Il no a Cipollini diventa un caso internazionale

ATTACCHI & CONTRATTACCHI | 15/05/2014 | 16:29
di Cristiano Gatti                 -   

Il caso Cipollini si allarga. Diventa internazionale. La decisione della Rai di nominarlo giudice supremo sul palco del “Processo alla tappa” ha creato un vero e proprio tsunami di natura squisitamente etica. Dopo il secco rifiuto di Luca Gialanella, caporedattore del ciclismo Gazzetta, a sedersi nella trasmissione dove siede pure Cipollini, balza agli onori della cronaca anche il fragoroso no di un inviato per niente secondario, l’autorevole Carlos Arribas (nella foto), da anni inviato del “Pais”, uno dei più importanti quotidiani spagnoli.

Il motivo del no è sempre lo stesso: La “Gazzetta” (in Italia) e il “Pais” (in Spagna) hanno pubblicato le rivelazioni sui passati legami tra Cipollini e il dottor Fuentes, ginecologo prestato al doping, tristemente famoso al mondo come mefistofelico regista del più grande scandalo a sfondo ematico.

Ovviamente, quando hanno pensato a nominare Cipollini, in casa Rai nemmeno hanno pensato alla questione, tutt’ora aperta, con lo stesso Cipollini pronto ad agire in tutte le sedi per negare i dossier pubblicati.
Figuriamoci se in casa Rai si pongono di questi problemi, così sottili e così delicati. Del tutto insensibili al famoso senso di opportunità, non scritto e non sottoscritto da nessuna parte perché su certi temi non c’è bisogno di codici e cavilli, il reclutamento è praticamente a strascico: si butta la rete e chi resta dentro trova sicuramente un posto nel Dream Team.

Così si spiega anche l’amichevole disinvoltura con cui hanno invitato sia Gialanella che Arribas, restando letteralmente basiti di fronte al fermo rifiuto. Nessuno aveva minimamente considerato che i due inviati, rappresentanti di giornali in conflitto con l’ex campione, semplicemente applicassero un semplice e doveroso codice di coerenza, personale e aziendale.

«Ho detto alla De Stefano – mi spiega Carlos Arribas - che io non posso salire sul palco dove c’è Cipollini: ho pubblicato la vicenda con Fuentes, lui ha smentito tutto, mettendo in dubbio la serietà del mio lavoro. Come minimo, non posso stare nella stessa trasmissione. La De Stefano? Mi ha detto che tanto Cipollini starà lì pochi giorni…».

La vicenda filerà via come se niente fosse. La Gazzetta tornerà al Processo, chi ne ha scritto – come Gatti – è il solito fetente, tanti saluti e amici come prima. E le questioni etiche, morali, di banalissima opportunità? Su quel palco, lingua straniera. E lo chiamano servizio pubblico.

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COMMENTI
Sinceramente,
15 maggio 2014 17:15 Fra74
sono contento di questa presa di posizione, però, mio malgrado, non posso che essere, come mio solito, POLEMICO: scusi Dott. Gatti, scusi Dott. Arribas, ma due pesi e due misure non mi sembrano corretti; e mi spiego subito, perchè, allora, ancora oggi, continuare ad intervistare e/o scrivere su di ciclisti come BASSO, CONTADOR, POZZATO, etc...etc...insomma, tutti coloro che sono stati squalificati o che hanno avuto a che fare con vicende di doping??!? Vogliamo, VOLETE cercare di migliorare questo SPORT, ed allora, il semplice fatto che abbiano scontato una squalifica...non dovrebbe comportare ciò da parte Vostra.
Francesco Conti-Jesi (AN).

CARLOS, VAI
15 maggio 2014 17:45 tonifrigo
Tutto perfetto e chi si volta indietro a cercare quelli che hanno già pagato commette un'ingiustizia grave. Cipollini non ha mai pagato i propri rapporti con Fuentes. E soprattutto un accusato non può fare il giudice. Go, Cipo go.

Ma non potrebbe invece esser...
15 maggio 2014 18:52 Bartoli64
…che - sia pur considerate ragioni di opportunità aziendale - tra i citati giornalisti e Cipollini ci sia pure una banalissima antipatia?

Cosa pretendeva Gialanella, che Cipollini gli dicesse bravo dopo l’uscita di quel dossier? Lo stesso dicasi per il giornalista spagnolo, voleva che il toscano dicesse che aveva scritto il vero sul suo conto?

A parte il fatto che gli ex Prof. italiani sono tra i più omertosi in assoluto (specialmente quando si tratta di parlare degli “stupefacenti” anni ’90), ma considerare che il circo del ciclismo, in fondo, è un po’ come un paese dove tutti si conoscono e tutti sanno di tutti no eh?

E che sarà mai! La De Stefano (che il suo mestiere lo sa fare bene), c’ha provato a mettere insieme capra e cavoli (hai visto mai?) però gli è andata a buca così per avere i suoi pregiati colleghi della carta stampata dovrà ora aspettare che Super Mario levi le tende dal palco.

Caso internazionale… per come la vedo io siamo appena alla diatriba da paese.

Bartoli64

P.S. X La De Stefano: dai Ale, allarga il campo degli inviti! In fondo lo sai che i giornalisti sono un po’ suscettibili, perché ti devi creare altre antipatie? Sei una brava professionista oltre che una donna intelligente, colta e simpatica, per questo dovresti considerare come… vabbè sono certo che hai capito ;-)

Due cose diverse
15 maggio 2014 19:00 Per89
Fra per una volta non sono d'accordo con te perchè la cosa è diversa. Cipollini ha sulle spalle il dossier di El Pais e della Gazzetta e non ha mai smentito ne confessato, oltre al fatto che il suo nome figura tra quelli presenti nella famosa lista del senato francese. Re Leone è scomparso per un breve periodo di tempo prima di ricomparire ed essere giudice supremo è come se chiamassero Armstrong come opinionista al California, lo stesso discorso vale per Savoldelli che nonostante sia uno che ne capisce fino a quando non risolve la sua posizione secondo me non dovrebbe fare l'opinionista.

15 maggio 2014 19:07 angelofrancini
Tutti sapete che sono contro il doping. Ma oggi voglio essere provocatore.
Ed allora dico: viva il ciclismo così come é.
Ed i moralizzatori prima di criticare i nostri atleti debbono AVERE il coraggio di gridare e chiedere che le regole che hanno provocato quelle "squalifiche" SIANO APPLICATE anche negli altri sport, come numero di controlli e metodi.
Allora dopo sarà giusto chiedere di moralizzare lo SPORT.
Altrimenti é solo tanto perbenismo inutile.

X Fra74
15 maggio 2014 20:56 Ruggero
Mi permetto di non essere d'accordo con te questa volta, non confondere i corridori pizzicati e squalificati con quelli che oltre a non ammettere nulla se ne vanno bellamente in televisione a predicare, questi prima di spiegare perchè non vincono i corridori di oggi, dovrebbero spiegare come vincevano loro, poi possiamo riparlarne.
Ruggero

ANCORA...
16 maggio 2014 08:59 kisio
MEGLIO CIPOLLINI CHE I DUE GIORNALISTI, STATE A CASA VOSTRA CHE CI GUADAGNAMO TUTTI !!

talebani
16 maggio 2014 09:42 siluro1946
Questi giornalisti sanno chi sono i proprietari dei giornali per cui lavorano?
O glielo facciamo sapere?

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