GIRO D'ITALIA | 03/05/2013 | 15:40 A Napoli cresce l’attesa per l’inizio del Giro d’Italia. Domani la città partenopea ospiterà la prima tappa: 130 km e un arrivo perfetto per i velocisti. La Cannondale Pro Cycling, metabolizzata la rinuncia del suo capitano Ivan Basso, si prepara ad una corsa d’attacco. Le sue due punte di diamante, Elia Viviani e Damiano Caruso, hanno seguito percorsi d’avvicinamento differenti ma da domani l’obiettivo è lo stesso: essere protagonisti. «Credo sia giusto aspettarsi un segnale di crescita in questo Giro e sono io il primo a volerlo dare - ha spiegato Viviani -. Ho iniziato la stagione con la voglia di dimostrare di poter vincere qualcosa di importante. Nei mesi scorsi ho sfiorato il successo più volte ed è stato un segnale incoraggiante. Non ho ancora vinto nel 2013 e vorrei riuscire a rompere il ghiaccio qui al Giro: sarebbe bellissimo». «Per le volate ci sarà tantissima concorrenza. Ci sono ottimi velocisti al via e questo rende tutto più elettrizzante e, ovviamente, difficile. Il segreto sarà quello di cogliere l’attimo giusto. Qualcuno vorrà una volata lanciata, altri ordinata e altri ancora, che velocisti non sono, proveranno ad anticipare. Le squadre avranno un ruolo fondamentale e grazie ai miei compagni sono più che sereno. Poi conterà la capacità del singolo, soprattutto per osare. Finora questo mi è un po’ mancato, ma al Giro non sarà così. Voglio giocarmi tutte le occasioni possibili e non finire mai una tappa con qualche rammarico. Domani a Napoli sarà la prima: dire che sarebbe un sogno vincere e vestire la maglia rosa è forse riduttivo» ha concluso Elia. «Il motivo per il quale sono alla partenza del Giro non è certo piacevole - ha affermato Caruso -. Il primo pensiero, da amico e compagno di squadra, è per Ivan. So quando teneva a questo appuntamento e quanto si era allenato per prepararlo. Prendere il suo posto è una grande responsabilità. La mia stagione era programmata in funzione del Tour de France. Ho chiuso da poco la prima parte di stagione con le classiche e non nascondo che il mio pensiero era rivolto al relax». «Avrei dovuto correre il Tour of California, dunque la condizione è buona, ma correre un Giro d’Italia è tutta un’altra cosa. Parlare di obiettivi è impossibile. Posso solo dire di essere più che motivato a dare il massimo. Ho già due edizioni alle spalle e l’esperienza non mi manca. Vivrò la corsa un po’ alla giornata. Battagliare con i big, che si sono allenati per arrivare qui al top, sarà difficile. Di certo, però, non sono qui a fare il turista».
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