DA IL MATTINO. Auguri, Felice

| 27/09/2012 | 12:25
Felice Gimondi, bergamasco di Sedrina, ciclista per vocazione romantica, lui il figlio della postina del paese, 'mamma Angela', che le lettere le recapitava in bici, compirà 70 anni il 29 settembre.
La sua carriera leggendaria, con 136 vittorie dal '65 al '78, tre Giri ('67, '69, '76), un Tour (1965), una Vuelta (1968), il Mondiale del '73, la 'Roubaix' ed il 'Lombardia' nel '66, la 'Sanremo' nel '74, la Parigi-Bruxelles nel '66 e nel '76, in parallelo a quella di Eddy Merckx, di tre anni più giovane, resta l'icona più nobile per il ciclismo, se non pure per gli sport individuali, del nostro paese.
Una storia splendida, Gimondi, 136 successi, dal '65 al '78, classiche e Giri, ma ci sarà qualche vittoria di segno particolare, nel suo ricordo?
«Certo, tutte le vittorie sono vittorie, ma tre di esse, per me, hanno un valore inestimabile».
Cominciamo dalla prima, allora...
«E' il Tour del '65, ovvio, quello che andai a correre da esordiente, a 22 anni, dopo aver concluso il Giro al terzo posto, solo per sostituire nella 'Salvarani' un gregario, Fantinato, che aveva un ginocchio malconcio. Quel Tour, che a riviverlo per come andò, è tutto ancora una favola a tappe. Pensa, la prima maglia gialla a Rouen, precedendo un masnadiero degli sprint come era l' inglese Wright. E poi difendermi da Raymond Poulidor, sul Ventoux, ed affermarmi definitivamente con le crono sul Mont Revard ed in quella conclusiva di Parigi, una apoteosi, non mi vergogno...».
E la seconda ?
«E' il Mondiale di Barcellona, nel '73. Con Freddy Maertens che doveva lavorare per Merckx in quella volata a quattro, c'era pure Ocana. Ed il mio amico-nemico Eddy che quella volta davvero non ne aveva più... E Maertens si trovò così a tirare lo sprint, senza capire, al sottoscritto... Con Merckx fuori dal podio».
E la terza vittoria del cuore, qual è?
«E' il mio ultimo Giro vinto, quello del '76, nove anni dopo il primo, nel '67. Sai, conquistarlo alla cronometro conclusiva, farlo tuo per 19" solo, resta un batticuore ancora. E fra l' altro, il giorno prima, ero riuscito a vincere a Bergamo, sotto casa mia, io allo sprint, io che velocista non sono mai stato, battendo proprio Merckx, il campione assoluto, e Baronchelli, un talento a venire...».
Emozioni su emozioni, fra un 'Lombardia' '66 ed una 'Sanremo' '74, che pure belle storie sono, ci sarà certo una delusione che non dimentica ?
«Può sembrare banale, ma non dimenticherò mai il dispiacere provato nella cronometro di un Giro della Catalogna, 1968, sesta tappa, sconfitto da Eddy Merckx. La sera, non riuscivo a rassegnarmi, io che a cronometro almeno pensavo di essere migliore di lui, e che lo avevo fra l' altro battuto a San Marino, nella crono del Giro di quell' anno, il primo vinto da Eddy. Non mi rassegnavo, vedi, possibile che 'sto Eddy. più forte in volata, più forte in salita, sia più forte di me pure contro il tempo ? Me ne sarei fatto piano piano una ragione, a stento. Ma sì, era il più forte dovunque, d' accordo. Ma Gimondi, meno forte dovunque, pure ogni tanto lo avrebbe sconfitto».
Il ciclismo di allora ed il ciclismo di oggi, quante differenze...
«Certo, la gerarchia negli anni miei e di Eddy, sai, certe volte mi sembra di parlare all' unisono con lui, grande Eddy, era scandita dalle distanze delle corse. I campioni veri erano quelli che uscivano fuori dopo i 200 chilometri. Quello era il metro di valutazione. Oggi, con i chilometraggi sempre ridotti, c'è maggiore concorrenza, e minore qualità. E poi noi si correva da primavera ad autunno. Ci si incontrava al 'Laigueglia' per salutare la nuova stagione e ci si salutava al 'Lombardia', per augurarci un buon inverno. Semmai con qualche Sei Giorni...».
E sulla questione doping, Gimondi, quanto è cambiato...
«Non sapevamo neppure cosa fossero emoglobina ed ematocrito, ai nostri tempi. Per un ciclista non erano importanti. L'avremmo imparato malinconicamente negli anni '90. Noi, si usavano talvolta stimolanti da studenti prima degli esami. Peccati veniali, in proprio, senza malizia e senza il farmacista-scienziato al seguito. Altri tempi, e migliori, non ci piove».
L' anno prossimo il Giro partirà da Napoli, con tappe ad Ischia, Sorrento, Ascea...
«Ed io sono sicuro che sarà la partenza più bella che un Giro d' Italia possa desiderare, cosa vuoi di più, per un ciclista, dall' Italia ? Per il Giro sarà un successo, non solo per voi...La passione delle vostre genti, poi, è senza eguali, mi ricordo certi 'Campania', ai miei tempi, quando la folla la fendevi a stento... E poi, sai, da ex-ciclista, ho anche un segreto geloso da condividere con voi».
Quale, Gimondi ?
«Sono innamorato senza pudore dei vostri presepi. Ed ogni anno, a Natale, in incognito, con mia moglie Tiziana scendo da Paladina per visitare San Gregorio Armeno. Lì non è proprio terra da ciclisti, un bel basolato a pavè. Però è una emozione struggente, credimi, quel vociare che ti avvolge... Come quando entri, capisci ?, un abbraccio di cuori, cosa vuoi, sul velodromo di Roubaix».
Come nel '66, da solo, quattro minuti di vantaggio su Janssen...Auguri, Felice.
 
