SPORT&CIVILTA'. Bettini: «A breve incontrerò Alonso»
PREMI | 25/11/2014 | 07:24 Per l’Unione Veterani dello Sport di Parma il binomio
sport-civiltà nel 2014 ha il volto di Nicola Rizzoli, Alberto Tomba,
Paolo Bettini, Giulia Ghiretti, Sara Morganti, Ernesto Pellegrini,
Sergio Zavoli, Fedele Confalonieri, Luigi Roncoroni e delle azzurre del
volley. Questi atleti, campioni e dirigenti dello sport italiano hanno
sfilato questo pomeriggio sul palco del Teatro Regio di Parma per
ricevere il 38° Premio Sport Civiltà.
Il premio “Atleta dell’Anno” è stato assegnato all’arbitro di calcio Nicola Rizzoli, e in campo femminile alla Nazionale di volley. Hanno ritirato il premio il capitano Francesca Piccinini, la nuova stella Valentina Diouf e il presidente della FIPAV Carlo Magri.
Nicola Rizzoli,
arbitro di Serie A, Champions League ed Europa League, è l’uomo che
quest’estate ha conquistato il cuore degli italiani arbitrando la finale
Germania-Argentina ai Mondiali in Brasile. Il giudice di gara
romagnolo, premiato dalla vice presidente di giuria Evelina Christillin, ha raccontato: "Essere
arbitro di una finale mondiale significa arbitrare due nazioni, non
solo due squadre di calcio. Per fareil direttore di gara a questi
livelli è importante essere preparato, studiare prima le partite per
conoscere il contesto in cui ti cali e le caratteristiche delle squadre,
soprattutto perché l’arbitro deve sempre capire in anticipo cosa
succederà dopo. È più difficile arbitrare in Italia che in Europa,
perché in Italia non si è abituati ad accettare la sconfitta: io penso
invece che arrivare secondi non sia un disonore, anzi. Ringrazio gli
organizzatori per questo importante riconoscimento e aggiungo che se ci
fosse più rispetto per gli arbitri ne beneficerebbe lo sport intero". Hanno
toccato il cuore degli italiani anche le azzurre del volley, che nel
recente Mondiale di casa non hanno vinto la medaglia tanto sperata
giungendo al quarto posto, ma hanno fatto sognare l’Italia intera.
Premiata, quindi, la Nazionale del Ct Bonitta già campione del mondo nel
2002, rappresentata questa sera dalla capitana Francesca Piccinini (496 presenze in azzurro) e della giocatrice rivelazione e donna immagine del momento Valentina Diouf. "L’esperienza dei mondiali di quest’anno - ha commentato la Piccinini - nonostante
un po’ di dispiacere per aver mancato la finale, è stata speciale
perché abbiamo avuto un bellissimo seguito di pubblico. Dallo sport c'è sempre da imparare qualcosa, anche se lo pratichi da moltissimi anni". Per Valentina: "È
bello vedere che tante ragazze oggi impazziscano per la pallavolo
perché è rimasto uno sport pulito, senza doping, senza scommesse e con i
valori giusti. Conclude Magri: "Molti mi chiedono di organizzare
un mondiale maschile in Italia: ci sto pensando, forse nel 2018, ma le
donne sono più numerose degli uomini nella pallavolo. La bellezza di
questa manifestazione si evince dal fatto che, nonostante il quarto
posto, le nostre ragazze hanno comunque riscosso un successo
meritatissimo” Non poteva poi mancare un premio alla carriera per AlbertoTomba
“la bomba”. Il più grande sciatore azzurro di tutti i tempi, l'uomo che
ha segnato una vera e propria era e per il quale persino il Festival di
Sanremo si è interrotto per seguire la sua manche ai Giochi di Calgary
del 1988. Dopo essere stato insignito del titolo di “Atleta del Secolo”
dal Coni, questa sera Tomba ha ricevuto un altro importante
riconoscimento alla sua lunga e brillantissima carriera. Premiato dal
sindaco di parma Federico Pizzarotti, Tomba ha ricordato assieme al conduttore Massimo De Luca i momenti salienti della sua carriera: “
12 anni di carriera, 50 vittorie in coppa del mondo, 89 podi, 5
medaglie olimpiche ma il momento in cui mi sono davvero emozionato è
stata quando ho fatto il tedoforo alla cerimonia d'apertura dei Giochi
di Torino, mi tremavano davvero le gambe. Questo premio è un'altra bella
vittoria, come il riconoscimento ricevuto quest'estate dal Coni. Sono
un atleta centenario, sto invecchiando!". Premio alla carriera come “Ambasciatore dello Sport” anche per Paolo Bettini,
ex commissario tecnico della nazionale di ciclismo, campione olimpico
ad Atene 2004 e due volte iridato, a Salisburgo nel 2006 e a Stoccarda
l’anno successivo. " Allenare la Nazionale è un’esperienza
fantastica, capisci che il tuo è uno sport importante ma le Olimpiadi
sono sicuramente un’emozione diversa, difficile da descrivere, e vincere
l’oro lo è ancora di più. Ad Atene la mia è stata una delle prime
medaglie, correvo nella prima giornata di gare, e tornare al villaggio
olimpico con l'oro al collo mi ha fatto capire che avevo vinto qualcosa
di importante. Per quanto riguarda il team con Alonso, dobbiamo
rivederci a breve. Lui ama il ciclismo, lo pratica e ha espresso la
volontà di provare a lanciare questa nuova sfida. Vedremo...” Il
premio “Atleta dell’Anno negli sport paralimpici” è stato assegnato
stavolta a due splendide donne: la giovane e promettente stella del
nuoto Giulia Ghiretti, e la neo campionessa del mondo di paradressage
Sara Morganti. Giulia Ghiretti, 20 anni di Parma e studentessa di
