E COMUNQUE, GRAZIE RAGAZZI

ATTACCHI & CONTRATTACCHI | 27/05/2014 | 19:28
di Cristiano Gatti  - 

E comunque, grazie. Al netto di equivoci o carognate, di malintesi o imboscate: grazie ragazzi. Senza se e senza ma. Grazie per come avete lottato, sofferto, sopportato. Grazie per come avete onorato il Giro. Grazie per come avete riabilitato il ciclismo. Grazie per aver dimostrato a tutti gli altri sport, a tutti gli altri tifosi, di che cosa siano capaci i fachiri della bicicletta.

Vi abbiamo visto combattere contro tutti gli elementi avversi della natura e della corsa: freddo, pioggia, neve, tensione, rarefazione dell’aria. Niente da dire, stavolta. Davvero nessuna critica e nessun rilievo. Soltanto una sincera, incondizionata, riconoscente ammirazione.

Vorrei fosse molto chiaro: quello che vi rivolgo non è il grazie del sadico. Cioè di uno dei tanti snob che vorrebbero il ciclismo sport sanguinario, che si eccitano soltanto quando è mattanza, che sognano l’epica delle cataste in volata, delle cotte a quaranta gradi, degli stoccafissi sottozero. Non è l’estetica dello sport estremo – o del circo equestre – che mi fa dire grazie. Il ciclismo è bello sempre. Ma ci sono giornate in cui le sue cose migliori si sublimano fino alla perfezione. Il tappone della Val Martello diventa a pieno titolo uno di questi affreschi totali, che ripropongono nella cornice di una sola giornata tutta la simbologia migliore di un intero mondo.

Mentre voi andavate incontro al supplizio, mogli e fidanzate si scatenavano sulle reti sociali contro gli organizzatori: “Questa tappa andava annullata, è una cosa da pazzi”. Ebbene sì, ci sono giornate in cui il ciclismo diventa una vera cosa da pazzi. Ma è proprio per questo che nessuno sport riuscirà mai a eguagliarne l’epica. Non può essere una coincidenza se i picchi di ascolto televisivo coincidono sempre immancabilmente con queste giornate pazze e inverosimili. C’è un nesso diretto: il pubblico capisce al volo la differenza tra uno spettacolo normale e uno spettacolo eccezionale. Mai una tappa del Giro era riuscita a vincere l’ostilità di Gavia e Stelvio nella stessa giornata: ci siete riusciti voi, ragazzi di oggi, figli degli agi e del benessere. Una bella lezione.

Per tutto questo, grazie. Grazie al primo e grazie all’ultimo. Senza se e senza ma. Ci sono giornate in cui la critica serena deve ammutolire, alzarsi in piedi e applaudire. Personalmente sono strafelice di applaudire. Pronto, già domani, a fischiare se lo spettacolo sarà deprimente. Senza malizia, senza cattiveria. Perché ciascuno deve sforzarsi tutti i giorni di fare per bene il proprio mestiere. Non solo voi.
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COMMENTI
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28 maggio 2014 10:09 Piccio
Cristiano,
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