GIUSTIZIA | 17/11/2014 | 13:43 Marco Pantani, sempre e comunque. L'ultima notizia pubblicata oggi dai giornali riguarda la "confessione" dei due infermieri che entrarono per primi nella stanza del Residence Le Rose e che dicono di non aver mai visto la palla di coana e mollica di pane della quale si parla nelle relazioni degli inquirenti. La vicenda ovviamente sta facendo rumore anche all'estero e Stade 2, la trasmissione sportiva della domenica di France2, ha acceso i suoi riflettori sulla storia della morte del Pirata, sul riesame dei documenti processuali e la possibile riapertura dell'inchiesta. Un lungo reportage firmato da Nicholas Geay e dal collega italiano Marco Bonarrigo ha ricostruito tutte le novità emerse negli ultimi mesi e soprattutto ha fatto esaminare i documenti all’ex capo della brigata criminale parigina Jean Marc Bloch: «C'è una grande disorganizzazione da parte degli investigatori che vediamo agire nel filmato girato in occasione del rinvenimento del cadavere. Se fosse la scena di un crimine sarebbe grave perché hanno lasciato impronte un po' dappertutto. Ma il lavoro non si può definire malfatto per la scena di una morte accidentale, mentre gli errori emergono se si trattasse della scena di un crimine». I documenti sono stati analizzati anche dal massimo esperto di dipendenze da droga transalpino, il professor William Lowenstein (Presidente della Associazione SOS Addictions): «I valori di cocaina evidenziati dall'autopsia sono compatibili con l'assunzione da parte di Pantani della sostanza negli ultimi giorni, senza pensare alla pratica di sostanza sciolta nella bottiglia d'acqua (pratica di cui gli esperti francesi non hanno mai avuto notizia, ndr). Possiamo dire che Marco Pantani è molto probabilmente morto di un’overdose di cocaina».
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