LA TAPPA. Rivedremo il copione di ieri?

GIRO D'ITALIA | 11/05/2014 | 08:01
E’ l’ultima delle tre tappe in Irlanda per la corsa rosa. Parte da Armagh, cittadina con molti edifici in stile georgiano che è considerata anche la capitale religiosa sia dai cattolici, sia dai protestanti. Ha due cattedrali, dedicate al medesimo santo, san Patrizio, e pare che il fatto sia un’unicità mondiale.
Non dista molto da Belfast, città che è stata il “cuore rosa”, entusiasta, delle giornate di vigilia e d’avvio del Giro d’Italia.
Al via si presenta la nuova maglia rosa, il giovane e promettente velocista – ma non solo - australiano Michael Matthews, il “canguro” che per il gioco dei piazzamenti all’arrivo della seconda tappa, frazione flagellata dalla pioggia ma, in compenso, abbastanza risparmiata dal vento, ha sfilato la maglia rosa al suo coéquipier Svein Tuft.
La volata imperiosa di Marcel Kittel, al suo primo Giro,  gran pronosticato della vigilia, ha messo in fila le ruote veloci del gruppo più accreditate precedendo Bohuanni, Nizzolo, terzo, con Viviani, Ferrari e Belletti nelle posizioni a seguire, ai piedi del podio.
Il copione della frazione n. 3 potrebbe non discostarsi di molto da quello che ha caratterizzato la seconda tappa, tempo – o, per la precisione – il maltempo e l’eventualità di vento che spira  dal mare verso la costa compresi.  E com’è facilmente  prevedibile la ripetizione della partecipazione entusiastica e le molteplici scenografie in rosa di persone o cose che hanno sempre fatto, fino a qui,  da suggestiva quinta al Giro in Irlanda.
Altimetria variata, ondulata, ma con molta moderazione nella prima parte con due G.P.M. di 4^ categoria a quote modestissime e, poco dopo il secondo, si lascia il territorio dell’Irlanda del Nord per entrare in quello della  Repubblica d’Irlanda dove sono previsti poco più di cento chilometri, senza difficoltà altimetriche, prima della conclusione della tappa a Dublino.
La strada costeggia sempre il mare e, pure in questa tappa, gli “occhi di gatto” sulla carreggiata sono una costante. Si attraversano centri con vari richiami storici, monumentali e culturali, aggettivi, questi, che si coniugano al meglio con Dublino, la capitale della Repubblica d’Irlanda e la sua lunga storia. Attualmente la conurbazione urbana della città si aggira attorno al milione d’abitanti con una vivacissima, moderna, economia illustrata dalla definizione di “Silicon Valley d’Europa”.
Il rettilineo conclusivo, lungo 350 metri, è preceduto da un finale cittadino con presenza di molteplici curve.
Saranno prevedibilmente i medesimi attori di oggi a interpretare la probabile, massiccia, volata di gruppo, un esercizio che l’inimitabile Bruno Raschi definiva “il lungo prologo di una coltellata”.

Giuseppe Figini
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COMMENTI
11 maggio 2014 11:01 FrancoPersico
La tappa la fanno i corridori, ma con un percorso simile cosa ci si può aspettare? Chiaro la solita fuga che va via per interessi e disinteresse del gruppo. I treni che chiudono per preparare la volata e poi... la coltellata. Ci manca pure che un pretendente alla vittoria finale si metta in prima fila adesso, e se lo fa è nei momenti "difficili", ma solo per evitare cadute o buchi.

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