
Dopo tre annate di crescita all’interno della Israel Cycling Academy, nel 2026 Pau Martí farà finalmente il salto tra i professionisti nella rinnovata squadra che si sta assemblando sulle fondamenta della Israel Premier Tech, che non sarà più israeliana.
Valenciano, classe 2004, Martí quest’anno ha vinto la Corsa della Pace e una tappa al Giro di Portogallo, chiudendo anche al 6° posto il Mondiale in linea U23 di Kigali. Non ha brillato al Giro Next Gen, dove invece nel 2024 si era rivelato al mondo conquistando il podio finale, alle spalle dei soli Jarno Widar e Pablo Torres (avevamo parlato con lui in quell’occasione).
«Entrare a far parte di una squadra professionistica è il sogno di qualsiasi giovane ciclista, e per me è stato così fin da quando ho iniziato ad andare in bici a quattro anni e a guardare le corse in televisione - ha detto Martí, che ha naturalmente firmato un contratto di due anni -. Per questo posso dire, senza esitazione, che questo è davvero un sogno che si avvera La Israel ha creduto in me per molti anni, sin da quando il direttore sportivo Rubén Plaza mi ha contattato per la prima volta. Questa squadra è stata fondamentale per la mia crescita nella categoria U23, perché mi ha permesso di correre le gare più importanti del mondo. Anno dopo anno, con costanza e pazienza, il mio livello è migliorato. Sono davvero grato per tutto ciò che l’Academy ha fatto per me. Nei prossimi due anni voglio continuare a migliorare le mie capacità e il mio livello in questa splendida professione, consapevole che si tratta di un grande salto in avanti. Ma sono pronto ad aiutare i leader della squadra ogni volta che mi verrà chiesto, dando loro tutto ciò di cui avranno bisogno. E se si presenteranno opportunità per me, farò del mio meglio per ottenere grandi risultati».
Il corridore spagnolo seguirà le orme di Marco Frigo, Oded Kogut e Itamar Einhorn, corridori passati professionisti dopo un fruttuoso trascorso nell’Academy.
«Pau ha fatto tutto ciò che gli abbiamo chiesto da quando è entrato a far parte della Israel nel 2023, quindi siamo davvero curiosi di vedere cosa riuscirà a ottenere nei prossimi anni - ha detto il General Manager Kjell Carlström -. Il modo in cui ha vinto la tappa alla Volta a Portugal di quest’anno ha messo in mostra tutta la sua intelligenza tattica e lascia intuire che possa diventare un corridore da classiche tanto valido quanto lo è nelle corse a tappe. Sappiamo che è determinato a proseguire nel suo percorso di crescita e noi lo sosterremo in ogni passo della sua transizione verso il mondo professionistico».
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