È una pubblicazione che nel titolo e nel sottotitolo - "Il ciclismo giovanile, Il valore delle relazioni nel ciclismo moderno" - rappresenta con evidenza didascalica i temi trattati dall’autore, il dottor Davide Marceca con la collaborazione del prof. Sergio Introzzi, autore della prefazione e l’intervento del presidente del Comitato Regionale Lombardo, Stefano Pedrinazzi, e il logo del C.R.L. in copertina.
Il dottor Marceca, nato a Saronno nel 1968, è laureato in Scienze Motorie ed è nei quadri tecnici della F.C.I. – Appassionato di sport e movimento collabora in special modo con il velodromo di Busto Garolfo (un nome, una garanzia per l’attività su pista) soprattutto nel settore giovani, quale preparatore e educatore.
Sergio Introzzi, classe 1952, comasco di Vertemate con Minoprio, è una “vecchia” conoscenza – aggettivo comunque riferito alla frequentazione del ciclismo, non all’anagrafe - in varie specialità, nel solco anche di una tradizione familiare con esponenti di diverse generazioni che si sono cimentati, con buoni risultati nell’agonismo in sella.
Il prof. Sergio Introzzi, insegnante di Educazione Fisica con diploma conseguito all’Università del Sacro Cuore di Milano, dopo esperienze come dilettante di terza serie, ha poi a lungo gareggiato fra gli amatori. Nel 1970 ottiene la tessera di direttore sportivo e, praticamente senza soluzione di continuità, l’anno successivo è docente nei quadri della Federazione Ciclistica Italiana collaborando poi con numerose società lombarde e della vicina Svizzera. Conosce così bene le “zeribe”, soprattutto, dei velodromi lombardi operando in special modo con i giovani e poi altre esperienze con i pedalatori con stellette alla Compagnia Atleti di Milano e metodologo al Centro Avviamento pista di Sirone. Successiva esperienza con i Paralimpici con partecipazione alle Paralimpiadi di Pechino.
Attualmente è tecnico presso il prolifico vivaio della pista di Busto Garolfo collaborando con il Tecnico Regionale della pista e continuando la sua funzione di docente dei vari corsi F.C.I.
La pubblicazione mira a rappresentare con intonazione colloquiale, amichevole, senza tecnicismi, le molteplici situazioni, con annesse varianti e stati d’animo che caratterizzano e talvolta condizionano i primi approcci con la bicicletta dei giovani che s’avvicinano al ciclismo nei rapporti in famiglia e con l’ambiente. E, quale comune denominatore, indica e mette l’accento sulla fruizione ludica delle prime esperienze, senza pressioni dettate magari anche dall’affetto dei famigliari e la necessità di stemperare le pressioni, i timori per la riuscita o meno sul piano agonistico.
Molte e diverse sono le situazioni prese in considerazione dalla casistica in tema riportate, analizzate con partecipazione e serena analisi attraverso esempi e consigli di comportamento nelle numerosissime varianti proposte, immedesimatosi nel comportamenti e nel gioco delle parti.
Tutto è volto al sereno crescere nel “gioco del pedalare” che deve sovraintendere ai primi approcci con la bicicletta e che, comunque, può e deve essere, una regola di vita e dello sport, aldilà di predisposizioni e doti i naturali originate dalle mamme e poi coltivate in famiglia, fondamentale vivaio di vita per favorire anche - e non solo - l’approccio allo sport quale attività ludica e formativa.
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g.f.