La maggior parte delle squadre si trova in ritiro in Spagna, tra Costa Blanca e Isole Baleari e ieri a incontrare la stampa, per il consueto media day a Benidorm, è stata la UAE Emirates XRG che ha svelato obiettivi e programmi per il 2026. Il corridore più atteso è stato Tadej Pogacar, che ha voluto subito chiarire quali saranno le sue aspettative per la nuova stagione.
Pogacar inizierà la sua stagione con Strade Bianche, poi arriverà la Milano-Sanremo, il Giro delle Fiandre, la Roubaix, la Liegi e il Tour. Il suo è un programma di tutto rispetto, dove la Roubaix occupa un posto speciale nelle ambizioni del due volte iridato.
«Se dovessi scegliere tra vincere il mio quinto Tour de France o la mia prima Parigi-Roubaix, sceglierei senza dubbi la Roubaix. C'è una differenza maggiore tra zero e uno che tra quattro e cinque. Il record non è importante, ma comunque non voglio neanche sentirmi sotto stress o ossessionato da queste due corse, anche se rappresentano una grande sfida per me. Quindi potrei anche non vincerle mai».
Pogacar è convinto delle sue scelte e quando si parla dei grandi giri e se tra le sue ambizioni un giorno ci sarà quella di vincere Giro, Tour e Vuelta nella stessa stagione, il giovane campione non vuole apparire come una persona avida, ma vuole sottolineare che ci sono diversi corridori capaci di vincere le tre grandi corse a tappe.
«Vincere tre Grandi Giri in un anno? Non voglio essere così avido. Ma penso naturalmente che questo sia possibile. Ma dobbiamo considerare che abbiamo corridori nella nostra squadra che possono vincere tutti i grandi giri e se fossi io solo a vincere, allora nascerebbero dei conflitti. João Almeida, Isaac Del Toro e Adam Yates: sono tutti corridori capaci di vincere un grande giro».
Pogacar è il corridore più forte attualmente e i suoi risultati arrivano grazie anche alla voglia di misurarsi con i suoi avversari, verso i quali ha sempre dimostrato molto rispetto. Lo sloveno sperava di misurarsi con Evenepoel al prossimo Giro delle Fiandre, ma dovrà aspettare ancora perché il belga ha deciso di non correre la Ronde.
«Rispetto le sue scelte. Ognuno fa a modo suo. A volte mi piacerebbe semplicemente correre una corsa a tappe in primavera, poi fare un ritiro di allenamento in altura e poi andare al Tour. Ma ognuno è diverso e ha un approccio alle corse diverso e questo deve essere sempre rispettato».
Ci sono cambiamenti nei programmi di squadra. Almeida non lo vedremo al Tour de France al fianco dello sloveno, perché sarà capitano al Giro e poi bisogna ancora vedere come verrà utilizzato Isaac Del Toro, il giovanissimo messicano che tutti considerano l’erede dell’iridato.
«Le liste dei partecipanti vengono chiuse tutte alla fine, quindi i programmi che per il momento vedete come definitivi possono sempre cambiare perché mutano le esigenze e le situazioni all’interno della squadra. Perché riesco a vincere così tanto? Se guardate il mio programma, ho dai 50 ai 60 giorni di gara durante la stagione e questo mi permette di riposare, prepararmi e concentrarmi sulle gare. Ecco perché posso vincere da febbraio a ottobre. Non ci sono altri segreti, bisogna solo saper selezionare gli impegni più importanti».