IL CICLISTA SENZA GAMBA E BRACCIO che scala Alpi e Pirenei
AMATORI | 03/12/2014 | 15:15 Christian Haettich è uno dei dieci coraggiosi che quest’estate hanno completato un trittico tra Dolomiti, Alpi e Pirenei coprendo 2575 chilometri e superando 60 salite per un dislivello totale di 60.000 metri. In appena 22 giorni. Ma la sua impresa ha dello straordinario, perché non gioca ad armi pari dato che il buon Christian è senza una gamba e pure senza un braccio.
E così pedala tutto sbilanciato utilizzando solo gli arti sul lato destro, quello intatto. Uno sforzo pazzesco, soprattutto quando la strada punta verso l’alto: “Pedalare con una sola gamba e un solo braccio in salita è parecchio dura, sostanzialmente è tutto uno spingere e un tirare, se dimentico un passaggio cado”. Immaginate la difficoltà: già solo le pendenze severe stroncano fior di ciclisti, se poi si ha solo metà della forza propulsiva e un equilibrio precario allora la misura della sua forza (non solo di volontà) raggiunge livelli incredibili.
Eppure Christian ha scalato virtualmente una montagna alta otto volte quanto l’Everest in meno di un mese, resistendo quando tantissimi atleti normodotati alzavano bandiera bianca. La sua prima esperienza estrema, quella che l’ha fatto conoscere al grande pubblico, avvenne nel 2012 in occasione della Haute Route che quell’anno copriva un percorso di sette giorni sulle Alpi svizzere. Nel 2014 si è triplicato aggiungendo anche le Dolomiti e poi i Pirenei, con tante salite mitiche proprio nell’ultima settimana con il Tourmalet o l’Abisque, per 800 chilometri, 21 ascese e 19.000 metri di dislivello.
Christian è nato in Alsazia nel ’62, ma la sua vita è cambiata drasticamente nel dicembre 1976 quando un devastante incidente lo privò della gamba da appena sotto il fianco e il braccio dal gomito. “Non è stato facile ricostruire la mia vita affrontandola da disabile a 15 anni, specialmente nel 1976. Ho dovuto reimparare a vivere e ho anche pensato a farla finita”. Poi è arrivata la passione per lo sport e la bici, piuttosto tardi visto che era già 35enne, sposato e con bambini.
Imparare a pedalare nella sua situazione è stata una sfida difficile, la protesi che usa per camminare non avrebbe mai funzionato sulla bici e così ha vissuto momenti complicati, imparando a rimanere in equilibrio dopo un anno. Tentò di partecipare alle Paralimpiadi di Sidney, ma solamente 15 giorni prima delle gare scoprì che la sua categoria non avrebbe fatto parte dei Giochi “Fu devastante. Abbandonai la Federazione Sport Olimpici Francese per partecipare alle competizioni amatoriali”. Ricorda ancora la prima montagna che affrontò: “Non era una vera montagna, solo uno strappo di 1.8 chilometri con una media dell’8%. La prima volta mi sentii malissimo, pensavo che sarei morto per quanto era difficile. Ma ritornai in cima allo strappo ogni giorno per due settimane”.
E ora scala le montagne mitiche con grande determinazione, per poi gettarsi in discesa senza paura: può toccare anche i 105 chilometri orari: “Mi diverte molto la discesa, quasi quanto mi appassiona la salita. Vado molto forte, ma sono anche molto prudente”. Tra i suoi ammiratori anche Greg Lemond, che nel 2013 gli ha regalato una bici speciale progettata proprio per lui.
Leggendo l'articolo si rimane letteralmente senza parole. Dire formidabile è dire poco. Mi stupisce sopratutto il fatto che riesca a scendere e quelle velocità. Eccezionale!!!
Flavio
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