Ingegneria Biomedica, dopo un avvio di carriera promettente nel
trampolino elastico, nel 2010 fu vittima di una brutta caduta durante un
allenamento che le provocò la lesione del midollo spinale. Costretta
sulla sedie a rotelle, Giulia non accantonò l’amore e la passione per lo
sport, e dopo pochi mesi era già pronta a ricominciare una nuova vita
in piscina. Il suo nuovo amore, il nuoto, le ha già regalato un argento
nei 100 rana e un bronzo nella staffetta mista agli Europei di Eindhoven
di quest’anno, oltre al primato italiano nei 50 dorso, nei 100 rana e
nei 200 misti e nella staffetta 4x50 stile libero. Il suo sorriso e la
sua forza di volontà hanno emozionato il pubblico in sala: "La voglia
di sport e di competizione non mi ha mai abbandonata. La
determinazione, che ho nella vita così come nello sport, l’ho ereditata
dalla mia famiglia, che mi ha sempre accompagnato e supportato. I
Mondiali sono stati la mia prima esperienza internazionale da nuotatrice
e le emozioni che ho provato sono state uniche. Ai giovani voglio dire
di avere obiettivi e di inseguirli sempre, perché le barriere sono solo
mentali e non fisiche” La toscana Sara Morganti
ha, invece, coltivato la passione e l’amore per i cavalli sin
dall’infanzia. Purtroppo all’età di 22 anni scoprì di essere malata di
sclerosi multipla, ma non si arrese alla terribile malattia e ben presto
si trovò di nuovo in sella ad un cavallo in un centro di equitazione
per disabili. Una carriera ricca di successi, culminata quest’anno con
il titolo mondiale di paradressage in Normandia, ma che annovera anche
otto titoli italiani, tre medaglie europee, un argento ai World
Equestrian Games e un quarto posto alle Paralimpiadi di Londra 2012. "Avere
degli obiettivi positivi mi ha aiutato a resistere nei momenti più
difficili. Nel 2012 ho avuto la possibilità di vivere il mio sogno: la
Paralimpiade. Sono arrivata quarta e in molti molti mi hanno fatto quasi
le condoglianze, ma per me, quello è stato il momento più bello della
mia vita, perché conoscevo il percorso e le difficoltà che mi avevano
portato fino a quel traguardo. Quest'anno poi ho vinto il Mondiale ma il
mio pensiero è gia a Rio 2016” Una bella testimonianza di sport e solidarietà è arrivata dall’ex presidente dell’Inter Ernesto Pellegrini.
Pellegrini, che da presidente vinse lo scudetto nel 1989, due Coppe
Uefa nel 1991 e ‘94 e la Supercoppa Italiana nel 1990, è un importante
imprenditore nel settore della ristorazione e dal 2013 ha costituito la
Fondazione Ernesto Pellegrini Onlus. Il suo amore verso il prossimo e
verso chi ha bisogno ha preso realmente forma qualche settimana fa a
Milano con l’apertura di “Ruben”, il primo ristorante solidale da 500
posti, dedicato all’amico morto in povertà, nel quale vengono serviti
pasti caldi ai più bisognosi al costo simbolico di 1 euro. "Per noi
il pasto è soprattutto un momento da condividere e dal quale partire per
ricostruire un percorso di autonomia e dignità. Io sono un uomo
fortunato perché con 150 mila lire regalatemi dalla Bianchi nel 1965 ho
costruito un’azienda italiana che dà oggi lavoro a 7500 persone ed è in
costante crescita. All’alba dei 70 anni ho sentito il bisogno morale di
ringraziare per ciò che ho ricevuto dalla vita e quindi ho aperto Ruben.
Ruben era un contadino che veniva in cascina e dormiva nella nostra
stalla, in un letto di paglia. Nel ‘62 finì a vivere in una baracca di
legno non riscaldata e morì assiderato, ma al tempo non ho potuto
aiutarlo perché di soldi ne avevo veramente pochi. Ruben non è una mensa
per i poveri, ma un luogo di accoglienza dove serviamo pasti caldi a
persone che si trovano in una situazione di momentanea difficoltà.” E’ stato il presidente dell’UNVS di Parma Corrado Cavazzini a premiare Ernesto Pellegrini con il premio “Sport e Solidarietà”
Per lo sport raccontato non poteva non essere premiato Sergio Zavoli.
Definito da Indro Montanelli il “principe del giornalismo”, Zavoli è
stato testimone e narratore di mezzo secolo: giornalista, scrittore, ex
presidente della Rai, ex presidente della Commissione di Vigilanza della
Rai ed ex senatore. Già insignito del premio Sport Civiltà alcuni anni
fa dopo aver ricoperto l'autorevole ruolo di presidente di Giuria,
Zavoli è salito sul palco del Regio per ritirare questa volta il premio
“Sport e Cultura” dalle mani del presidente di giuria, campione del
mondo di ciclismo nel 1968, Vittorio Adorni che ha ricordato come il ciclismo è entrato nelle case della gente proprio grazie a Zavoli.
Nel corso della serata, premiato anche il presidente di Mediaset spa Fedele Confalonieri con
il premio “Sport e Lavoro”, il quale ha deliziato il pubblico del regio
di Parma con una breve esecuzione al pianoforte, testimoniando il suo
percorso musicale che lo ha portato a conseguire, nel 2007, il diploma
al Conservatorio di Milano, concludendo gli studi iniziati in gioventù.
Altro premiato è stato il professore Luigi Roncoroni, primario di
chirurgia all’Ospedale Maggiore ed ex pallavolista, che ha ricevuto il
premio “Ercole Negri”.
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