CASO PANTANI. Cassaforte e hascish

GIUSTIZIA | 06/08/2014 | 11:53
Non c’era solo cocaina nella stanza dove Marco Pantani è stato trovato morto. Nascosto dietro un mobiletto, e avvolto in una carta stagnola, c’era anche dell’hashish, sostanza stupefacente che il Pirata di sicuro non aveva fumato tra il 13 e il 14 febbraio, come è stabilito dall’autopsia. E allora a chi apparteneva l’altra droga? Chi aveva portato il pacchetto nella camera e perché era stato nascosto con cura, mentre la coca faceva bella mostra in più posti?  
E’ uno dei tantissimi misteri che gravitano intorno all’indagine del 2004, quella che stabilì in poche settimane l’overdose accidentale come causa del decesso di Pantani. Eppure a scoprire l’hashish non è una persona qualunque, ma sono gli inquirenti. Anche se le modalità di questo ritrovamento sono davvero particolari e aprono a riflessioni su come si siano svolti i rilievi nelle primissime ore dell’inchiesta.
 
Video e appendice. Tutto accade il 16 febbraio. Sì, avete letto bene: proprio due giorni dopo il primo intervento della polizia sul luogo del mistero. Come è possibile? La spiegazione è banale quanto ineludibile: a svelarla è il video girato dalla polizia nella stanza D5 del residence Le Rose occupata da Pantani. Un filmato lungo quasi tre ore, ma che qualcuno ha tagliato riducendolo a soli 51 minuti (una anomalia grande come una casa). Non solo, non tutte le immagini sono girate nella notte del 14: c’è anche una appendice di pochissimi minuti riferiti a 48 ore dopo. Accade che il professor Fortuni arrivi a Rimini per effettuare l’autopsia con il ritardo annunciato al pm Gengarelli (che decide di aspettarlo). La polizia lo conduce all’interno dell’hotel per fargli vedere la stanza, sigillata nel frattempo. Gli inquirenti ne approfittano per colmare una lacuna della prima sera: non era stata vista la cassaforte presente dentro l’appartamento. Operazione portata a termine in pochi minuti e senza risultati utili: non c’è nulla all’interno.  
Subito dopo, il gruppetto sale sul soppalco, dove è stato ritrovato il corpo. E qui accade il fatto nuovo: qualcuno sposta dal suo posto originale un mobiletto per permettere a Fortuni di controllare le lenzuola del letto e possibili tracce: l’attenzione di tutti è rapita da un pacchetto di carta stagnola, caduto a terra. Viene portato davanti alla telecamera e aperto: dentro c’è dell’hashish, si sente anche in modo distinto il commento degli inquirenti. E’ un piccolo colpo di scena, perché nessuno ha mai visto Pantani fumare questa droga e perché l’autopsia confermerà che di sicuro non lo ha fatto nell’ultimo giorno. E allora a chi apparteneva e soprattutto chi l’ha introdotta in quella stanza e accuratamente nascosta?
 
Domande insolute. Non ci sono risposte perché incredibilmente nessuno approfondisce questo particolare (che particolare non è). Forse rischiava di far vacillare la versione che voleva Pantani isolato e senza contatti con l’esterno? Oppure è stata considerata una faccenda di poco conto visto che dell’hashish non si fa menzione in nessun verbale stilato dalla polizia sulle cose ritrovate nella camera?  
Quello che stupisce sono le innumerevoli lacune di quell’indagine, magari tutte hanno una spiegazione, ma di certo in questi 10 anni non sono state mai fornite. Adesso l’apertura di una nuova inchiesta avrà anche questo compito: spazzare via ogni dubbio, perché dubbi non si possono avere nella morte di Pantani. Lo si deve alla famiglia, in lotta da 10 anni, ma anche all’opinione pubblica, considerando l’affetto mai tramontato dei tifosi per il Pirata.
 
