DA TUTTOBICI. MA IL CONI, DOV'E'?

| 07/08/2012 | 19:52
GIRATE ALLA LARGA. Adesso che tornerà alle corse Alberto Contador, uno che prima di essere stato pizzicato per tracce di clenbuterolo nel sangue ha saputo conquistare la tripla corona, andando a vincere tutti e tre i Grandi Giri, molti dovranno tornare a fare delle scelte e girare alla larga dal Tour. Se Contador tornerà ad essere il Contador che tutti conosciamo (il 5 agosto è scaduta la sua squalifica), e personalmente sono convinto che tornerà a recitare il ruolo che più gli compete (il matador), molti dovranno cominciare a ragionare in un solo modo: dove c’è lui non ci posso essere io. A meno che siano fessi. Quest’anno senza el dominador, molti si sono sentiti in dovere di provarci. Tutti lì, in Francia ad inseguire un risultato che era già però segnato in partenza. Era il Tour del cronometro e dell’orologio, e due corridori che con il cronometro e l’orologio spaccano il secondo hanno dominato in lungo e in largo la Grande Boucle. L’unico che ha fatto il suo e ha ottenuto il massimo risultato possibile è stato proprio il nostro Nibali. Evans, assolutamente giustificato perché campione uscente, doveva  ripresentarsi in Francia in segno di rispetto: e poi l’australiano, almeno sulla carta, aveva tutto per poter lottare con gli inglesi e ambire ad un fantastico bis. Meno scontato il discorso per i vari Menchov, Leipheimer, Gesink, Samuel Sanchez, Valverde, Brajkovic, Karpets, che hanno raccolto poco, se non una vittoria (Valverde). E gli stessi Taaramae, Pinot, Rolland, Van Garderen e Van den Broeck, più o meno giovani di talento, hanno ottenuto piazzamenti più o meno incoraggianti.
A questo punto però c’è da scegliere. Torna Contador e tutti devono tornare a fare i conti con il fuoriclasse di Pinto, a meno che non mi si dica che dopo il clenbuterolo lo spagnolo non sarà più quello di prima. Quindi, guardatevi attorno. Non c’è solo il Tour, ma anche il Giro: corsa di prestigio e tradizione. D’altra parte diciamolo senza tanti giri di parole: se uno non è in grado di vincere il Giro, non può pensare di vincere un giorno  il Tour. Alberto Contador ha dimostrato anche nella nostra corsa tutto il suo valore. Vincenzo Nibali sulle nostre strade è nato, ma poi ha dimostrato ad ogni latitudine il proprio bagaglio tecnico e il proprio talento sportivo. Chi vincerà il Giro non sarà il migliore del mondo, ma non passerà mai per uno qualsiasi. Vincere il Giro d’Italia e la Vuelta è un buon indizio per essere considerato un giorno un campione. O si è dei cecchini maledetti alla Armstrong, che puntava tutto sulla corsa francese e andava a bersaglio, oppure è meglio usare la testa prima delle gambe, per non finire tritati. Il Giro è una corsa che pesa, misura e dà una dimensione. Venite a fare un giretto al Giro. Almeno fin quando al Tour ci sarà gente come Contador, Wiggins e Froome, che vanno forte in salita, ma soprattutto a cronometro. Per questo lo dico anche a Nibali e a Beppe Martinelli che lo prenderà sotto la propria ala dal prossimo anno: Vincenzo, gira per un anno alla larga dal Tour e vieni al Giro. Dopo aver onorato un Tour che era una presa in giro, ora prenditi il Giro. Alla faccia dei francesi.

