Pro Tour: Saeco tranquilla, Stanga in pole position
| 09/09/2004 | 00:00 Il ciclismo a numero chiuso fa le prime vittime, al momento anche molto illustri, come Damiano Cunego, giovane vincitore del Giro d'Italia, che non vede iscritta tra le top 18 il proprio team: la Saeco. Sembra che al momento non si tratti di una bocciatura, ma di un semplice esame di riparazione, in attesa che il team diretto da Claudio Corti fornisca le necessarie spiegazioni e documentazioni alla Commissione delle Licenze dell'Uci che ieri ha provveduto ad attribuire altre quattro licenze oltre alle 13 già assegnate nei mesi scorsi.
Così entreranno a far parte del «Pro Tour» - si chiamerà in questo modo dal prossimo anno il circuito del ciclismo che conta e che conterà in maniera sempre più evidente (o si fa parte di queste 18 squadre, oppure il ciclismo dei Grandi Giri e delle classiche si vedono sono in tivù) -, la belga Omega Pharma, la spagnola Euskaltel-Euskadi e le due italiane - al momento uniche - Fassa Bortolo di Alessandro Petacchi e la nuova Liquigas, che torna dopo tre anni di assenza nel grande ciclismo sotto la gestione di Roberto Amadio e che potrà contare tra gli altri su Stefano Garzelli, David Cioni e Franco Pellizotti e Danilo Di Luca.
Nel mese di novembre verranno ricontrollati i dossier e assegnate le licenze definitive, con un posto ancora da assegnare entro l'8 di ottobre, anche se Vittorio Adorni, presidente della commissione del ciclismo professionistica dell'Uci sta spingendo ad un allargamento fin da subito a venti squadre (ma non sarebbero d'accordo gli organizzatori che in questo modo spenderebbero troppo in premi).
Al momento, quindi, ha del clamoroso soprattutto l'esclusione della Saeco di Cunego, che si aggiunge a quella della Lampre di Beppe Saronni che ha in Casagrande, Bortolami e Vainsteins i propri uomini di punta, di Vincenzo Santoni che ha in Mario Cipollini l'uomo di riferimento. Ma fuori restano anche il team Acqua & Sapone di Palmiro Masciarelli e la nuova formazione di Gian Luigi Stanga, che sperava di rientrare nel grande giro proprio con lo sponsor che fino ad oggi ha appoggiato il team di Mario Cipollini, quest'ultimo però entrato in rotta di collisione con il patron della Domina Vacanze, Ernesto Preatoni.
«C'è poco da dire - ha commentato laconico Gian Luigi Stanga, storico team manager ai tempi di Gianni Bugno -. Con Preatoni avevamo gettato le basi per un programma di quattro anni, ma questa bocciatura rischia seriamente di mandare tutto per aria. Cosa posso dire? Aspetto che mi comunichino le ragioni di questa momentanea esclusione e nel frattempo spero che ci siano le condizioni per poter rientrare tra i Top team se decidessero, come sembra, di allargare a 20 squadre anziché limitarsi alle annunciate 18. Altrimenti, basta, mi darò al giardinaggio. Una cosa però è certa: non si può tirarla così per le lunghe. Io ho già sotto contratto molti corridori, e mi domando: come faccio a tenerli bloccati fino al prossimo 8 ottobre? In questo modo i ragazzi poi rischiano di restare senza squadra».
Più sereno Claudio Corti, team manager della Saeco di Damiano Cunego, che resta alla finestra in attesa di spiegazioni dalla Svizzera. «Inizialmente non avevamo aderito al progetto - spiega -, abbiamo presentato la documentazione solo a metà agosto e probabilmente c'è qualcosa che va perfezionato. Faremo in modo di sistemare tutto nel più breve tempo possibile. Restare fuori dal "Pro Tour"? Non credo proprio, noi siamo assolutamente tranquilli».
Tutti tranquilli, almeno a parole. Forse il meno tranquillo è proprio quello che dovrebbe esserlo di più, Gian Luigi Stanga, che pare abbia fornito un dossier ben articolato e formulato, prossimo ad essere approvato. Questo è almeno quanto ci risulta. Meno felice, invece, pare essere la posizione della Saeco, che sostanzialmente fornirebbe poche garanzie. Ha chiesto l'affiliazione in Gran Bretagna (per ragioni fiscali, e all'Uci la cosa non è assolutamente vista di buon occhio) in più la società che era di Sergio Zappella sarebbe passata nelle mani di un fondo d'investimento francese che non avrebbe al momento le idee ben chiare sul futuro, in particolare quello a due ruote.
Non meno bella pare essere la posizione della Lampre, che inzialmente aveva garantito due anni di impegno, poi quattro, ma nel frattempo gli è capitata la tegola Francesco Casagrande che avrebbe irrigidito i vertici dell'Uci, che ad ogni modo non hanno mai dimenticato la vicenda e le vincede legate a Raimondas Rumsas. In questo modo si può spiegare anche e senza tanti giri di parole, la posizione della Acqua & Sapone, che ha proprio ingaggiato il corridore lituano, facendo storcere non poco il naso ai dirigenti Uci. In Svizzera si chiedono: era proprio necessario?
La posizione invece di Vincenzo Santoni è pressoché disarmante: non avrebbe più lo sponsor, e in compenso ha a che fare più con avvocati che corridori.
Staremo ad ogni modo a vedere. Vittorio Adorni, questa mattina, ha parlato con Hein Verbriggen, ribadendo al numero uno del ciclismo mondiale che il ciclismo italiano non può avere - nella migliore delle ipotesi - tre squadre, ma ha la necessità di averne almeno quattro. L'idea è quella già detta: venti squadre fin da subito. In corsa pare possano esserci in pratica Saeco, Lampre, Stanga e Kelme, per tre posti. Per Masciarelli e Santoni non ci sarebbero alcuna possibilità di rientrare el giro del Top Team.
Ecco le squadre che hanno gia' ricevuto la licenza:
Illes Balears
Liberty Seguros
Saunier Duval
Euskatel
Phonak
Quick Step
Lotto
Gerolsteiner
T-Mobile
Csc
Fdjeux.com
Cofidis
Credit Agricole
Rabobank
Discovery Channel
Fassa Bortolo
Liquigas
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