LA TAPPA. Pioggia e vento i nemici più pericolosi

GIRO D'ITALIA | 10/05/2014 | 07:43
Parte  con un canadese in rosa la seconda tappa del Giro d’Italia. Svein Tuft, questo è il suo nome, dell’australiana Orica-GreenEdge, è quel tipo di corridore che si suole definire un “passistone”. La formazione fruiva dei pronostici della vigilia e molti hanno cullato la speranza di vedere Ivan Santaromita sovrapporre alla maglia tricolore quella rosa. E’ stato però premiato il compleanno (37 anni – auguri!) del canadese, valido specialista delle prove contro il tempo, e “Santino” rimanda il sogno di vestire la maglia rosa.
Nella prova contro il tempo a squadre una rilevante incidenza sulle prestazioni l’ha avuta anche il tempo meteorologico alternando e mutando in fretta le condizioni ambientali con le quali si misuravano le varie formazioni. L’Orica-GreenEdge, seconda a partire, ha potuto usufruire delle condizioni relativamente migliori.
E, sempre in fatto di tempi, tempi di corsa, non sono mancate le sorprese nella spettacolare competizione d’apertura, onorata dalla appassionata  partecipazione di un grande numero di spettatori. Purtroppo “l’enfant du pays”, l’irlandese Daniel Martin, capitano della Garmin-Sharp, vittima di una caduta che ha coinvolto anche altri compagni fra i quali Ryder Hesjedal vincitore del Giro d’Italia 2011, ha dovuto abbandonare la corsa.
Le condizioni meteorologiche prevedono pioggia e vento anche per la seconda tappa, la prima in linea, che ha sempre Belfast quale sede di partenza e d’arrivo e sviluppa 219 chilometri. Menù assai impegnativo per la distanza di una prima tappa in linea e per il temuto meteo mentre il profilo altimetrico prospetta un andamento con lievi ondulazioni. Teatro della competizione è sempre l’Irlanda del Nord con un tracciato che nella prima parte punta decisamente a nord, nell’interno dell’isola con il suo tipico paesaggio e, circa a metà percorso, trova il mare che accompagnerà, da qui in avanti, la corsa praticamente fino all’arrivo consentendo anche la visione della straordinaria natura della Giant Causeway - in italiano Selciato dei Giganti – una miriade di colonne di basalto che sorgono dal mare e che sono patrimonio Unesco.
Il vento, che da queste parti non manca mai, è prevedibilmente un elemento che potrebbe determinare situazioni di corsa da sorvegliare con costanza e attenzione per prevenire, o parare, manovre e tattiche di corsa volte a utilizzare e sfruttare questa variabile atmosferica. E se ci si mettesse anche la pioggia il livello di guardia e attenzione sarà spasmodico, al massimo livello, per tutti, protagonisti o comprimari.
Lo stato delle strade si annuncia buono con la caratteristica di un’estesa, pressoché continua, presenza di “occhi di gatto” in mezzo alla carreggiata. Occhio………
E’ prevedibile uno sprint di gruppo. L’arrivo è il medesimo della cronosquadre.  I “treni” dei velocisti saranno al massimo e, come diceva il grande e compianto Mario Fossati, la vittoria dovrebbe essere affare di quei velocisti che sanno passare fra maglia e pelle. I nomi, salvo sorprese, sono quelli dei soliti noti negli arrivi in gruppo.
Salvo sorprese, appunto.

Giuseppe Figini
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