Se le iniziative, come logico, vengono fatte per dar conto delle intenzioni e dei contenuti che animano i loro promotori, è praticamente impossibile non osservare che la tavola rotonda promossa l’11 luglio dalla Lega Ciclismo insieme all’ Acsi, ha fondamentalmente...
Sappiamo che l’Assemblea dell’UEC (cui partecipavano 37 Federazioni nazionali) ha votato una risoluzione che impegna i 14 delegati europei, che rappresenteranno l’insieme dell’Europa al Congresso di Firenze, a votare contro l’approvazione delle modifiche statutarie all’art. 51.
L’approvazione di tali proposte di modifica dello Statuto UCI consentirebbe a McQuaid, in violazione delle normativa vigenti, di essere ricandidato alla Presidenza dell’UCI: chiaro quindi che la mancata approvazione lo vedrebbe di conseguenza escluso dal voto.
Sappiamo che la modifica di Statuto richiede, per essere approvata (art. 38/3/c Statuto UCI), una maggioranza di almeno 28 voti (due terzi del totale dei voti congressuali) sui 42 totali: quota difficilissima da raggiungere avendo il voto contrario dell’Europa, che da sola ne conta 14 (1 terzo del totale).
Sono quindi certo che all’UCI non vorranno correre il rischio di un ricorso postumo al TAS e decideranno, prima del Congresso, l’esclusione della candidatura di McQuaid, perché priva dei requisiti fondamentali richiesti.