Giro d'Italia: 22 squadre invitate, ma i giochi sono apertissimi

| 01/03/2006 | 00:00
Cipollini fa sapere di voler dirigere in futuro una squadra di ciclismo. «Credo di avere abbastanza esperienza in questo mondo», dice l’ex iridato. Vero, ma non sempre basta, perlomeno per entrare fra le 22 formazioni del Giro d’Italia: lì, per ora, non c’è posto per tutti. Rispettando scadenze e regole dell’Uci, la Rcs ha ufficializzato l'altro ieri la lista delle partecipanti alla prossima corsa rosa, in calendario dal 6 al 28 maggio: alle venti formazioni del Pro Tour, che ne hanno diritto, sono state aggiunte Panaria Navigare e Selle Italia, invitate come nella passata edizione. Una lista che potrebbe cambiare solo nel caso in cui dovesse continuare la guerra fredda fra federazione internazionale, sponsor e Grandi Giri: se lunedì prossimo a Parigi non si arrivasse ad un accordo che possa condurre finalmente ad una modificazione dei regolamento Pro Tour (riduzione delle squadre, con il conseguente aumento di wild-card, riduzione degli organici, riduzione del calendario, concetto di licenza bandito per gli organizzatori, così come bandito dovrà essere il concetto di vendita dei diritti televisivi se non dalle entita giuridiche riconosciute: Aso, Rcs e Unipublic e via elencando), gli organizzatori potrebbero cambiar rotta e andar per conto proprio, chiamando le squadre che ritengono più funzionali alle loro corse. Nel caso del Giro, si ridurrebbe il numero di quelle elite (Pro Tour), mantenendo ovviamente le più forti, e si aprirebbe spazio per quelle italiane di seconda fascia, come Lpr, Naturino Sapore di Mare, Tenax Salmilano, Acqua & Sapone e il resto della truppa, che nel ciclismo hanno un ruolo comunque molto importante per non dire fondamentale: quello di costruire buoni corridori. In attesa di contrordini, al Giro sono attese quattro italiane (la Milram di Petacchi, la Lampre di Cunego, la Liquigas di Di Luca più la Panaria di Mazzanti e Sella), quattro spagnole (la Liberty di Vinokourov, la Isole Baleari, la Saunier di Simoni e l’Euskatel di Laiseka), cinque francesi (Ag2r, la Credit Agricole di Caucchioli, la Cofidis di Bertagnolli, la Francaise des Jeux di Gilbert e la Boygues Telecom), due tedesche (la T Mobile di Ullrich e la Gerolsteiner di Wegmann), due belghe (la Quick Step di Bettini e la Davitamon di Mc Ewen), un’olandese (la Rabobank di Ardila), una danese (la Csc di Ivan Basso), una svizzera (la Phonak), una colombiana (la Selle Italia) e l’americana Discovery Channel del vincitore uscente Savoldelli. Già detto per il percorso, vale anche per il cartellone degli attori: mai come stavolta non ha nulla da invidiare al Tour. Nulla da invidiare a chi è iscritto di diritto hanno le due invitate, Panaria e Selle Italia: la squadra di Bruno Reverberi, che quest’anno taglia il traguardo dei 25 Giri consecutivi, è pur sempre la miglior formazione europea della passata stagione, quella di Gianni Savio da qualche anno onora la presenza dando battaglia. Nel 2005 è pure finita sul podio con Josè Rujano, piccolo grande scalatore venezuelano ora al centro di un pasticcio: ha già l’accordo con il suo club per trasferirsi alla Quick Step dopo la corsa rosa, ma fin qui non si è presentato ad una gara. Così ora rischia: di star fermo tutto l’anno.
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