Michal Kwiatkowski, un talento pronto a sbocciare. AUDIO
SALUTE | 24/01/2013 | 18:25 Se fosse italiano sarebbe già finito sulla prima pagina delle riviste di settore, probabilmente anche la nostra. Stiamo parlando del promettente polacco Michal Kwiatkowski, ieri terzo nella prima tappa in salita del Tour de San Luis che oggi, considerate le sue abilità contro il tempo, ha buone possibilità di conquistare la maglia di leader della generale. Professionista dal 2010, dopo un anno in maglia Caja Rural e uno con la Radioshack, da due stagioni difende i colori della Omega Pharma Quick Step e si sta rivelando uno dei giovani più interessanti del norma internazionale. Arriva da Dzialyn, è del '90, pesa 68 kg ed è alto 176 cm, è appassionato di videogames, musica dance e ski jumping. Corridore completo, seppur giovanissimo nel suo palmarès vanta già un titolo di campione del mondo a cronometro (junior), di campione europeo su strada nel 2007 e della cronometro nel 2008, nel 2009 è stato campione nazionale su strada tra gli Under 23. Il suo cognome in polacco significa "fiori", non c'è dubbio che sia un talento pronto a sbocciare.
In Italia non ti conosciamo molto, presentati agli appassionati di ciclismo. «Sono polacco, vivo a Torun. Ho corso in Italia da junior e ho vinto anche qualche corsa, per metà stagione tra gli Under23 ho vestito la maglia della MG. K Vis finché ho firmato il mio primo contratto da professionista. Ho iniziato a pedalare all'età di 10 anni per imitare mio fratello, che ha tre anni più di me e ha iniziato a correre due anni prima di me. Ora lui ha appeso la bici al chiodo ma per tanti anni è stato il mio compagno fisso di allenamenti». Che corridore sei? «Sono un atleta completo, vado bene a cronometro e sto lavorando per migliorare nei miei punti deboli. In salita posso crescere, anche perché l'obiettivo è diventare un corridore da corse a tappe quindi devo migliorare non solo nelle prove contro il tempo ma anche nelle tappe più impegnative perché cronometro e salite sono i due terreni su cui si decidono le corse di più giorni. Devo lavorarci. Non sono fermo neanche in volata, soprattutto se parliamo di sprint ristretti come quello di ieri con arrivo in salita». Nelle categorie giovanili hai vinto parecchio, tra i professionisti dove puoi arrivare? «Il mio obiettivo ora è di specializzarmi e vincere corse a tappe brevi come questa di 5-7 tappe. L'anno scorso per esempio ho chiuso secondo il Giro di Polonia (dietro a Moreno Moser, ndr) e questo mi ha fatto capire che questo tipo di gare fa per me. Penso anche alla Tirreno-Adriatico, alla Parigi-Nizza, all'Eneco Tour… In questa stagione voglio far bene nella classifica generale di queste corse. Le Classiche? Chiaramente mi piacciono, poi sono uno abbastanza resistente, adatto a questo tipo di prove, e in squadra ho grandi campioni da cui imparare». Cosa ti aspetti dalla cronometro di oggi? «Quest'inverno mi sono allenato molto per migliorare in salita, ma non ho trascurato il lavoro con la bici a cronometro, quindi spero di essere sui livelli dell'anno scorso quando chiudevo le prove contro il tempo tra i primi cinque-dieci classificati. Ieri stavo davvero bene, oggi vedremo come andrà con il caldo, il fusorario… Sai bisogna anche azzeccare la giornata giusta. Comunque ho provato il percorso questa mattina e sono fiducioso, vedremo come andrà». Pensi di poter vincere il Tour de San Luis? «É troppo presto per dirlo perché non so come reagirà il mio corpo agli sforzi di questi primi giorni di gara. Le prime due tappe ho lavorato per Mark Cavendish, che ha vinto la prima tappa e nella seconda ha chiuso in seconda piazza, ieri abbiamo affrontato una tappa impegnativa con tanta salita, oggi ci aspetta la cronometro, nei prossimi giorni ancora parecchia salita… Per ora mi sento bene e la squadra è molto unita, il morale è alto visto i risultati ottenuti. Cercheremo di continuare su questa strada vincente».
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