| 24/07/2004 | 00:00 «Sei grande grande grande come te sei grande solamente tu» cantava Mina ed il refrain sembra scritto proprio per Lance Armstrong, almeno dal punto di vista sportivo. Padrone, padrino, despota, tirranno, cannibale, lunare, apocalittico: il texano ha spianato anche le colline di Besançon, ha vinto la cronometro finale, ha stracciato gli avversari, ha annichilito il mondo del ciclismo una volta di più.
Detto di Armstrong, fari puntati su Ivan Basso, che ha disputato la crono più beklla della sua carriera, piazzandosi al sesto posto (lo scorso anno nella crono finale del Tour era stato ventiduesimo), ma non è riuscito a difendere il secondo posto dall’assalto di Andreas Kloden, talento ritrovato della T Mobile, che glielo ha strappatop per ventidue secondi.
«Credo di aver fatto un’ottima crono - ha detto Basso dopo il traguardo -, ho pensato solo a dare il 100 per cento senza fare calcoli. Sapevo che Kloden sarebbe andaato più forte di me e confesso che temevo anche un Super Ullrich. Invece Jan è andato forte ma io mi sono comportato bene. Adesso penso a godermi questo terzo posto che rimane un risultato eccezionale».
Tornando alla gara, Armstrong è stato devastante nei primi diciotto chilometri quando ha inflitto 46” a Ullrich, il primo dei suoi avversari. Poi il texano ha badaato ad amministrare il vantaggio, accumulando comunque al termine 1’01” di vantaggio su Ullrich, 1’27” su Kloden, 2’25” Su Landis, 2’48” su Julich e 2’50” su Basso. In classifica generale il texano ha 6’38” su Kloden, 6’59” su Basso e 9’09” su Ullrich.
Oggi si sono celebrate definitivamente molte “prime volte“: per la prima volta Armstrong ha vinto cinque tappe in un Tour (il massimo era stato quattro); per la prima volta Basso e Kloden salgono sul podio; per la prima volta, invece, Ullrich non sale sul podio del Tour dopo un successo e cinque secondi posti.
A proposito di Ullrich, significaativa la dichiarazione rilasciata da Walter Godefroot, team manager della T Mobile: «Se Ullrich fosse professionista come Zabel, sarebbe un fenomeno». Una dichiarazione che suona come atto d’accusa nei confronti del proprio campione.
Detto che il russo Vladimir Karpets si è impadronito della maglia bianca di miglior giovane strappandola a Thomas Voeckler, domani sarà tempo di passerella finale e di festa per tutti i 147 atleti che raggiungeranno Parigi. Da sassegnare definitivamente ac’è la maglia verde per la quale sono in corsa ancora McEwen, Hushovd, Zabel e O’Grady.
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