Donne: Edita Pucinskaite e una squadra tutta rosa

| 10/07/2006 | 00:00
Quando a vincere è la tattica abbinata alla forza fisica... L’imperativo era soltanto uno: attaccare ai piedi della salita ed Edita Pucinskaite non ha esitato un solo attimo, si è alzata sui pedali e metro dopo metro ha costruito il suo trionfo in maglia rosa. Un piano ben congeniato da parte del tecnico Walter Zini e di tutta la squadra della Nobili Rubinetterie Menikini Coegas come ci spiega lo stesso direttore sportivo: «Era l’ultima occasione e dovevamo giocarcela nel migliore dei modi. Ho chiesto alle ragazze concentrazione e impegno perché in cuor mio sapevo che potevamo farcela. Così a tavolino abbiamo messo a punto una tattica di gara precisa che poi era quella di preparare il terreno ideale in salita. Edita ci ha dato retta e, dopo che Gollan le aveva spianato la strada, ha saputo prendere in mano la situazione. E devo ammettere che lo ha fatto in maniera davvero eccezionale regalandoci un’immensa soddisfazione». L’obiettivo è stato dunque centrato: da mesi la lituana stava preparando questo traguardo, ci ha sempre creduto e alla fine ha avuto ragione. Dalla sua parte anche la fiducia del team presieduto Walter Ricci Petitoni, mai venuto a meno anche nei momenti più difficili della stagione, niente era stato lasciato al caso. Una programmazione giusta e professionale come si compete per una squadra di alto livello come la Nobili Rubinetterie Menikini Coegas. Adesso che tutto è finito è la stessa Edita a commentare la sua vittoria: «È un successo che ho cercato e voluto fortemente. Il trionfo in questo Giro d’Italia mi ripaga di tanti sacrifici, ma anche dell’amarezza subita nel 2003, quando persi la maglia rosa proprio all’ultima tappa. Ho vinto il Giro nel giorno della sua conclusione e la gioia è ancora più grande...». Il successo di Edita Pucinskaite va comunque condiviso con tutta la squadra, che tappa dopo tappa a saputo tenere in pugno la corsa ponendo sempre in grande risalto il proprio potenziale come testimoniano i piazzamenti di Sigrid Corneo e soprattutto il successo dell’iberica Marta Vilajosana nella quinta tappa.
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