Campionati italiani invernali, a Milano, nel Palazzo dello sport di piazza VI Febbraio. Nel 1962, forse. Partecipano anche atleti stranieri. La prova è quella di velocità. Nei quarti di finale il francese Michel Rousseau, campione olimpico nel 1956, campione del mondo dilettanti nel 1957 e professionisti nel 1958, è opposto a Sante Lombardi. Se fosse calcio: 1 fisso. Se fosse ippica: non si accettano scommesse. Invece Lombardi firma due capolavori. Non sarebbe riuscito a ripeterle spesso.
Sante come Gaiardoni, campione olimpico e mondiale, Lombardi come Giovannino, campione olimpico. La pista era anche nel nome e nel cognome. Sante Lombardi, Forlì, 11 dicembre 1933. Allievo, mascherato da dilettante, partecipa a una riunione all’ippodromo di Ravenna. Ci sono anche Coppi, Bartali, Magni, Soldani, Albani. Pista in terra battuta. Gli organizzatori lo sistemano nel box riservato a Coppi. Lui rimane lì, a bocca aperta e a occhi spalancati. Cerca di fotografare il Campionissimo con la memoria: il petto carenato, le gambe affusolate, il naso aquilino. Coppi che si fa massaggiare da Aspes, che beve a piccoli sorsi, che si protegge con un asciugamani. Poi le gare. Lombardi vince la prima batteria, la seconda, poi vince anche la finale. Quando rientra nel box, Coppi si alza, gli dà la mano e profetizza: “Tu, in pista, hai delle possibilità”.
Ha delle possibilità, e dei risultati: secondi e terzi posti. Da collezionismo. Lombardi trova sempre qualcuno, almeno proprio quel giorno, più veloce di lui. Finché la storia sembra ripetersi nel 1958. Stavolta si corre a Milano, al Vigorelli, e c’è anche Coppi. “Signor Coppi…”. “Chi sei?”. “Sono quel Lombardi…”. “Ah sì”. “Vede, signor Coppi, vorrei passare professionista, ho già parlato con quelli dell’Ignis”. Poi la corsa, una individuale a unti, tutti insieme professionisti e dilettanti. Alla fine arriva Pinella De Grandi, il meccanico di Coppi: “Quello là ti ha messo una parola buona. Se domani vai da Tragella…”. Tragella, il direttore sportivo della Bianchi. Lombardi va da Tragella e firma per 80 mila lire al mese, anche se all’Ignis ne avrebbe prese 100 mila.
Due anni nella Bianchi, il 1960 con la Ghigi, il 1961 con Fides e Ignis, il 1962 con l’Ignis, il 1963 e 1964 con la Termozeta. Lombardi sarebbe tornato in pista nel 1998, da master. E allenandosi come una volta, perdendo 12 chili di tortellini e Albana, finalmente arriva primo. Anzi, due volte primo: velocità e 500 metri con partenza da fermo.
Lombardi è morto stanotte dopo un infarto. Due settimane fa aveva compiuto 80 anni.
di Marco Pastonesi
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