MURO DI SORMANO. Viaggio alle radici di una scoperta

| 05/10/2012 | 08:54
Il recente Giro di Lombardia ha riproposto alla ribalta del grande ciclismo internazionale una delle “salite sacre”, oppure “maledette” se vista dal lato corridori, del ciclismo italiano ed internazionale: il Muro di Sormano.
Non è forse questa la sede per disquisire e discettare su rapporti, pendenze, tattiche. Vari siti specialistici riportano e fotografano con esattezza i dati obiettivi e misurati di questa salita inserita per la prima volta nel Giro del Lombardia del 1960 e, poi, nel ’61 e ’62. Un’ascesa poi abbandonata per la non più tollerabile abbondanza di spinte – una “piaga” del ciclismo di quei tempi - che falsava i valori in campo.

Il Muro di Sormano è una delle molte “scoperte” di Vincenzo Torriani, il patron per antonomasia del Giro d’Italia e delle altre grandi classiche de «La Gazzetta dello Sport». Grazie anche al prezioso ricordo di Cesare Sangalli, il “c.san” che con il suo inimitabile pennino e l’inchiostro di china ha firmato tutte le cartografie delle corse rosa – e non solo – dal 1954 al 2004, non facendo poi mancare la sua preziosa esperienza successivamente ai suoi eredi specialisti del computer, si vuole ricostruire la scoperta del Muro di Sormano.

L’indicazione giunge a Vincenzo Torriani, sempre alla ricerca di novità, dall’ing. Angelo Testori, titolare della Tessitura Testori con sede a Novate Milanese, cittadina natale anche di Vincenzo Torriani che era amico dei Testori. Breve digressione: Angelo Testori era il fratello di Giovanni Testori, grande figura d’intellettuale con vari interessi nella letteratura, nell’arte, nella filosofia che con il racconto “il dio di Roserio” ha rappresentato una storia ciclistica – amara e drammatica – ambientata a Roserio, un quartiere della periferia di Milano, al confine con Novate Milanese, con assoluta verosimiglianza al ciclismo del secondo dopoguerra. La Rai ha prodotto e trasmesso un film, tratto dal racconto, interpretato da Piero Mazzarella con la consulenza tecnica della medaglia d’oro della 100 km. delle Olimpiadi di Roma del 1960 Toni Bailetti.

Angelo Testori, quale sindaco di Sormano, luogo dove era solito villeggiare, indica a Torriani la salita. E subito Torriani la battezza: “Muro di Sormano”. Definizione evocativa, d’impatto immediato e vera. Torriani, le sue brevi vacanze, in un andirivieni continuo, le passava a Canzo, praticamente attaccato a Sormano. Sopralluoghi e discussioni con Carlo Sironi e Giovanni Michelotti, storici collaboratori di Torriani con Cesare Sangalli alla vecchia «La Gazzetta dello Sport-Organizzazioni». Da ricordare anche il contributo di Irene “Isa” Vieceli, presenza silente ma estremamente fattiva per oltre quarant’anni. Viene interessato anche Tullio Campagnolo per vedere la possibilità di predisporre rapporti adatti a quella che era una vera e propria mulattiera. Con il contributo, i consigli e gli apporti, fra i quali quelli preziosi di Fiorenzo Magni – ed anche diverse perplessità e serie opposizioni – di varie componenti del ciclismo Torriani decide per il sì. Il Muro di Sormano viene inserito nel Giro di Lombardia.

Le cronache sportive narrano con abbondanza di particolari e d’immagini la storia – fatti e misfatti - dei tre Giri di Lombardia sul Muro con i motocarri “Apecar” in funzione d’ammiraglia d’assistenza.
Dopo l’abbandono l’oblio. Altri Torriani, i figli di Vincenzo, il primogenito Gianni, Marco e la figlia Milly, che avevano localizzato il premio in memoria del padre a Canzo, soprattutto con Gianni, portano la comunità montana del Triangolo Lariano ed altri enti del luogo a mettere in sicurezza la strada che viene riaperta all’esclusivo transito delle biciclette – corsa o mtb che siano – nel 2006 con una cerimonia alla quale hanno partecipato molti protagonisti dell’epoca, fra i quali lo scalatore vicentino Imerio Massignan, il primo a passare il gran premio della montagna del Muro di Sormano ed il compianto Vito Taccone, il vulcanico personaggio d’Abruzzo. Una targa ricorda la data.
Da allora, ogni anno, sul Muro si svolge la “carica dei 101”, cronoscalata giunta alla sesta edizione, in programma sabato 6 ottobre alle ore 15,30. Roba per cuori e garretti forti.

Giuseppe Figini

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