Ho frainteso il fatto che nelle tue parole si volesse fare un paragone con il ciclismo?
Forse, ma se così fosse perchè mai tentare di affiancare le vicende di doping nel ciclismo con quella (diversissima) della Kostner?

Guarda che sulla Kostner non c’è da fare alcun “garantismo” perchè le regole quelle sono (semmai c’è da puntare ad un forte sconto di pena), e non credo neppure che il Presidente Gios sia cosi “simpatico”, così “garantista”, soltanto per il semplice fatto di voler salvare dalle forche caudine la sua unica atleta che lo porta a medaglia e che, tutto sommato, voleva solo difendere il suo ex fidanzato.

Discorso Parlamento Francese: ti sei mai chiesto perchè si sia dovuta creare una commissione ad hoc (che tu inopportunamente definisci “senile”)? Perchè prima non se ne poteva parlare? Perchè c’era qualcuno da coprire? Perchè il Tour è un monumento nazionale? Perchè vigeva il segreto di Stato (o magari dell’UCI)?

Scommetto che per te, e per chi la pensa come te, sono proprio queste le ragioni, mentre per me era solo perchè prima dello scandalo-Armstrong non c’era ancora un metodo (validato e dunque inconfutabile) per rintracciare l’EPO a distanza di anni; e bene ha fatto l’efficentissimo sistema antidoping francese a conservarle, anche perchè rappresentano un formidabille deterrente per future sostanze e metodi dopanti che oggi non si rintracciano!

Eh lo so, dannati francesi! A più di qualcuno, con le loro commissioni “senili” e con il loro avveniristico laboratorio di Chatenay-Malabry hanno fatto crollare un mito (quello del cowboy dagli occhi di ghiaccio) ma che vuoi farci? Chi la fa, in fondo, l’aspetti...

Discorso corridori come “anello debole”: mah, caro Silvio, questo poteva essere con i corridori di Stato della ex DDR, della ex URSS o con i ns. ragazzi venuti dalle campagne degli anni ‘60/’70 ma oggi, con ragazzi che parlano tre lingue e padroneggiano telematica ed internet meglio ancora delle proprie bici, permettimi, mi pare un aggettivo un pò, come dire, “azzardato”?

Senza poi considerare che se c’è una mano che dà ce n’è sempre un altra che “prende”, e che non è poi una mano così “innocente” quando quella stessa mano SA (e lo sa molto bene) quello che sta prendendo, quello che può fargli guadagnare in termini di soldoni ed anche quello a cui può andare incontro.

Mi sembra dunque che io e te siamo su piani completamente differenti, ragion per la quale non ti farò perdere altro tempo con un integralista come me, che però ha invocato - e più volte - un colpo di spugna totale sulle postume inchieste che oggi vorrebbero far luce sul doping degli anni ’90, questo appena per farti capire quale poi sia il mio “integralismo” sul problema.

D’altro canto debbo però proprio farti rilevare come, tra i tanti “outing” sull’uso di sostanze dopanti fatti da ex corridori europei del calibro di Riis, Zabel, ecc. ecc. manchino ancora – clamorosamente – quelle dei corridori italiani dell’epoca. A te questo dice qualcosa? A me dice molto!

Continuerò comunque a ricordarti come lo splendido e professionalissimo corridore che sei stato (negli anni più difficili di questo sport dove il non sporcarsi le mani di “melma” era obbiettivamente impossibile), ed a pendere letteralmente dalle tue parole quando commenti un ultimo km. (nessuno al mondo sa farlo meglio di te e quello che fai notare ai telespettatori è da “Accademia del Ciclismo”)!!

I confronti di posizione, magari, falli in diretta TV... magari con Capodacqua, che ne dici?

Però ti avverto, quello è molto più attento, molto più preparato, molto più documentato e molto più coraggioso del sottoscritto e ciò che pensa te lo dice chiaro, senza mezzi termini... specialmente se al Giro lo fate intervenire con cadenza biennale (un Giro si ed un Giro no).