FINTI TONTI. Filippo Pozzato l’ha ammesso, senza tanti giri di parole: «Per anni ho frequentato Michele Ferrari». Per lui è stata confezionata la richiesta di squalifica più veloce della storia. Sabato 16 giugno il procuratore Ettore Torri legge l’articolo su Repubblica che rende nota una intercettazione telefonica di Pozzato, lunedì 18 giugno convoca il vicentino, mercoledì lo incontra, venerdì lo deferisce al TNA chiedendo per lui un anno di squalifica e rendendo di fatto impossibile la sua convocazione in nazionale per i Giochi di Londra.
La telefonata non è frutto di un’intercettazione giudiziaria, questo è quanto ci hanno detto il corridore vicentino e il suo avvocato Pier Filippo Capello. L’autore della registrazione - Guido Trenti - ha deposto davanti alla Procura del Coni assumendosi la paternità dell’azione (la registrazione è del 2009). La giustizia sportiva è molto più “elastica” e tende ad ammettere prove di ogni genere, ma la cosa più singolare è che - come ci ha spiegato l’avvocato Capello - la Procura del Coni non ha né acquisito la registrazione né tantomeno ha sentito chi ha scritto l’articolo. Amen. Pozzato ammette la sua frequentazione: «assiduamente fino alla metà del 2008», mentre l’avvocato Capello spiega che «la Procura accusa Filippo di aver violato l’articolo 3.2 del NSA, che fa divieto di frequentare soggetti inibiti. Mentre in casi analoghi come quello Santuccione/Riccò, la Procura ha richiamato un articolo diverso, il 4.6 delle istruzioni operative UPA». E poi c’è la storia che il nome di Ferrari non figura nel casellario delle persone inibite o sospese. C’è il dubbio del fatto che una inibizione deve avere un tempo, perché in quanto tale non può essere considerata radiazione, e via elencando vizi di forma che saranno valutati da tecnici del codice e in aule di tribunali. Io voglio andare oltre e chiedo una volta ancora (la prima su tuttobiciweb.it); come mai nel caso di Basso, Scarponi, Caruso ma anche e soprattutto di Valverde, la Procura del Coni ha lavorato d’anticipo e senza tentennamenti andandosi a prendere le prove per inchiodare i corridori e questa volta nessuno si è mosso per andare a bussare alla porta del pm Benedetto Roberti che ha la lista dei corridori seguiti da Michele Ferrari? Forse perché lì si troverebbero nomi e cognomi di atleti che abitualmente corrono con la maglia azzurra e metterebbero - in pieno clima olimpico - in serio imbarazzo la Federciclismo e il Coni? Temiamo di sì. Pozzato probabilmente ha fatto il finto tonto. Ma non è il solo.

Pier Augusto Stagi
editoriale da tuttoBICI di agosto

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COMMENTI
Dottor Stagi, gliela voglio dir tutta.
8 agosto 2012 10:20 Bartoli64
Egregio Dr. Stagi,
ho letto con interesse il Suo ultimo editoriale e, almeno per la prima parte, non mi pare ci sia nulla da eccepire al riguardo della classe di Contador, eccezion fatta per la circostanza (ripetutasi più volte) che corridori al rientro da una squalifica per doping difficilmente riescono a ripetersi ai loro livelli usuali e - proprio in Spagna - l’esempio di Valverde è più che lampante.

Per carità, il fenomeno di Pinto è corridore di tutt’altra stoffa ed è sicuramente il più forte corridore del pianeta nelle corse a tappe, anche se gli inglesi gli si sono fatti tremendamente vicino quanto a prestazioni (quelle di Froome hanno addirittura registrato dati superiori a quelle di Contador).

Dove non mi trovo affatto d’accordo, però, è su tutta la seconda parte dell’articolo e voglio dirglieLa come me la sento: Direttore, Lei è davvero molto bravo ad alzare polveroni laddove non ce n’è affatto bisogno e dove non ci sono nemmeno gli estremi.

Lei dice che la squalifica di Pozzato è stata la più veloce della storia, però dimentica che si è succeduta alla confessione più veloce della storia! Cosa c’era ancora da cavillare quando è stato lo stesso corridore a dichiarare la sua frequentazione con il Dr. Ferrari? Ma ancora stiamo qui a sentire le tesi del suo avvocato difensore (tutto proteso nella ricerca del pelo nell’uovo) nella vana speranza che la “prova provata” offerta dal suo stesso assistito cada in secondo piano?

Quanto alla registrazione di quella famosa telefonata non mi pare ci sia molto altro da dire, ed il fatto che non provenga dagli ambienti giudiziari (bensì da un’iniziativa messa in atto un soggetto veramente “basso” come Guido Trenti) non rileva, giacché la Giustizia Sportiva può acquisire anche questi elementi - ancorché piuttosto inusuali - come fonte di prova.

Che poi la Procura Nazionale Antidoping nel caso-Pozzato abbia richiamato la violazione di un articolo, mente nel caso-Riccò ne ha richiamato un altro, è cosa che - francamente - poco interessa se non gli azzeccagarbugli sempre pronti ad arrampicarsi sugli specchi.

Dove si supera nel Suo editoriale, però, è quando parla del fatto che la Procura del CONI si è mossa d’anticipo andandosi a prendere le prove per il caso-Valverde & Co., mentre nessuno (secondo Lei) ha bussato alla porta del P.M. Roberti che (sempre secondo Lei) ha la lista degli atleti seguiti da Ferrari.

