BARDIANI CSF. Reverberi: «Una stagione d'oro»

PROFESSIONISTI | 26/11/2014 | 07:28
Si chiude una stagione da incorniciare per la Bardiani CSF che ha raccolto ben 13 successi (15 podi e 60 piazzamenti nella top ten) tra cui 3 tappe al Giro d’Italia. Roberto Reverberi e tutto lo staff del greenteam non possono che essere soddisfatti.

Roberto, più di così cosa potevi chiedere?
«Nulla, è stata una stagione perfetta. Ab­biamo iniziato con il successo di Edo­ar­do Zardini al Giro del Trentino e festeggiato per ben tre volte durante la corsa rosa grazie alle imprese di Marco Ca­nola, Enrico Battaglin e Stefano Pirazzi. Al Giro di Slovenia si sono sbloccati Manuel Bongiorno e Sonny Colbrelli, che nei mesi successivi ha saputo alzare le braccia al cielo al Giro dell’Appen­ni­no, al Memorial Pantani, al GP Prato e alla Coppa Sabatini. Al Giro di Da­ni­mar­ca ha rotto il ghiaccio Nicola Boem, al Tour du Poitou Charentes è stata la volta di Nicola Ruffoni. La ciliegina sulla torta sono state le convocazioni per il mondiale di Ponferrada di Zardini, vincitore anche al Tour of Bri­tain, e di Col­brelli, alla fine 13° e miglior azzurro».

La vittoria della Coppa Italia sfuggita per un sol punto brucia?
«No, assolutamente anche perché moralmente l’abbiamo vinta noi: se teniamo conto di quanto abbiamo raccolto al Gi­ro d’Italia, alla Sanremo e in altre corse italiane di prestigio non ho niente da recriminare. Aver vinto con 9 corridori diversi mi inorgoglisce ancor di più. L’an­no scorso avevamo vinto tanto ma quasi tutto grazie a Sacha Modolo, con la sua partenza gli sponsor temevano un calo invece i ragazzi che hanno avuto più spazio, come Sonny, non hanno assolutamente deluso».

Il ricordo indelebile di questa stagione?
«Ce ne sono tanti, è davvero difficile scegliere. Il primo che mi viene in mente è la vittoria di Pirazzi a Vittorio Veneto. Era davvero tanto che la inseguiva, dopo tanti sacrifici se la meritava».

Dei tuoi ragazzi chi ti ha stupito di più?
«Zardini. Edoardo aveva già fatto vedere di che pasta era fatto nel 2013, sapevo che aveva delle buone qualità, ma quest’anno ha fatto davvero un salto di qualità enorme».

C’è qualcuno che ti ha deluso?
«Tra gli 8 corridori che non abbiamo confermato, ce ne sono 3-4 di cui non voglio fare il nome, tanto loro sanno di chi parlo. Mi resta il rammarico che non hanno dimostrato quanto valgono per scarsa professionalità, alcuni hanno un buon motore e avrebbero potuto fare un altro tipo di percorso con noi, invece stanno buttando via il loro talento».

Gli sponsor saranno contenti.
«Sì, è il primo anno che non abbiamo dovuto cambiare nulla sull’ammiraglia, nemmeno uno degli sponsor più piccoli ci ha lasciato. Dopo il Giro ci hanno tut­ti riconfermato la loro fiducia per almeno 2-3 anni come patron Zecchetto con le cui MCipollini correremo ancora».

Novità nel roster per il 2015?
«Passeranno con noi Simone Andreetta, Alessandro Tonelli,  Paolo Simion, Luca Chirico e i fratelli Simone e Luca Ster­bini: abbiamo pescato tra i migliori dilettanti italiani sperando di avere fatto qualche buon colpo. Di solito ci prendiamo (sorride, ndr). Abbiamo confermato Colbrelli, Zardini, Pirazzi, Bongiorno, Battaglin, Barbin, Boem, Ruffoni, Pie­chele e Manfredi».

Un nome su cui scommetteresti oggi?
«Mi aspetto molto da Enrico Barbin, che quest’anno è stato frenato da un incidente nel finale di stagione ma si è ripreso in fretta dimostrando di essere un vero professionista».

Nel 2015 potreste vincere ancora più corse?
«Ripeterci non è facile, 3 tappe al Giro non arrivano tutti gli anni. Cerchermo l’invito oltre che per il Giro per la Liegi e altre corse World Tour, insomma vo­glia­mo alzare il tiro».

Giulia De Maio, da tuttoBICI di novembre
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