Santambrogio: positivo alle controanalisi dal 13 giugno

DOPING | 15/10/2013 | 11:10
È pesante: squalifica a vita. Era nell’aria, ma lascia comunque stupiti la richiesta della Procura antidoping del Coni per Danilo Di Luca. La sua è una positività del 29 aprile. Un controllo «out of competition», un tempo si chiamavano a sorpresa, presso la sua abitazione. Comunque prima della partenza del Giro d’Italia. Mentre proprio a un controllo alla prima tappa del Giro, il 4 maggio a Napoli, fu trovato positivo Mauro Santambrogio.

I due sono compagni di squadra e la loro positività ha messo nei guai l’intero team: anche i campioni degli altri componenti della Vini Fantini-Selle Italia sono stati controllati all’Epo perché lo prevede il codice Wada (agenzia mondiale antidoping) e, soprattutto, perché se fosse stato trovato un altro positivo sarebbe scattata una punizione anche per la squadra .

Il caso Santambrogio Della vicenda umana del ciclista ci siamo occupati in questi giorni: il comasco ha minacciato il suicidio su twitter («Addio mondo, non ce la faccio più»), l’affetto del web l’ha scosso e alla Gazzetta ha poi confidato: «Ho bisogno di aiuto per risollevarmi. Vi ringrazio tutti per avermi salvato». Ma sul suo caso sportivo ci sono alcuni aspetti da chiarire.
Dopo la positività, sono state effettuate le controanalisi dall’11 al 13 giugno presso il laboratorio antidoping Fmsi dell’Acqua Acetosa, a Roma. Lo stesso 13 giugno la conferma della positività è stata comunicata al corridore (attraverso il suo perito, professor Locatelli, presente alle controanalisi) e all’Uci, la federciclo mondiale. L’ufficio legale dell’Uci ha comunicato il 20 giugno «ufficialmente» a Santambrogio che le sue controanalisi avevano confermato la positività all’Epo. La comunicazione è stata fatta con raccomandata inviata al domicilio dell’atleta e anticipata via mail. Nella lettera era anche evidenziato come il corridore avesse potuto avvalersi della «collaborazione» e per questo la documentazione non è stata ancora trasmessa alla Procura antidoping del Coni. Nelle controanalisi non è necessario indicare la quantità di sostanza trovata e «sempre», per i casi di positività all’Epo, viene inviata la perizia a un altro laboratorio accreditato Wada per l’expertise, cioè la conferma del dato (in questo caso è stato Parigi) .

Il caso Di Luca Danilo Di Luca era rientrato alle corse dopo una squalifica per la doppia positività al Cera al Giro d’Italia del 2009. Una squalifica ridotta di oltre 9 mesi per la collaborazione che aveva fornito alla Procura di Padova e a inizio 2011 potè tornare in gruppo. Ora la Procura Coni non ha voluto tener conto di nulla e a Di Luca fa pagare tutto. Anche quel «controllo atipico» del 2007 (dopo la tappa dello Zoncolan al Giro: la famosa pipì degli angeli) che fece già scattare una richiesta di due anni di squalifica, ma portò all’assoluzione dal Tribunale nazionale antidoping dopo una lunga udienza che per la prima volta nella storia fu aperta alla stampa. Alla fine sarà difficile che Di Luca abbia una squalifica a vita. Per i professionisti la prassi ha sempre dato squalifiche a tempo e a fare giurisprudenza in questi casi potrebbe essere il Tas di Losanna (di cui l’italiano Fumagalli, presidente della seconda sezione del Tna che si occuperà del deferimento, è giudice), che al massimo ha inflitto 12 anni di squalifica per casi di recidiva.

Particolari I casi Di Luca e Santambrogio sono emblematici: l’Uci ha ridotto i test sull’Epo nelle manifestazioni sotto la sua egida e i controlli effettuati sui due sono «controlli mirati» che la Federazione internazionale ha fatto solo su alcuni campioni del Giro e — per quanto riguarda Di Luca — «out of competition» perché si trattava di un corridore al rientro nelle grandi competizioni.

da «La Gazzetta dello Sport» del 15 ottobre 2013 a firma Maurizio Galdi
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COMMENTI
sempre meno credibili....
16 ottobre 2013 08:50 klein4ever
"Particolari I casi Di Luca e Santambrogio sono emblematici: l’Uci ha ridotto i test sull’Epo nelle manifestazioni sotto la sua egida e i controlli effettuati sui due sono «controlli mirati» che la Federazione internazionale ha fatto solo su alcuni campioni del Giro"

quindi in teoria potrebbero esserci stati altri corridori che hanno fatto uso di epo, ma però si è VOLUTO controllare solo alcuni all'EPO??? va be....allora ancora meno credibile....almeno che dicano chi è stato controllato all'epo e chi no...giusto per trasparenza!!! se ad esempio l'hanno fatto a santambrogio e non a un Nibali o Wiggins ha dello scandaloso....se non l'hanno fatto a chi arrivava appena dentro il tempo massimo è già un altro discorso....

come volevasi dimostrare
16 ottobre 2013 17:21 terry
Come scrive klein4ever,tutto farebbe supporre che anche altri abbiano fatto utilizzo di sostanze proibite......Come mai non se ne sa niente?Come mai chi si impegna in scrupolosissime indagini giornalistiche(sempre benvenute) non fa baccano?Come mai tutti addosso solo a questi due ciclisti?

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