A parte il fatto che quando il Procuratore Torri ha inviato i suoi collaboratori in Spagna l’operazione condotta nei confronti del Dr. Fuentes era già bella che conclusa, e i nomi dei ciclisti da lui seguiti erano già tutti arcinoti, ma a Lei chi Le dice che il P.M. Roberti potesse fornire al suo collega Torri tutti i nominativi di quella famosa lista ad inchiesta NON ancora conclusa e che - proprio per gli ultimi accadimenti del caso-Schwarzer - si trova ora in una fase delicatissima?

Via Direttore! Vabbé che un giornalista ha spesso il dovere professionale di pensar male, ma non Le pare di chiedere davvero la luna quando pretende addirittura che venga violato (o quantomeno messo a rischio) il segreto istruttorio?

Chiudo infine con una preghiera: per favore Dr. Stagi, ma la smetta una buona volta di disquisire sul fatto che Ferrari non risultasse inibito!

Il pasticcio derivato dalla mancata trascrizione del nome di Ferrari, stante quanto dichiarato dal Presidente Di Rocco, sarebbe dovuto all’adeguamento dei regolamenti del 2010.

Quello che dicono i legali del medico (cioè che l'inibizione deve essere a termine e non indefinita) sono solo osservazioni di parte. E poi perché non l'hanno impugnata quando si sono appellati? Perché si sono appellati solo a termini scaduti? Perché non hanno quantomeno sollevato l’eccezione, ma si è arrivati al caso-Pozzato prima di riparlarne?

Come vede i “perché” sono molti di più di quelli che ha sollevato Lei oggi, mentre “Testarossa” - a quanto pare - continua ancora a far danni enormi allo sport italiano con i beneplacet editoriali di “garantisti” come Lei….

Cordialmente.

Bartoli64

bravo bartoli
8 agosto 2012 10:53 excalibur
bel contro editoriale, quello di bartoli, ma a mio parere ha un solo difetto. Non tocca certo a Bartoli - che comunque di cose ne sa, evidentemente da dentro le segrete stanze - spiegare, ma è evidente che il coni sapeva della lista e soprattutto dei NOMI che c'erano in quella lista e non ha fatto nulla (quello del "contratto" antidoping non firmato da Schwazer è un capolavoro!): i giornali bisogna leggerli anche quando dicono cose che non ci piacciono, non solo quando scrive Capodacqua... purtroppo l'estate del doping olimpico in casa Italia non è finita, caro Bartoli, e al Coni lo sanno bene...

Caro Excalibur, ti dirò....
8 agosto 2012 12:17 Bartoli64
Caro Excalibur,
probabilmente ti deludo, ma ti devo proprio dire che nelle “stanze segrete” a cui tu fai riferimento il sottoscritto non ci ha mai messo piede (e neanche avrebbe il desiderio di farlo).

I miei interventi sono solo frutto di una certa competenza giuridica e giudiziaria, alla quale affianco le mie conoscenze tecniche in materia ciclistica (come molti blogger mi riconoscono).

Ti posso, altresì, assicurare che leggo tutto quel che posso leggere (specialmente su certi argomenti), anche quando non sono articoli scritti da Capodacqua che - in ogni caso - si è sempre dimostrato un professionista serio, coraggioso e preparato.

Tu dici che non tocca a me spiegare le posizioni del CONI, ed infatti non lo faccio, ma esprimo solo opinioni personali fondate dalle prove dei fatti che tutti conoscono o che tutti possono comunque apprendere (ammesso che lo vogliano davvero).

Forse un dubbio dovresti fartelo venire allorquando ti trovi a leggere articoli che nascono da un’inchiesta giornalistica (come molti di quelli scritti da Capodacqua), rispetto ad altri che si fondano essenzialmente su valutazioni ed opinioni che definire quantomeno ondivaghe e personalistiche è un vero eufemismo.

Dici poi che l’estate del doping olimpico al CONI non è ancora finita? Io da sportivo mi auguro di no, ma se così non fosse saranno solo problemi loro….

In ogni caso attendo (da comune cittadino) l’evolversi dei fatti, e vorrai scusarmi se non ce la faccio a tapparmi gli occhi ed a non intervenire sulle pagine di questo sito - al quale sono affezionato - quando si continua imperterriti a menarla su fatti e circostanze ancora non provate, salvo poi polemizzare, provocare, lamentarsi e piagnucolare ad oltranza nel tentativo di sostenere posizioni e personaggi obiettivamente indifendibili.

Una buona giornata a te.

Bartoli64

In che senso il Tour era "una presa in giro"?
8 agosto 2012 15:29 pickett
C'erano poche montagne?Buon per Nibali!Ci fosse stata un'altra tappa pirenaica,il podio se lo scordava!Era un percorso prprio adatto alle sue caratteristiche,con tante salite prima o poi Nibali cola a picco.

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