OSCAR TB. Bis di Fabio Aru tra gli Under 23

| 12/11/2012 | 10:00
Nonostante dall'estate scorsa sia a tutti gli effetti un corridore professionista, Fabio Aru è riuscito a riconfermarsi come miglior Under 23 della stagione. Il ventiduenne sardo che prima del grande salto con l'Astana ha indossato la maglia della Palazzago Elledent ha conquistato il Gran Premio Euromobil e per il secondo anno di fila sarà tra i premiati della Notte degli Oscar tuttoBICI, in programma giovedì 15 novembre a Verona (diretta tv su RaiSport2 alle 21.00).

Hai vinto un'altra cucina… «E in questo momento mi serve proprio! Ho da poco comprato casa a Bergamo, mi stanno montando i mobili proprio in questi giorni (sorride, ndr). La cucina vinta un anno fa la stanno sfruttando i miei genitori, questa la utilizzerò io. Come me la cavo ai fornelli? Non male. Vivendo lontano da mamma ormai da qualche anno ho dovuto imparare a sbrigare le faccende domestiche: pulire, fare il bucato, lavare i piatti e tutto il resto. Per vivere bene anche cucinare. Il mio piatto preferito? I primi, vado pazzo per la pasta e la pizza».
Giovedì riceverai l'Oscar tuttoBICI riservato al miglior Under 23, anche se ormai appartieni a pieno titolo alla massima categoria. «Esatto. L'ultima prova a cui ho partecipato è stato il Giro della Val d'Aosta (di cui ha vinto una tappa e la classifica finale, ndr) per cui ho perso più di un appuntamento che dava punti importanti per la classifica e non mi aspettavo di arrivare a fine settembre ancora in testa. Leggendo sempre tuttoBICI, per forza di cose, l'occhio cadeva sulle classifiche aggiornate ogni mese, ma quando mi ha chiamato il direttore Pier Augusto Stagi per annunciarmi ufficialmente che avevo vinto di nuovo l'Oscar è stata una bella sorpresa. L'anno scorso sono rimasto piacevolmente impressionato dalla premiazione, un evento davvero ben organizzato e un bel palcoscenico per i corridori di tutte le età. Sarà un piacere essere nuovamente parte di questa festa».
Felice del tuo 2012? «Sì. Sono convinto di aver fatto bene a trascorrere la prima metà di stagione tra gli Under 23 per accumulare esperienza e soprattutto per riconfermare quanto di buono avevo fatto l'anno scorso. Un'annata buona può capitare a tutti, ma riconfermarsi dopo aver vinto parecchio è difficile perché gli avversari ti conoscono, ti curano, ti corrono contro. Volevo dimostrare di non essere un fuoco di paglia e penso di esserci riuscito. Passato professionista ho capito subito che mi aspettava tutto un altro mondo. Ero preparato a un ritmo diverso da quello a cui ero abituato, ma nella massima categoria si va ancora di più di quanto mi aspettassi. Vanno forte dovunque, su qualunque terreno, dall'inizio della corsa alla fine. Si parte forte e si arriva a tutta, incredibile (sorride, ndr)! Ad ogni modo piano piano mi sto adeguando al ritmo e sto imparando tanto. Ho raccolto anche un piazzamento, che dire inatteso è dire poco, arrivando 2° nella tappa di Denver del Giro del Colorado. Ho centrato la fuga giusta, stretto davvero i denti perché già tenere le ruote in certi momenti sembra un'impresa e in salita fatto il mio. Un ottimo inizio!».
L'obiettivo numero uno per l'anno prossimo? «Di strada da fare ne ho tanta, devo imparare ancora molto. Ho la fortuna di ricevere tanti suggerimenti dal mio vicino di casa Paolo Tiralongo, che mi sta dando consigli importantissimi che conservo gelosamente e cerco di applicare in fretta, e tanti compagni che mi hanno accolto al meglio in squadra e si stanno dimostrando molto disponibili nei miei riguardi. Da quest'anno avrò un capitano come Vincenzo Nibali che seppur sia giovane sicuramente ha tanto da insegnarmi. In tutto ciò non dimentico quanto ho imparato alla Palazzago, soprattutto grazie a Olivano Locatelli e al presidente Tironi, questo Oscar è soprattutto merito della squadra in cui sono cresciuto e mi ha permesso di arrivare al traguardo del professionismo. Il mio sogno per il 2013? Partecipare al Giro d'Italia. Con l'Astana non abbiamo ancora deciso i programmi, ma spero di potermi mettere alla prova in una grande corsa a tappe e non ci sarebbe nulla di meglio di iniziare da quella di casa nostra».

Giulia De Maio
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