Fai un buon Capodanno Silvio... sinceramente.

Bartoli64

Capodacqua
30 dicembre 2015 18:23 siluro1946
Il Torquemada del doping. Peccato che si occupi di etica e morale nel ciclismo e non nel suo giornale, per esempio, da chi è stato finanziato alla sua fondazione, o della moralità dell'attuale proprietario.

Così parlò Zaratustra (alias siluro1946)
30 dicembre 2015 22:43 Bartoli64
Caro siluro1946,
magari Capodacqua non parla della proprietà del suo giornale (a proposito è in pensione da almeno un paio d’anni), oppure di chi lo finanzia, semplicemente perchè non è un “diertrologo-tuttologo” come lo sei tu!

E tu, in quanto tale, oltre ad avere una vasta competenza in “chiacchiere da bar” di cosa altro di bello ti occupi nella vita? Lascia stare, posso già immaginarlo da me.

Comunque hai proprio ragione... c’è n’è sempre uno che è peggio di me (un classico dei concetti di autoassolvimento tipicamente italioti).

Eh già, in fondo-in fondo è tutta colpa di Adamo, Eva e della loro maledetta mela!

Ma pensa te...

Bartoli64

x bartoli 64
31 dicembre 2015 10:03 siluro1946
Lei è sempre fuori tema. Cosa io sia o cosa sono stato, come chi sia lei o cosa è stato, ha poca importanza in questo contesto, le risposte si devono riferire a ciò che è stato scritto, possibilmente in modo educato. Per esempio dirmi che non è vero che è il signore in questione ha lavorato per un giornale fondato da un fiancheggiatore del Fascismo e ora di proprietà di un pregiudicato. Come può fare il moralista e censore a casa d'altri?

Quel siluro (1946) sempre fuori bersaglio
31 dicembre 2015 12:45 Bartoli64
Eh, ma te l’ho detto caro Siluro1946, la colpa è sempre di qualcun altro (Adamo ed Eva in primis)!

Pensa che se andiamo a vedere da chi sono stati fondati e finanziati i giornali italiani, stando alle tue precisazioni chiaramente speciose e spudoratamente dietrologiche, dovrebbero chiudere tutti; così non ci sarebbe più neppure quel poco di libertà d’informazione (poca) che ancora oggi c’è in Italia grazie a giornalisti coraggiosi come Eugenio “torquemada” Capodacqua.

Tu però, tutto assorbito come sei nella solita filosofia italiota del “quello è peggio di quell’altro così come lui è peggio di me”, trovi sempre una giustificazione a tutto (ovviamente il tutto che fa comodo a te) ed il bello è che se te lo faccio notare ti ritieni pure offeso!?

Bartoli64

P.S. Complimenti poi per quell’altro tuo commento sull’articolo di Bonarrigo (altro bravo giornalista ormai di lungo corso e molto esperto di ciclismo).

Secondo te il giornalista di Corsera, dopo aver parlato con un non meglio specificato agente dell’antidoping che gli ha riferito di queste nuove problematiche connesse a nuovi metodi dopanti tra i ciclisti di vertice, di cosa avrebbe mai dovuto scrivere? Dell’abuso di camomilla nelle boccette?

Ma almeno taci e non blaterare nulla come hanno fatto (guarda un po’) i tuoi “compari di fazione” che sul problema sollevato da Bonarrigo stanno glissando (e ti credo) con un clamoroso “silenzio-post”… RI-DI-CO-LI!!

31 dicembre 2015 18:53 siluro1946
Come mai questo "agente" ha rivelato il contenuto di documenti che si pensa riservati? Perché il bravo giornalista non gli ha chiesto se erano coinvolti altri atleti di altri sport, magari più potenti e più capaci di difendere i loro associati? Dietrologia: con chi applaude alle analisi su ciclisti degli anni 80/90 non c'è molto da discutere e condividere. Suggerimento gratuito da un vecchio, esponga le sue osservazioni senza acidità e senza insultare, risulterà certamente più credibile.

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