Gian Paolo Porreca
da 'Il Mattino', 26 settembre 2012

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Sotto la pioggia e al termine di una lunga fuga Romain Gregoire ha vinto la prima tappa del Tour de Suisse, la Küssnacht - Küssnacht  di 129, 4 km. Il giovane francese, portacolori della Groupama FDJ, ha animato la corsa...


Sono il blu e il giallo fluo del Team Rime Drali le tinte predominanti sul podio del “Memorial Cleto Maule” disputato oggi a Gambellara, Vicenza. A primeggiare nella gara di 140 chilometri, pedalati a quasi 45 KM/h di media,...


In Toscana si è disputato il Giro del Montalbano una bella classica nazionale che si corre dal 1954 tra storia e tradizione. Un tracciato selettivo con quattro passaggi dal “muro” di Madonna del Papa che hanno provocato assieme al gran...


Lenny Martinez si conferma cacciatore di tappe importanti e - dopo  una frazione della Parigi-Nizza e una al Giro di Romandia - conquista anche l'ottava e ultima tappa del Delfinato: la Val-d'Arc - Plateau du Mont-Cenis di 133, 8 km....


Roberto Capello e il Team Grenke Auto Eder dominano la 37° Trofeo GD Dorigo internazionale juniores che si è disputato a Pieve di Soligo nel Trevigiano. La formazione satellite della Red Bull Bora Hansgrohe ha occupato le prime cinque posizione...


Puntuale alla vittoria Pietro Galbusera che sfrutta un ottimo momento di forma per conquistare il 38° trofeo Vittorio Giorgi alla memoria per la categoria juniores svoltosi ad Albano Sant'Alessandro nella Bergamasca. Il lecchese del Pool Cantù GB Junior, già vincitore...


Seconda vittoria in meno di 48 ore per Paul Magnier che, qualora ve ne fosse ancora bisogno, conferma di star attraversando un periodo di forma eccellente. Il francese della Soudal Quick-Step, a segno ieri pomeriggio alla Dwars door het...


Sotto il caldo di Rho i primi 8400 metri del Giro Next Gen salutano il successo a cronometro di Matthias Schwarzbacher: il 19enne slovacco della UAE Gen Z, che nel 2023 disputò il secondo anno Juniores nella CPS di Clemente Cavaliere e...


Quasi una novantina sono stati i protagonisti ieri a Guidizzolo dell’internazionale 1° Trofeo Maria Strangis a.m. Competizione riservata ai campioni paralimpici, maschi e femmine, valida quale 9ª prova della Coppa Italia di società e allestita con tanto entusiasmo, passione...


Un amico che chiude una parentesi della sua vita, un ragazzo che ha coronato il suo sogno, un campione che oggi affronta la sua ultima corsa e appende la bici al chiodo anche se - come dice Iwan Spekenbrink,...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024