Freni a disco sulle bici da strada? L'idea parte da Calenzano

CONVEGNO | 24/04/2013 | 17:57

Ci vorrà ancora del tempo (i più ottimisti parlano della stagione 2015) per la sua omologazione da parte dell’Unione Ciclistica Internazionale, ma non c’è dubbio che se ciò avverrà sarà una bella rivoluzione in campo ciclistico. Parliamo delle biciclette da corsa per l’attività su strada con freni a disco idraulici sia sulla ruota anteriore che posteriore. Un dispositivo già ampiamente usato nelle bici del mountain bike e del ciclocross, come ha spiegato durante un convegno svoltosi al Meridiana Country Hotel a Pontenuovo di Calenzano, l’ingegnere Davide Fumagalli della Colnago. Con lui c’era anche Paolo Savoldelli, ex professionista (dal 1996 al 2008) con due Giri d’Italia vinti al suo attivo oltre a un Giro del Trentino ed uno della Svizzera Romanda, ed appena nominato consigliere e supervisore editoriale di Bike Channel, primo canale tematico per gli appassionati di ciclismo, dopo il suo addio dalla Rai come opinionista. Il campione bergamasco, grande discesista soprannominato “Il Falco” ha testato la bici realizzata da Ernesto Colnago per lui qualche mese, ed assieme all’Ingegnere Fumagalli hanno parlato di questa novità e dei vantaggi. “La frenata - hanno detto – sarà più rapida, tanto che a una velocità di circa 55 chilometri l’ora, lo spazio di frenata si riduce da 26,6 a 20,5 metri. Una frenata più sicura, soprattutto efficace con strada bagnata dalla pioggia, con meno rischi di cadute”. La bici realizzata da Ernesto Colnago era in mostra nella sala del convegno e sono già un centinaio gli esemplari costruiti. I presenti al convegno organizzato da Marco Cavorso, dall’Associazione Tommaso Cavorso, da Ciclismosicuro.it, dal Team Ultimo Km e da Saverio Carmagnini del Premio Internazionale Giglio D’Oro, hanno apprezzato questa novità e tra gli altri intervenuti il “patriarca” Alfredo Martini, il direttore sportivo Fabrizio Fabbri, Claudio Santi vice presidente internazionale della pista, la campionessa lituana Katarzina Sosna che corre nel Vaiano Fondriest, Carlo Iannelli della Corte Appello Federale di ciclismo, i dirigenti di alcune società come Masini, Lapucci, Romanelli, Poli. Altro aspetto infine che è stata toccato durante il convegno quello della sicurezza dei corridori sulla strade, sia in occasione delle gare che in allenamento. Un tema portato avanti con grande passione e determinazione da Marco Cavorso, il padre di Tommaso ucciso da un furgone in allenamento nell’agosto del 2010 e da Stefano Guarnieri che perse il figlio in un incidente stradale e che ha fondato l’Associazione Lorenzo Guarnieri Onlus, promotrice di una proposta di legge popolare sull’omicidio stradale che ha già raccolto le firme di migliaia di persone. Sia Marco che Stefano hanno voluto esprimere la loro grande amarezza per il fatto che gli automobilisti colpevoli della morte dei loro figli, sono stati condannati a una pena di soli 2 anni e 8 mesi senza un giorno di carcere.




Antonio Mannori

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