Ars Wenger: «Esami del sangue obbligatori anche nel calcio»
DOPING | 10/02/2013 | 11:59 Anche alla luce degli atti riguardanti le rivelazioni di Mario Cipollini nell’ambito dell’inchiesta “Operacion Puerto”, la Federciclismo si costituirà al più presto parte civile. «Oltre alla vicenda spagnola, chiederemo anche alla Procura antidoping del Coni di indagare sui fatti del ritiro azzurro di Salice Terme del 2002» ha aggiunto il numero uno della Federciclismo, Renato Di Rocco.
Tutto come sempre ruota però attorno al ciclismo, mentre il mondo del calcio, per il momento, viene solo sfiorato da qualche sospetto più o meno probante. In Spagna in ogni caso qualcosa si è messo, specie dopo le ammissioni del Real Sociedad («Abbiamo pagato 2 milioni di euro a Fuentes »), ma il grido d’allarme arriva dall’Inghilterra. A lanciarlo è il manager dell’Arsena Ars Wenger. «Bisogna rendere obbligatori gli esami del sangue - e non solo quelle delle urine come avviene finora - anche ai calciatori per accertarsi che non abbiano prese sostanze illecite. Non credo che si facciano abbastanza controlli. Spero che l’Inghilterra sia immune, ma non lo so per certo», dice il tecnico francese dei “Gunners” di Londra. «Tanto per intenderci - continua Wenger - , trovo difficile credere che ai Mondiali, con 740 giocatori che vi partecipano, non ci sia mai stato un problema».
"...la Federciclismo si costituirà al più presto parte civile". Posizione ridicola, caro sig. Di Rocco, perché, se ne esistono i presupposti, la Federciclismo avrebbe dovuto già farlo in quanto danneggiata dalle vicende di Basso e Scarponi. Si sveglia ora, invece, sulla scia del caso Cipollini... Già, non è colpa Sua, Presidente, ma del predecessore. Guardiamo un po' chi era... un certo Renato Di Rocco: omonimo? (Alberto Pionca - Cagliari)
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