| 27/04/2006 | 00:00 Giuseppe Martinelli, ds della Lampre, anticipa la tattica per il Giro d'Italia. «Cunego controllerà Basso fin dall'inizio», spiega. Nessun segreto, o quasi. La corsa rosa scatterà dal Belgio il 6 maggio e Damiano Cunego è uno dei favoriti al successo finale insieme, appunto, a Ivan Basso. Il veronese, vincitore a sorpresa nel 2004, è stato vittima di una mononucleosi che ha condizionato pesantemente il 2005, non permettendogli di lottare per le corse importanti. Ma nel 2006 uno dei giovani più interessanti del ciclismo italiano ha voltato pagina: già dalle prime corse è andato subito forte, vincendo il Giro del Trentino e piazzandosi terzo alla Liegi Bastogne Liegi. La Lampre dunque ha un capitano unico su cui puntare anche se a livello di squadra la Csc ha qualcosa in più. Lo stesso Martinelli sottolinea: «Noi dovremo correre di rimessa a fianco di Basso che è il logico favorito. Damiano sarà al suo fianco, senza dimenticare Simoni, Di Luca e Savoldelli che saranno li' a lottare per la maglia rosa. Non abbiamo una supersquadra, ma ci sono dei corridori che in montagna non hanno nulla da invidiare agli altri».
A chi dice che Cunego è già 'troppo' in forma, il ds risponde così: «Tutti quelli che aspirano a vincere il Giro sono già da tempo in condizione. Diciamo che lui ha bruciato le tappe dopo un'annata problematica. La 'defaillance' che ha avuto nel 2005 è dovuta solo ed esclusivamente alla mononucleosi. Non c'è nient'altro, nonostante qualcuno abbia detto altre cose non vere».
Anche il vincitore del 2005, Paolo Savoldelli, è uno dei candidati alla vittoria finale: «Non si scopre adesso - ammette Martinelli - è un corridore intelligente che sa sfruttare gli errori degli altri. Ma, ripeto, il principale avversario sarà Basso che con il secondo posto al Tour ha la convinzione nei propri mezzi. Inoltre il percorso gli si addice, anche se scoprendo pian piano tutte le tappe di questo Giro credo che basti un piccolo malessere per essere tagliato fuori dai giochi».
Il ds Lampre ha vissuto tanti Giri d'Italia a fianco di campioni come Simoni (vincitore nel 2001) e Pantani (primo nel 1998), con i quali ha gia' trionfato nella corsa rosa: «Il Giro di quegli anni era incentrato su un solo corridore, al massimo due che lottavano per la vittoria. Ora - spiega - ci sono sei-sette uomini che possono vincerlo. Questo fa si' che l'interesse nei confronti del nostro sport aumenti nonostante la crisi economica che si respira».
Infine una battuta sull'uomo nuovo per l'Italia nelle classiche del Nord, Alessandro Ballan, protagonista dalle Fiandre alla Roubaix di prestazioni convincenti in maglia Lampre: «Non mi aspettavo di avere un tale 'ben di Dio' all'interno della squadra - sottolinea Martinelli - lui aveva già dato segnali importanti nella passata stagione, è stato competitivo dal Laigueglia sino alla Liegi. Credo di avere in mano un atleta molto forte che darà all'Italia grandi soddisfazioni in futuro».
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