La memoria dei dottori. Quando a settembre le nuove indagini entreranno nel vivo, sarà anche necessario approfondire le dichiarazioni rilasciate a Sky dai medici che per primi videro il corpo del ciclista. «Sangue? Non c’erano tracce di sangue per terra e sul viso di Pantani. E neppure ferite visibili e importanti», hanno in sostanza detto nell’intervista alla tv. E’ davvero clamoroso il buco di memoria: come è facile vedere dal video e dalle foto della polizia, il corpo di Pantani era riverso in una pozza di sangue e il viso imbrattato per metà. La cosa più strana è che i medici si ricordino dopo 10 anni di un particolare (le palline di pane e coca ritrovate vicino al corpo), mentre hanno rimosso del tutto il sangue presente e le ferite (almeno 4 ben visibili tra volto e nuca). Dichiarazioni che l’avvocato Antonio De Rensis farà probabilmente acquisire in modo da farle diventare parte integrante della nuova inchiesta. A settembre il pm Elisa Milocco e il procuratore capo Paolo Giovagnoli dovranno occuparsi anche di questo capitolo.  

di Francesco Ceniti da La Gazzetta dello Sport
Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Kasper Asgreen è un corridore straordinario, uno di quelli che ha lottato contro tutto e tutti per diventare un ciclista, perché la sua famiglia voleva che diventasse un cavaliere. Ma dopo anni di tira e molla, Asgreen è sceso dal...


Kasper ASGREEN. 10 e lode. Ancora un danese, ancora un cacciatore di classiche, in questo Giro che invita alla battaglia e esalta chi ha nel proprio Dna il gusto della sfida. Parte fin dal mattino con Marcellusi e Maestri, Meintjes...


Stiamo tanto a discutere di percorsi, di tattiche, di strategie, di alimentazione, di postura, di materiali, poi basta metterci un po' di porfido bagnato e si sconvolge la storia del Giro, soprattutto di un Giro privo d'altri ostacoli. Sarà bene...


La Due Giorni Marchigiana si apre con il trionfo di Francesco Parravano. Il ciociario, della MG Kvis Costruzioni e Ambiente Colors for Peace, firma una vittoria prestigiosa battendo in volata Matteo Ambrosini della MBHBank Ballan CSB Colpack e Alex Tolio...


La tappa più piatta del Giro ridisegna la classifica e la storia della corsa rosa numero 108. Avrebbe dovuto essere un festival dei velocisti, la Treviso - Nova Gorica / Gorizia di 190 chilometri, ed invece la combinazione di gocce...


La pioggia, il pavé, una strettoria al centro del paese, un marciapiede alto, una sbandata improvvisa - il primo a cadere sembra essere un uomo della Bahrain Victorious - e in tanti finiscono a terra. Tra loro, più di metà...


L’organizzazione informa che Cassani, quotidianamente inchiodato dai tifosi alle transenne per un selfie, non viene smontato dai transennisti dopo la tappa. La Lidl Trek chiarisce che la torta in faccia a Pedersen durante la cena è...


Alessio Magagnotti conquista il successo al 4° Gran Premio Ecotek - 4° Gran Premio MC Assistance, prima prova della Due Giorni di Brescia e Bergamo, gara nazionale riservata alla categoria Juniores, abbinata anche al Giro della Franciacorta. Il corridore della...


Marlen Reusser ha vinto in solitaria la terza e penultima tappa della Vuelta Burgos Feminas. La svizzera del Team Movistar si è imposta al termine dei 95 chilometri in programma tra Valle de Valdebezana e Picón Blanco anticipando di 40”...


Successo del colombiano Juan Felipe Rodriguez nella quarta tappa dell Ronde de L'Isard, la Espéraza-Pla de Soulcem di 124 chilometri. Il corridore del Team Sistecredito ha superato l'irlandese Liam O'Brien della Lidl-Trek Future Racing e Jarno Widar della Lotto Development...


TBRADIO

-

00:00
00:00
SONDAGGIO
30 ANNI DI TUTTOBICI, VOTATE LA COPERTINA PIU' BELLA
Trenta copertine per raccontare la nostra storia: scegliete quella che per voi è la "copertina delle copertine"





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024