PROFESSIONISTI | 04/01/2014 | 11:32 La quinta edizione della pedalata «Per fermare la Duchenne e Becker», organizzata dall’associazione «Amici di Edy Onlus», è in programma lunedì a Messina. Oltre a Vincenzo Nibali, hanno confermato già la propria presenza Giovanni Visconti, Valerio Agnoli e Salvatore Mancuso. Raduno (ore 9.30) e partenza (10.30) a Messina, in Piazza Duomo, da cui comincerà un circuito cittadino che terminerà sempre in Piazza Duomo. L’obiettivo è destinare fondi alla ricerca contro la distrofia muscolare di Duchenne e Becker, una malattia rara di natura genetica che colpisce 1 bambino maschio su 3500 e procura una progressiva degenerazione dei muscoli di tutto il corpo. I fondi serviranno all’acquisto di una pedana stabilometrica. Questa l'intervista di Ciro Scognamiglio al campione messinese.
Era appena sceso dal podio di Parigi. Una domenica di luglio 2012 baciata dal sole e dal suo terzo posto al Tour. Lo disse subito: «Ho pensato al mare della mia isola». Vincenzo Nibali da Messina è cresciuto in Toscana e ora vive a Lugano, ma alla Sicilia resta visceralmente legato. Nell’anno che è appena stato ha vinto il Giro d’Italia, nell’anno che sarà lo aspetta la grande sfida del Tour de France. E dove poteva cominciarlo, se non nella sua Messina, zona Boccetta? E’ arrivato il 29 dicembre, il giorno dell’Epifania pedalerà per un motivo nobile (vedi box sotto), prima di ripartire davvero: l’8 gennaio la presentazione dell’Astana, nel Bresciano, il 10 volo per l’Argentina e per la prima corsa dell’anno. Intanto, eccolo: Vincenzo e la sua Sicilia.
Nibali, lei ha la meritata fama di essere un tipo molto tranquillo e di non soffrire la pressione. Ma è vero che probabilmente l’unica eccezione riguarda la sua Sicilia? «Mmhh. Forse sì. La tappa dell’Etna al Giro 2011, che partì proprio da Messina. Non resi al massimo, avevo sentito troppo il grande affetto che c’era attorno a me. Confesso: ero quasi contento che in quel Giro fossimo rimasti in Sicilia un giorno solo».
Come ha passato e sta passando questi giorni? «Sono con mia moglie Rachele (a febbraio è in arrivo la primogenita Emma, ndr) e il mio compagno e “fratello” Valerio Agnoli. Oltre ai miei familiari, naturalmente».
Solo feste o anche allenamenti? «No, ormai non si può scherzare, tra poco si comincia... Abbiamo fatto buone uscite, tra cui quella tradizionale al Santuario di Tindari (era lì nel 2010 quando ricevette la chiamata in extremis per il Giro d’Italia, poi concluso al terzo posto, ndr). Qualche volta ha piovuto ma non ha fatto freddo. E ci sono dei percorsi bellissimi per andare in bici. E’ in arrivo, inoltre, anche il preparatore Paolo Slongo e faremo dei test in salita prima di ripartire. Purtroppo non posso passare molti giorni dell’anno in Sicilia, ma sono bellissimi».
Cose curiose da segnalare? «Vale se dico la... fortuna di mio nonno Vincenzo nelle partite a carte, sette e mezzo, che abbiamo fatto. Una cosa incredibile! A tavola sono stato attento, non ho esagerato. L’ultimo dell’anno abbiamo mangiato tutti il pesce fresco. Negli altri giorni, devo ammettere che la granita di caffè con la panna non è mancata».
Anche grazie a lei, il ciclismo sull’isola è molto in crescita. Ha notato? «Sì, è un boom. La gente che ho visto pedalare anche in questi giorni durante i miei allenamenti è davvero tanta. Non è solo merito mio, i nostri professionisti sono tanti. Pensate a Tiralongo, Visconti, i due Caruso, solo per citarne alcuni».
E il resto dello sport «isolano» lo segue? «Sapete che io al calcio non vado troppo dietro, ma so naturalmente che il Palermo è in piena lotta per la promozione in serie A e spero che il Messina torni presto al livello che merita. Mi piace molto Tony Cairoli! Siamo quasi coetanei e nel motocross sta vincendo davvero tantissimo. Nella mia regione lo sport sta facendo boom e penso proprio che continuerà così».
Se riuscisse a conquistare anche il Tour, dopo la Vuelta e il Giro, che cosa pensa che potrebbe succedere in Sicilia? «Ehm. Questa domanda non mi piace troppo, perché come sapete sono un po’ scaramantico. Sinceramente, non ci ho pensato. E’ la verità, credetemi». Ma in Sicilia, ci stanno pensando eccome...
da «La Gazzetta dello Sport» edizione Sicilia del 4 gennaio 2014 a firma Ciro Scognamiglio
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